Ogni volta che scrivo un articolo per il giornalino, mi ritrovo a pensare a come introdurre l'argomento trattato (e grazie al... ): cerco sempre di essere simpatica, di creare un'apertura ad effetto, insomma di catturare subito l'attenzione. A volte fallendoci miseramente, ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta.
Perciò, quando ho deciso di parlare di Strappare lungo i bordi, la nuova e chiacchieratissima serie di Zerocalcare targata Netflix, mi sono scervellata un bel po' chiedendomi in continuazione "E mo, che m...izzica scrivo?".Insomma, di questa serie tutti (ma proprio tutti) ne hanno parlato e io, per esigenze di pubblicazione, sono l'ultima degli... Oh, io dico troppe parolacce; Babbo Natale mi punirà. Come introdurre l'argomento?
Beh, facendolo così, de botto... senza senso. Oggi le citazioni si sprecano.
Quindi sedetevi comodi comodi, pijateve un gelato (che con il freddo che c'è non si squaglia) e addentriamoci insieme nel mondo di Strappare lungo i bordi.Protagonista e voce narrante è lo stesso Zerocalcare che ci racconta, con il suo solito linguaggio schietto e rivolto direttamente al pubblico, del suo avventuroso viaggio da Roma verso Biella con gli amici di una vita Secco e Sarah, intervallato costantemente dalle riflessioni, digressioni e flashback di Zero.
La serie è composta da sei brevissimi episodi (quasi venti minuti ciascuno), con un ritmo incalzante e leggero che permette di godersela tutta in una giornata. Nonostante ciò, essa contiene numerosi spunti di riflessioni molto seri e profondi sulla vita, su come sembra che il mondo e la società voglia imporci il giusto modo di viverla, sulle difficoltà che ciascuno di noi è chiamato ad affrontare; il messaggio di Zerocalcare si fonde su una filosofia semplice e più comprensibile, ma non per questo meno profonda e saggia.
Le voci di tutti i personaggi sono dello stesso Zerocalcare, tranne che quella dell'Armadillo, cioè la sua coscienza (si sa che la coscienza deve avere una voce un po' più autorevole... la mia parla con quella di Piero Angela). Ad accompagnare il tutto, poi, ci sono le musiche di Giancane, che ha anche composto la sigla iniziale: un "canto", un grido, uno sfogo che ben si armonizza con la serie e che, con il passare del tempo, sembra parlare sempre di più all'animo.
Ma perché Strappare lungo i bordi è diventato un gioiello da non perdere assolutamente? Perché ha avuto così tanto successo?
In primo luogo la serie è piena, anzi farcita di un botto (botto, unità di misura internazionalmente riconosciuta) di citazioni e riferimenti alla cultura pop degli anni Novanta e dei primi Duemila. Io, per esempio, ho riso tantissimo quando Zero ha fatto il riferimento al fatto che negli anni della sua adolescenza "Manu Chao te diceva che per campa' bene te dovevi fa' trecento bombe al giorno e Tiziano Ferro che te dovevi butta' dal ponte di Ariccia". Le citazioni, ovviamente, non si fermano solo alla musica, che sono una quantità impressionante come il poster di Maestro de pupi per Master of puppets nella stanza di Zero da adolescente; ce ne sono anche rivolte al mondo del cinema, delle serie tv e degli anime/manga (o cartoni e fumetti) che hanno la nostra storia, come Star Wars, Dragonball, Cast Away, Ken il Guerriero (la più esilarante, perché è quella del cane che suona Per Elisa con... ci siamo capiti), Full Metal Jacket e tante, troppe altre.