Scontro tra titani, parte 1.

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Wakanda.

-Sei veramente qui - dice lui, sorridendo. Mi mette le mani sulle spalle, delicatamente, accarezzandole. Poi passa al collo e finisce sulla mia faccia, sfiorandomi le labbra e finendo mettendomi la mano di metallo a coprire gli occhi. Gliela levo, ridendo e gli dò un pugno sulla spalla, sapendo di fargli leggermente male.
-Hai visto? Sono effettivamente qui. 
-Ho sentito, più che altro.
Ridiamo ancora.
-I tuoi capelli... hanno dei riflessi strani.
-Credo sia il vibranio. 
-Sì, credo anch'io - sorride. -Sono contento. Ma sappi che anche con la bandana eri molto bella.
-Sai, Tony mi chiamava Bandana Mama.
Ride. Mi dà un bacio soave sulle labbra. Poi si gira a guardare Anna giocare con Natasha davanti a noi. Giocavano rotolandosi sul prato e a fare l'aeroplano. 
-Bandana Mama... - dice, con gli occhi lucidi.
-Non potevi saperlo, Buck... - dico, prendendogli il viso tra le mani, spostandogli qualche ciocca di capelli neri per poterlo guardare negli occhi -... neanche io lo sapevo. Non avevo sospetti, non pensavo neanche fosse possibile. Pensavo che l'HYDRA, quando ci catturò l'ultima volta, mi avesse reso sterile, come tutte le altre volte e che il congelamento parziale a cui mi hai sottoposto per salvarmi la vita a fine prigionia non avesse potuto mettere tutto a posto... e invece eccoci qui. Non potevamo saperlo, nessuno di noi due. E' un miracolo. E poi, se non fosse stato per lei, Buck, io non credo che sarei qui. Non credo che sarei venuta a cercarti per così tanto tempo, non credo che avrei rischiato quanto ho rischiato e non credo che alla fine avrei incontrato Steve. Probabilmente avrei ricominciato da capo da un'altra parte, con altre identità oppure... io non so cosa avrei fatto. Ma so che non sarei qui, a tenerti la mano in questo momento.
-Non ti lascerò più, te lo prometto. Vedrò di meritarvi, tutte e due. Andremo da qualche parte, solo noi tre. Ricominceremo una vita, una vita nostra, lontani da tutto l'odio e da tutte le battaglie, guerre, morte. Farò il papà e tu farai la mamma, se lo vorrai.
-Sì, faremo così. Una bella casa in mezzo alla campagna.
-Sarebbe bello avere una fattoria.
-E un orto.
-Mangiare torta di mela d'autunno e bere limonata d'estate.
-Una vita normale, come tante altre.
-Una vita insieme.
Poggio la testa sulla sua spalla.
-Ad essere sincera, non so cosa significhi avere una vita normale.
-Nemmeno io. Penso che lo scopriremo.
Entrambi sappiamo che questo non sarà possibile. Entrambi sappiamo cosa sta per accadere da un momento all'altro e che probabilmente questa sarà l'ultima volta insieme. Ma vivere questo istante, in un mondo e in una realtà solo nostra, lontani da tutto ciò che ci circonda, è la cosa più preziosa che abbiamo. Sorrido. Mi viene in mente un ricordo molto prezioso che ho.
-Perché sorridi? A cosa stai pensando? - mi chiede.
-Una volta una persona che amo mi disse una cosa importante. 
-Cioè?
-"È assurdo come comincia la vita. La mia è iniziata ora, che sta per finire."
-Sì... - dice, sorridendo - ... me lo ricordo anch'io. Ed è vero, oggi più di allora. La nostra vita inizia solo quando sta per finire. Ma sono felice. Non mi manca più niente. Posso pure morire in pace, ora. 
Ci baciamo, di nuovo. Forse, per l'ultima volta. 
-Grazie - dico, staccandomi - grazie per avermi fatto iniziare a vivere. 
-Grazie a te per avermi riportato alla vita. 
Ci abbracciamo.
-Ragazzi, non vorrei interrompervi - dice la voce di Steve dietro di noi. Ci stacchiamo e ci giriamo verso di lui e della Dora Milaje accanto. Nel frattempo Nat viene verso di noi con Anna in braccio.
-Stanno per attaccarci. Dobbiamo prepararci alla battaglia. Portate Anna con gli anziani e bambini che stanno per rifugiarsi nelle grotte delle montagne. Sarà al sicuro, Maria.
-Vai con loro, Maria - dice Bucky.
-No, io resto con te.
-Vai con loro, per favore.
-Maria, dai retta a Bucky, vai con Anna - dice Steve.
-Non mi muovo da qui.
-Non posso perderti - dice Bucky.
-Neanche io posso perdere te. E poi una mano in più può farvi comodo. E ricorda, Bucky, sono più forte di te.
-La bimba la prendo io - dice la Dora Milaje -La porterò io alla montagna. Starà al sicuro. La difenderò con la mia vita.
-D'accordo - dico, preoccupata, ma decisa - Datemi un momento con lei... dateci un momento con lei.
Detto questo, tutti si allontanano e Anna viene verso di me per essere abbracciata e così faccio. La stringo forte forte a me, odorando la sua testa per cercare di ricordarmi quell'odore, per ricordarlo in caso di...
Bucky ci stringe tutte e due in questo abbraccio pieno di amore, paura e dolore.
-Sarebbe stato bello avere più tempo per questo.
-Lo avremo, Bucky. Sarà la normalità presto, vedrai.
Annuisce e torna a stringerci. Le dà un bacio sulla testa e afferra tra le sue mani il suo piccolo viso, guardando intensamente quegli occhi azzurri che condivide con la bimba.
-Non vorrei interrompervi, ma dobbiamo andare se vogliamo raggiungerli - dice la Dora Milaje.
-Hai ragione - dice Bucky e la prende in braccio per un ultimo momento, cercando quasi di fare una fotografia mentale di quel piccolo viso da portare con sé. Le dà un ultimo bacio e la porge alla Dora Milaje.
-Ciao piccolina - sussurra.
E così, vediamo Anna, nostra figlia, andare via da noi, senza alcun pianto, tranquilla come al solito, quasi come se stesse andando a nascondersi per giocare a nascondino. Tutto per lei è un gioco e questo è quello che immagino possa pensare.
Stringo di nuovo Bucky a me e lui ricambia la stretta. Ci guardiamo negli occhi.
-Va tutto bene - sussurro.
-Sì. Tutto bene.
Detto questo mi dà un bacio sulla fronte.
-Prepariamoci - dice Sam, porgendo un fucile a Bucky e uno a me. Alla mia divisa, ho appesi i miei coltelli bianchi. Siamo pronti a lottare contro lo sconosciuto, con armi obsolete, ma con tanto coraggio, speranza e voglia di difendere il nostro mondo e le nostre persone. 
Con il fucile in una mano e la mano di Bucky nell'altra, ecco che vedo scendere dal cielo queste astronavi, che poco dopo toccano terra. Infine, questi alieni neri indefiniti scendono da esse, schierandosi alla battaglia.
-Preferivo l'aspetto degli alieni di "Mars Attacks!". Questi sembrano finti. 
-Di che cosa? - chiede Bucky, confuso. 
-Maria, non puoi pretendere da un vecchietto centenario che conosca i film pop degli anni '90- commenta Sam.
-Anch'io sarei una vecchietta. Ma comunque lo conosco - dico. 
-Questo perché ogni tanto ti piace sorride - conclude Sam. 
Ridiamo. 
La nostra risata viene interrotta dal rumore di questi alieni neri che si scaglia contro  il campo di forza che protegge i confini del Wakanda, con forza, energia e... suicidandosi? Il campo di forza è così potente che non li fa passare, almeno non tutti integri. Pezzi di braccia, teste, gambe finiscono all'interno del territorio Wakandiano, ma quasi nessuno riesce a passare. Quelli che passano muoiono poco dopo o per un proiettile o per lo sforzo. 
Poi, Re T'Challa prende una decisione: aprire la barriera. 

E così, inizia la fine del mondo. 

-
Ciao ragazzi!!! Scusate il ritardo, ma ecco qua il nuovo capitolo. Scusate anche del fatto che è più breve degli altri, ma non voglio e non descriverò le scene del film, anche perché comunque non cambierei una virgola. Maria all'interno del marasma avrebbe fatto quello che fanno tutti gli altri: lottare, lottare, lottare. 
Comunque, tranquilli, la parte dell'arrivo di Thanos la descriverò e avverrà nel prossimo capitolo.
Buon Natale, amici!
EggWoman1

Ps: sto scrivendo una FanFiction su Daredevil e ho pubblicato il primo capitolo, se volete dare un'occhiata! Si chiama "Quello che gli occhi non dicono". Sarà una storia molto personale dove parlerò di molte cose mie e mi aprirò con voi nel profondo. Se fate un salto a leggere il primo capitolo mi rendereste felicissima! Intanto ecco la foto di copertina della storia.
A presto!!!

A presto!!!

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La Pienezza del Tutto. || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora