Mikey pov
Abbassò il capo, non come indice di rassegnazione, piuttosto pareva stesse cercando di placare il desiderio di abbandonarsi allo squilibrio e all'avventatezza.
Nel momento in cui risollevò la testa e rivolse lo sguardo al cielo, avvertì un senso di vuoto palesarsi da quegli occhi dalle due tonalità differenti.
Poi, un aura misteriosa si manifestò intorno alla sua figura minuta.
Era avvolta dall'oscurità..
Umi pov
La mia mente vacillava, in bilico su un filo tra il bene e il male.
Ma qual era la differenza?
Cos'era giusto e cos'era sbagliato?
Da tempo ormai, non lo sapevo più.Due sentimenti eterni in perenne lotta, la ricerca di un'armonia impossibile e l'abbandono al caos.
Quella stessa lotta, che credevo non avrei mai dovuto affrontare ma con cui invece ho imparato a coesistere con il passare degli anni.
L'incapacità di risolvere quel mistero mi terrorizzava, eppure in quel momento divenne la mia forza.Si cambia per via della nostra indole ribelle, quella che non accetta compromessi.
Si cambia per le ferite e perché c'è un limite alla sopportazione.Tuttavia, nonostante sostenessi che provare affetto per qualcuno o per qualcosa avrebbe portato solo dolore, il ricordo delle sue parole fu una sorta di illuminazione:
« Smetti di credere di non potercela fare.. »
« ..dimostra a mio fratello che si sbaglia e copritevi le spalle a vicenda.. »
« ..io vi guarderò da qua su! »
Sapevo già che tutte quelle emozioni inespresse non sarebbero mai morte e che di conseguenza sarebbero uscite fuori ancora e ancora.
Sapevo già che per poter riabbracciare la luce, delle volte occorreva rischiare l'oscurità.
Lasciarsi cadere nell'oblio significava venir dimenticati da tutti.
Al contempo, però, insegnava a giocare la carta dell'indifferenza.La più scaltra tra le vendette.
A cui però non ho mai prestato attenzione, non quando si trattava della gente che mi era stata portata via.
Shinichiro aveva ragione, quando si trattava delle persone che mi stavano a cuore ero sempre la stessa.
Da un pò mi chiedevo perché il dolore sembrasse più confortante dell'essere felice.
Allora capì quanto, in realtà, fu proprio quel medesimo dolore a farmi sentire veramente viva.Tuttavia, anche solo per alleviare momentaneamente quei sintomi, ero disposta a cedere ai miei impulsi più oscuri.
Per potermi liberare di quel mostro, non potevo che lasciarlo sfogare ancora.
In fondo, vivevo una vita in cui per salvare te stesso era necessario affondare qualcun altro.
A quel punto, una voce quasi ovattata mi rapì da quell'estasi in cui mi trovavo:
« Be', visto il tuo trascorso non hai più nessuno su cui contare! Vi faccio una proposta, perché non lasciate che sia io ad occuparmi degli assassini come lei? » riprese Hanma, avanzando verso la mia direzione.
Un vociare generale si inalzò da parte del gruppo della Toman.
Mi guardai in torno e poco prima che il mio sguardo incrociasse quello di mio fratello Baji, avvertì una presenza alle mie spalle.In un attimo, quell'aria intrisa di tensione smise di gravarmi sulla schiena.
Per la prima volta dopo tanto tempo sentivo di poter contare su qualcuno e ne ebbi la conferma nell'esatto momento in cui percepì una mano posarsi sulla mia spalla destra.
Di fatto, quando voltai il capo, Draken era lì a guardami le spalle.
Proprio come era solito fare Shinichiro.
« Toccala e ti faccio fuori! » lo minacciò il colosso dalla tempia tatuata.
« Tsk! »
Vidi il boss della Moebius interrompere l'avanzata per poi indietreggiare di qualche passo, mentre un misto di sorpresa e nervosismo gli si presentavano in volto.
Compresi il motivo di tale cambiamento, solo quando avvertì una scarica di adrenalina attraversarmi da parte a parte.
Quella magica e, credevo ormai quasi sconosciuta, sensazione di invincibilità, il cui innesco erano sempre stati Shinichiro e la mia vecchia gang.Un brivido lungo la schiena mi fece sussultare.
Deglutì invano, cercando disperatamente un modo per sbarazzarmi di quel nodo formatomisi in gola.
Feci un respiro profondo e solo allora, spinta dalla troppa curiosità, decisi di voltarmi verso la fonte di quell'esagerata e indomabile energia che da sempre, come una calamita, mi attraeva a se.Alla vista dello schieramento formato dai membri dalla divisa nera come la pece, un leggero ghigno mi si presentò in volto.
Ormai anche quella fastidiosa sensazione di invulnerabilità aveva deciso di abbandonarmi definitivamente, dando a quella furia il libero accesso di persuadermi del tutto.La Tokyo Manji gang mi stava regalando l'occasione di redimermi e allo stesso tempo, di darmi un valido motivo per non lasciare che il trauma subito diventasse il mio stesso alibi.
Solo qualche istante più tardi riconobbi una seconda presenza affiancarmi da sinistra:
« Alla fine ti sei decisa.. » parlò il giovane boss senza distogliere lo sguardo dal nemico.
« Sono qui per farti cambiare idea su di me, Sano Manjiro! »
Lo vidi sussultare nell'esatto momento in cui pronunciai il suo nome per intero e solo allora decise di concedermi la sua completa attenzione.
Spostò il suo sguardo serio sulla mia figura e fece per portare le labbra il più vicino possibile al mio orecchio sinistro:« Dimostrami fin dove sei disposta a spingerti, Umi Keisuke! »