* Idee fantastiche *

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Falkan

A più riprese si ritrovò a pentirsi di aver chiesto a quel ragazzo di trovare un tatuaggio per la cicatrice del suo viso. In passato l'aveva detestata, aveva significato sofferenza e solitudine per buona parte della sua adolescenza, ma alla morte di sua madre la percezione di quei brutti segni sulla pelle era cambiata: testimoniavano la sua crescita personale, il riscatto da una vita oppressa e difficile. Forse sarebbero dovuti restare proprio come erano, ma da qualche anno a questa parte gli era venuta l'idea di trasformarla in qualcosa di diverso, qualcosa che mostrasse che c'era stata una vera trasformazione in lui.

Sospirò, mentre chiudeva la saracinesca del negozio, di sicuro quel serpente che Nys'Alysar si era tatuato sul braccio era una vera e propria opera d'arte, quindi magari valeva la pena vedere almeno il bozzetto che gli aveva promesso e prendersi qualche giorno per decidere se farselo tatuare sul serio o lasciar perdere. Mentre andava verso la macchina infilò una mano dentro la tasca del giaccone e tirò fuori il biglietto da visita. Il numero di telefono era delineato con una sfumatura verde metallico, lo rilesse più volte e si ritrovò a sorridere da solo come un ebete. Tatuaggio o meno, quel ragazzo era uno schianto, mai visti occhi così magnetici e un sorriso da adorabile bastardo, gli aveva anche lanciato alcune occhiate che sarebbe stato difficile fraintendere, a essere onesti non gli servivano altre scuse per richiamarlo.

Il giorno dopo si sentirono e Nys lo invitò a raggiungerlo nel suo laboratorio, inviandogli le coordinate sul cellulare. L'orario stabilito era insolito, dopo la chiusura del negozio, si chiese se non fosse una scusa per ottenere un appuntamento. Avviando il navigatore non riuscì a non pensare che se si stava facendo solo fantasiosi filmini ci sarebbe rimasto davvero male.

Quella sera la neve cadeva più copiosa, così le strade si erano fatte vuote, la gente aveva avuto fretta di rincasare. Riuscì a trovare parcheggio piuttosto vicino al piccolo laboratorio di tatuaggi, si soffermò a guardare le foto dei lavori sulla vetrina esterna, Nys'Alysar era davvero bravo. Quando entrò fu investito da un piacevole getto d'aria calda e un odore delicato, floreale, un poco speziato, che aveva comunque un retrogusto amaro. Sentì delle voci ovattate venire da una stanza che si trovava alla sua destra, indugiò, infine sedette su una delle poltroncine che si trovavano sull'angolo adibito a piccola sala d'attesa.

La porta si aprì, l'odore di poco prima si fece appena più intenso, uscì una ragazza di bell'aspetto, accompagnata da Nys'Alysar. Nys la condusse al tavolino su cui si trovava il registratore di cassa e un quaderno e sfogliò le pagine di quest'ultimo. Diede appuntamento alla ragazza il giorno dopo Natale e la salutò. Lei lanciò a Falkan una lunga occhiata mentre passava.

«Benvenuto, hai trovato bene la strada?» Nys gli si avvicinò con quel suo sorriso attraente.

Falkan si alzò in piedi. «Senza alcun problema. È un orario insolito, sicuro che vada bene?»

«Io lavoro soprattutto di sera e di notte.» Raggiunse la porta e chiuse a chiave, abbassando le luci dell'ingresso.

Falkan osservò quei gesti un po' perplesso. «Sul serio?»

Nys gli fece cenno di seguirlo, si ritrovarono nel laboratorio vero e proprio, con la poltrona semovibile, tavoli, luci modulabili, e tutta una serie di strumenti, tavole, colori, fogli, oltre a un lavandino con flaconi di prodotti sconosciuti. Falkan si scoprì davvero molto affascinato e Nys fu costretto ad attirare la sua attenzione con uno piccolo colpo di tosse. Gli porse un album che Falkan prese tra le mani e con il cuore che iniziava a battere più forte sollevò la copertina. Diavolo, era davvero emozionato!

C'era disegnato con tratto morbido e abile una sorta di suo ritratto, perfino piuttosto somigliante, e sulla zona deturpata spiccavano degli arabeschi molto eleganti di color celeste, con perle di blu e azzurro, seguivano le linee delle cicatrici in maniera fluida, dando loro però un senso molto più ordinato e artistico.

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