Capitolo 5.

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Mi trovavo in una stanza buia, ero seduta sul divano e ai polsi avevo una corsa per tenerli fermi.
La luce si accese di colpo, davanti a me comparve un ragazzo moro, conoscevo il viso ma non ricordavo di chi fosse.
-Ora starai alle mie regole- disse il moro.
Com'ero arrivata lì? Non ricordavo nulla di ciò che era successo prima.
Uno schiaffo mi arrivò in pieno viso -Devi rispondermi quando ti parlo- disse il ragazzo con occhi puntati su di me.
-Okay- risposi tremando, lui si avvicinò a me ed iniziò a slacciarmi la camicetta.
-Cosa stai facendo?- urlai in preda al panico.
Si alzò e prese dello scotch dal tavolo, ne spezzò un pezzo e lo mise sulla mia bocca.
-Devi stare zitta- disse continuando a spogliarmi.
Ero nel panico, quel ragazzo stava abusando di me ed io non potevo nè muovermi nè urlare.
Mi scese una lacrima sulle guance e chiusi gli occhi.

-Helen?- sentii scuotermi le spalle.

-Helen, devi svegliarti- aprii gli occhi e vidi Luke davanti a me che cercava di svegliarmi.

-Cosa succede?- gli chiesi sistemandomi meglio sulla panca del ospedale.

-Non so, mentre dormivi ti stavi agitando, tremavi e avevi degli scatti improvvisi- abbassò gli occhi e mi prese la mano.

-Ah- riuscii solo a dire.

-Comunque, è arrivato tuo padre, cinque minuti fa è andato al bar al piano inferiore, vai da lui è impaziente di vederti-

Annuii, tolsi la mia mano dalla sua e mi diressi verso la porta, prima di valcarla mi gira verso Luke e gli sorrisi, poi spostai il mio sguardo su Johnathan che ancora dormiva ed abbassai lo sguardo, uscii di fretta e a passi spediti andai verso il piano inferiore.

Papà stava sorseggiando un caffè al bancone del bar, appena varcai la porta del bar si girò e mi venne incontro.

-Come stai?- mi accarezzò un braccio e piegò la testa di lato.

-Tutto bene, papà, tranquillo- lo rassicurai.

-So tutto ciò che è successo, so anche che non vuoi più rivedere Johnathan e ti capisco ma devi affrontare il tuo passato Helen-.

Abbassai lo sguardo, anche lui voleva che io parlassi con Johnathan, nessuno riusciva a capire cosa provavo e cosa avevo provato, nessuno aveva visto la paura che si creava nei miei occhi ogni volta che lo vedevo.

-Papà, no- mi scese una lacrima sulle gotte e subito la asciugai con il dorso della mano.

-Mi dispiace, piccola mia, ma è ciò che penso. Comunque ora devo andare, appena puoi chiama tuo fratello perchè vuole sapere come stai- poggiò la tazzina sul bancone, si allacciò il cappotto e mi diede un lieve bacio sulla fronte -Helen, fai la cosa giusta- disse infine, poi si girò verso l'uscita e se ne andò.

Cosa intendeva con "la cosa giusta"? voleva che scegliessi io cosa fare o che facessi ciò che aveva detto lui?
Distolsi subito dalla mente quel pensiero e andai verso la cassa per prendere una brioche ed un caffè per Luke e un cappuccino per me.

-Ti ho portato la colazione, Luke- varcai la porta e gli porsi il cibo.

-Oh, grazie mille, non dovevi, quanto ti devo?- mise subito una mano in tasca e tirò fuori delle monete.

-Non questa volta, Luke, ti ho offerto la colazione- gli sorrisi e lui mi diede un piccolo bacio sulla guancia.

Spostai lo sguardo da Luke all'altra parte della stanza, Johnathan si era svegliato e stava parlando, o meglio dire urlando, al telefono.

-No, fatti i cazzi tuoi-

-Non mi interessa-

-Si tra poco me ne vado da 'sto ospedale-

Aveva sempre un tono molto sporco e arrabbiato con tutti, soprattutto con i suoi genitori.

Appena mi vide che lo stavo osservando tolse il telefono dall'orecchio e lo mise in tasca.
I pantaloni erano ancora sporchi di sangue e la maglietta era praticamente diventata bordeaux.

Johnathan fece per aprire la bocca ma subito intervenni io -Non ho intenzione di parlare con te ora, dammi tempo- lo guardai in cagnesco, poi mi girai verso Luke e gli feci cenno di uscire.

Fuori dalla porta incontrammo un'infermiera con dei moduli in mano.

-Helen Grey e Luke Hemmings?- chiese leggendo sui fogli di carta.

-Si, siamo noi-

-Okay, potete tornare a casa, mentre Johnathan Finlay deve restare ancora per un pò-

-Lo trova dentro- disse Luke aprendole la porta, lei gli sorrise ed entro chiudendosi alle spalle l'ingresso della stanza.

Nel parcheggio dell'ospedale c'era la moto di Luke.

-L'ha portata qui uno dei medici ieri- disse leggendo nella mia mente la domanda che stavo per fargli.

Mi porse il casco, salii sulla moto e lui fece lo stesso.
Partì come un razzo, appoggiai la testa sulla sua schiena e chiusi gli occhi. Cosa mi stava succedendo?

Il tragitto era corto, infatti arrivammo a casa mia in circa 10 minuti, nessuno parlò durante in percorso di ritorno e ciò servì per pensare a cosa fare con Johnathan.

-Dumani non credo andrò a scuola- Disse Luke spezzando il silenzio.

-Io credo che andrò, quindi ora mi metto a studiare quello che c'è per domani- lui mi sorrise e mi aiutò a scendere dalla moto, -Grazie per il passaggiò Luke-.

-Non ti preoccupare, e poi mica potevo lasciarti lì, comunque dobbiamo parlare, se vuoi sta sera ti scrivo, ho già il tuo numero, a dopo-

Io annuii ed indietreggiai dalla vettura dirigendomi al portone d'entrata, lo salutai con la mano e lui scomparì come un razzo dal parcheggio.

Come faceva ad avere il mio numero? chi glielo aveva dato e come mai lo aveva? oh Luke, cosa mi stava facendo?

Salii in fretta le scale, aprii la porta e trovai sul divano a guardare la tv mio fratello Joshua, lui si alzò di colpo, mi venne incontro e mi abbracciò.

-Mi sono spaventato Hel, non andare più in giro da sola-

Ciauu, scusate l'attesa ma durante queste vacanze di pasqua non ho avuto tempo per accendere il pc e aggiornare.
Beh, cosa pensate del nuovo capitolo? secondo voi perchè il padre ed il fratello di Helen vogliono che lei parli con Johnathan?
Comunque sia, lo saprete tra poco!
Un beso, al prossimo capitolo.
J.R.Wood

Guardami. [l.h] (slow update)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora