5| Non accetto proposte indecenti

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1 mese dopo...
Il progetto del palazzo procedeva a gonfie vele, e come primo vero progetto Aurora non poteva andarne più fiera. L'architettura interna delle zone comuni del condominio avrebbe potuto perfettamente vedere la conclusione entro pochi mesi.

Il suo team era stato eccezionale, e aveva fatto tutto velocemente, pur curando ogni dettaglio.

Le scale del palazzo, le zone degli ascensori e perfino la portineria erano caratterizzati da elementi di lusso.

Insomma, non era un palazzo proprio adatto a chiunque.

Non sapeva che Charles sarebbe andato a vivere lì, e quando l'ha scoperto aveva avuto un tuffo al cuore.

Il suo primissimo progetto aveva a che fare proprio con il ragazzo che in una sola notte le aveva segretamente rubato il cuore.

Durante quel mese il monegasco, quando era in città, aveva fatto qualche salto, ma la situazione con Aurora era rimasta statica. Eppure, ogni volta gli occhi maledettamente verdi di quel ragazzo la penetravano in un modo diverso, insolito.

E la mente la ripotava a quella sera in spiaggia.

A fermare lo scorrere veloce del tempo e dei suoi pensieri ci pensò proprio il rombo della Ferrari di Charles.

Aurora lo sentì dall'interno dell'edificio, più precisamente dal decimo piano, e si voltò verso la finestra a cui dava le spalle.

Vide i movimenti del ragazzo mentre scendeva dalla sua auto, e istintivamente le comparì un sorriso sulle labbra.

Aspettò che il ragazzo salisse, utilizzando l'ascensore già in funzione.

Quando le porte metalliche si aprirono, proprio di fronte alla ragazza, Charles alzò la testa dal cellulare, e alla vista della giovane sorrise.

«Bonjour» disse lui
«Buongiorno Charles» disse lei ricambiando saluto e sorriso.

Si scambiarono due baci sulle guance, dopodiché Aurora fu chiamata in disparte da uno dei suoi collaboratori per consultazioni sul progetto.

Tornò da lui in breve tempo.

«Charles, il tuo appartamento è all'ultimo piano. Vieni te lo mostro» gli disse dirigendosi verso l'ascensore.

Entrarono e le porte metalliche si chiusero alle loro spalle.

Si misero uno di fronte all'altro, a guardarsi in silenzio.

Il monegasco si prese allora un po' di tempo per ammirarla. Era meravigliosa, e non mancò dal farglielo notare.

«Sei molto bella Aurora» le disse continuando a non staccarle gli occhi di dosso.

La ragazza non rispose. Rimase semplicemente a guardarlo, rivolgendogli un leggero sorriso.

Il ragazzo si avvicinò, fermandosi a pochi centimetri dal viso della ragazza.
Il corpo di Charles copriva completamente quello di Aurora, che era appoggiato alla parete del l'ascensore.

Il monegasco alzò una mano, non senza po' di incertezza, e spostò i capelli della ragazza dietro un orecchio, riportando poi il pollice della sua mano sul contorno labbra della ragazza.

Aurora era immobile, con lo sguardo incatenato agli occhi verdi di Charles.

Il suono metallico che segnalava l'arrivo all'ultimo piano li fece staccare, ma a non staccarsi furono i loro occhi.

Rimasero a guardarsi ancora per qualche secondo, dopodiché Aurora distolse lo sguardo, sbattendo le palpebre velocemente, e dirigendosi all'esterno dell'ascensore.

«Abbiamo scelto come tuo appartamento proprio uno all'ultimo piano, come tua richiesta. Le porte di ogni appartamento sono state disegnate da un mio amico designer di Roma, è il migliore nel suo lavoro!» disse Aurora, procedendo a passo spedito verso il futuro appartamento di Charles.

«Avete fatto un bel lavoro, siete stati molto veloci» disse Charles, guardando attentamente ogni curiosità sulle pareti e sulle porte.

«Già, ho una squadra fantastica» rispose la ragazza sorridendo orgogliosa.

«Eccolo qua» disse poi fermandosi davanti all'ultima porta di quel piano, tirando fuori dalla tasca le chiavi dell'appartamento «vedrai Charles, ti piacerà».

La ragazza aprì la porta ed entrò, e Charles la seguì automaticamente.

Chiuse la porta e rimase incuriosito a guardare quella casa, che nel giro di qualche mese sarebbe diventato il suo rifugio.

Girava gli occhi da una parte all'altra, osservando ogni spazio.

Dopodiché li chiuse, immaginando come sarebbe potuta diventare quella casa.

«Ovviamente è molto spoglia, ma toccherà a te arredarla come più ti piace. Come vedi è una casa molto ampia, e con una bellissima luce. Poi la vista è stupenda, ti farà rilassare il solo pensiero. Un buon architetto e questa casa diventerà la casa dei tuoi sogni.» disse Aurora al ragazzo, fermandosi di fronte ad una vetrata e guardando il mare di Monaco.

Charles aprì gli occhi, quasi illuminato da quelle parole.

«Ho una proposta da farti» disse Charles ad Aurora.

La ragazza lo guardò e si avvicinò a lui, fino a quando a separarli vi erano pochi centimetri.

«Conoscendoti ci tengo a chiarire le cose prima ancora che tu inizi a parlare: ti avverto, non accetto proposte...ehm, indecenti» disse Aurora.

«Ma per chi mi hai preso? Non sono quel tipo di persona...» disse Charles, abbassando lo sguardo.

«Ehi Charles» disse aurora mettendogli le mani sulle guance e alzando il capo del ragazzo verso di lei, in modo da far incrociare i loro sguardi.
«Stavo solo scherzando, so bene che sei un gentiluomo» disse sorridendo, e trascinando Charles in una risata.

«Ti ascolto» disse tornando seria, lasciando la presa sul viso del monegasco.

«Questa casa.» iniziò Charles guardandosi attorno «Voglio che ad arredarla sia tu.»

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