Capitolo 10

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"One Day At A Time"- Sam Smith

Let's turn off our phones tonight
And rely on the stars.
We've been so lost lately,
We forgot who we are
But I got everything I need, baby
In the palms of your touch.
In a world of dark distractions
It can all get too much."

*


Louis pensava che la parte peggiore dell'intera cosa sarebbe stata dire ad Harry di voler porre fine a tutto. Gli bastano solo due giorni per realizzare quanto si stesse sbagliando.

Domenica sera, dopo aver lasciato Harry, non dorme. Si sdraia sul letto e fissa il soffitto troppo spaventato anche per chiudere gli occhi. Ogni volta che lo fa vede il sorriso di Harry quando gli si è avvicinato al parco- la completa trasparenza sul suo volto, la risposta ad ogni domanda scritta nei suoi occhi. In qualche modo, questo è più doloroso del ricordare il modo in cui ha maledetto il nome di Louis e il modo in cui è andato via. Fino ad ora Louis è sempre stato abituato a deludere chi ama. É la luce nei suoi occhi, la fiducia nel suo sorriso che  crede di non meritare.

Lunedì mattina si dà malato a lavoro, come un codardo, e resta nel letto fino a mezzogiorno. Lavora su un paio di progetti e fissa il cielo grigio fuori alla finestra. Finisce una bottiglia di vino da solo e trova più facile dormire, ma non più facile respirare.

Martedì è una presa per il culo. Compare per la prima volta il clima primaverile e le persone se ne approfittano; tutti in città sono apparentemente fuori e ridicolosamente felici. Louis crede  che sia crudele il modo in cui il mondo continui a ruotare mentre lui si sta sgretolando all'interno. A lavoro chiude la porta con la scusa dell'essere ancora malato. Le occhiaie sotto i suoi occhi allontanano ogni dubbio.

Supera solo il mercoledì dato che ha una conferenza telefonica con lo staff del The New Yorker. Gli chiedono se può creare qualcosa- possibilmente per una copertina o per la pagina interna della loro edizione narrativa- e sorride per la prima volta in tre giorni. Il secondo dopo che riattacca, vuole chiamare Harry e questo porta il mondo a sgretolarsi nuovamente. Ha avuto il cuore spezzato prima, è rimasto devastato da ragazzi e ragazze allo stesso modo. Ma non si è mai sentito così: come se la terra si fosse sgretolata sotto i suoi piedi e lo avesse lasciato senza gravità.

È giovedì notte quando piange. Decide di fare la lavatrice e trova la felpa UCLA di Harry tra i suoi vestiti. La guarda come se fosse un esemplare alieno, prima che la sua vista si annebbi e il suo cuore si restringi nel suo petto. Si allontana dalla lavatrice e non trova la forza per provare a lavare i suoi vestiti di nuovo per il successivo paio di giorni.

Venerdì Zayn chiama per chiedergli cosa sta. Louis può solo biasimarsi per il modo in cui si spezza, "Non bene,Zayn. Non bene." Attacca senza aggiungere altro alla conversazione. Quella notta si sdraia sul divano e guarda un'intera stagione di Queer Eye su Netflix senza pausa. Odia il modo in cui vuole chiamare Harry e dirgli di guardarla, odia quanto desideri che Harry sia lì a guardarla con lui. "Sei tu quello che ha mandato a puttane tutto," dice ad alta voce, invece. Neanche i suoi nuovi amici nella televisione gli dicono che ha torto.

E così va avanti.

Ogni cosa sembra dolorosa fino a quando non si sente paralizzato. I giorni passano lentamente e poi velocemente e poi sono passati dieci giorni da quando ha visto o parlato con Harry per l'ultima volta. E per la prima volta, in quattro anni, che non lo vede per così a lungo e forse questo è il primo segno reale che forse le cose non torneranno alla normalità. Non che la normalità sia per loro qualcos'altro che ridicolo, però.
Louis non riesce nemmeno ad immaginarselo- come lui possa possibilmente essere nella stessa stanza di Harry senza sentire il proprio cuore balbettare e un coltello stabilirsi nelle costole ad ogni respiro.

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