19.Lui il suo guerriero e lei la sua coscienza.

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«Vostra maestà, già di ritorno, è successo qualcosa?» disse il signor Rhince un marinaio e padre della bambina.
«No, non abbiamo trovato niente, invertire la rotta.» disse Caspian.«Invertire la rotta!» gridò Tavros il Minotauro.
Lasciarono quell'isola con i suoi misteri che vennero scoperti solo da chi era andato in avanscoperta e non rivelarono a nessuno ciò che avevano visto.
Lucy era tornata da quella esplorazione con il volto pallido, di chi aveva visto un fantasma, gli altri non erano da meno.
Edmund prese a lucidare il suo nuovo acquisto, la spada che gli aveva consegnato Caspian, Reepicheep che di solito parlava sempre, era insolitamente silenzioso, come del resto Eustachio, che dava fastidio all'equipaggio mettendosi sull'albero maestro o svolazzando di qua e di la, non fece niente di tutto ciò, con il suo amico topo, sulla sua testa, volava anche lui silenzioso.
Caspian e Drinien erano sul pontile, Drinien dava ordini Caspian pensava alla prossima metà, all'apparenza tutto normale, Lucy, Aveva raccontato a Gael, ciò che aveva visto, ancora non credeva ai suoi occhi, la natura incontaminata, folti radici e grandi alberi, i sentieri che avevano percorso erano a senso unico, i laghetti che avevano visto e poi fermati a rinfrescarsi un po' erano lucenti per il sole che picchiava e freschi, gli animali che avevano incontrato lungo la via non si erano avvicinati a loro, i cespugli erano rigogliosi di fiori.
«Il re Caspian e Il re Edmund si sono fatti anche il bagno.» spiego Lucy con un sorriso. Gael ascoltava attentamente il racconto felice di saperne di più. Però si era accorta che la sua amica aveva un qualcosa di strano, negli suoi occhi non brillava la stessa luce che contraddistingueva la regina Lucy che tutti quanti a Narnia conoscevano o ne avevano solo sentito parlare nei racconti popolani, ma lascio perdere la bambina e si mise meglio sul letto per ascoltare la storia che stava finendo.

Lucy si alzò dal letto, era appena tornata nella sua cabina dopo aver cenato, non riusciva a dormire, Gael era da suo padre, era sola. Un rumore la fece alzare di scatto e perdere il suo pugnale, era sicura che nel corridoio non ci fosse nessuno, o forse la sua mente le stava giocando un brutto scherzo come quello del libro del mago o quello dell' isola che erano andati a perlustrare, non aveva detto tutta la verità alla bambina per non spaventarla, tutte le cose che aveva raccontato erano vere ma ogni isola che si conosca, ha del bello e allo stesso tempo del maligno.
Poteva chiedere aiuto, gridare, chiamare Edmund o Caspian ma niente di tutto questo, Apri la porta, stando attenta a non fare rumore,  il pugnale stretto nella mano destra pronto a colpire.

«Ehi» disse la voce, la disarmo velocemente prima che il pugnale di Lucy potesse toccare la gola dell'uomo. «Vacci piano con quell'arma.» rise. «Caspian, puoi lasciarmi adesso?» disse lei imbarazzata. Lucy era andata per colpire l'uomo alla gola e buttarlo a terra e poi chiamare aiuto ma si era sbagliata, l'uomo che stava facendo rumore non era altro che Caspian, lui colto alla sprovvista si era solo difeso, con le solite mosse che aveva imparato da bambino per poter disarmare l'avversario, in questo caso aveva fatto lo stesso con Lucy, appena se l'era trovata davanti pronta ad attaccare.

Ora le loro mani erano ancora unite, la schiena della piccola regina di Narnia aderiva al petto del giovane re, immobili così, silenziosi, i loro respiri profondi, ed il pugnale a terra poco distante da loro. Fin quando non decisero di staccarsi, Lucy cercava in tutti i modi di non farsi vedere in volto, era imbarazzata e accaldata in un attimo, Caspian dal canto su, non si aspettava di certo quella reazione da lei, non lo avrebbe mai ammesso, ma era orgoglioso di lei, della donna che stava diventando, si chiese se l'isola avesse fatto cattivo effetto anche su una come lei, si rispose di si dall'atteggiamento che aveva avuto poco prima, lo vedeva, dall'imbarazzo di lei e soprattutto dai suoi occhi che non avevano lo stesso bagliore di sempre, la doveva proteggere e per un po' l'aveva fatto ma poi ...

«Scusa.» disse lei improvvisamente. Lo fece destare dai suoi pensieri, era scossa da qualcosa che Caspian non riusciva a comprendere, cosa la turbava si chiedeva. «Tranquilla, Lu, posso entrare?» chiese. Un tempo prima dell'arrivo dei ragazzi era stata la sua cabina, ora era di Lucy, felice che avesse accettato di prendere proprio la sua. Entrò, sentì chiudere la porta alle spalle. Le coperte sparse del letto fecero capire a Caspian che non era riuscita a chiudere occhio, e come aveva detto lei prima, aveva sentito un rumore e si era allarmata che potesse essere qualcuno di non desiderato. Si chiese lui, cosa mai potrà avere visto la giù per scaturire questa reazione, volle chiederle qualcosa ma invece chiese.

𝐅𝐫𝐨𝐦 𝐭𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐢𝐬𝐞𝐝 𝐜𝐚𝐥𝐥𝐬 « 𝗅𝖾 𝖼𝗋𝗈𝗇𝖺𝖼𝗁𝖾 𝖽𝗂 𝗇𝖺𝗋𝗇𝗂𝖺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora