Capitolo 4

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Dopo aver indossato qualcosa di più comodo camminai nervosamente per l'appartamento così tante volte da perdere il conto, nel
tentativo di tenere a freno la mente.
Mi ero immaginata tutti gli scenari possibili e, nonostante i miei sforzi di mantenere i pensieri il più positivi possibile, stavo fallendo miseramente.
"Calma Abby, calma." respirai profondamente. "Andrà tutto bene, Kate entrerà da quella porta sana e salva e domani tornerete alla vostra vita monotona."
Feci una smorfia prima di proseguire. "Tuttavia in questo momento potrebbe anche trovarsi in cella, oppure vittima di uno degli scagnozzi di Armand o peggio, potrebbero averla uccisa." respirare sembrò più difficile. "E se fosse morta? Oh mio dio. Io non avrei più la mia migliore amica e non mi perdonerei mai il fatto di averla lasciata andare da sola. Come se non bastasse, non potrebbe mai sapere che la amo."
Mi zittii, sentendomi osservata. Abbassai lo sguardo e vidi il cane piegare la testa di lato con un guaito.
"Si." dissi. "Hai sentito bene, amo Kate. Sono innamorata di lei da anni e probabilmente non potrà mai saperlo perché Dio solo sa cosa le è successo. Sarei dovuta andare con lei maledizione!"
Diedi un pugno sul tavolo cedendo alla frustrazione e, con un tempismo impeccabile, la porta si aprì.
"Ok Abby, puoi smetterla di torturarti, sono torn-"
Prima che Kate potesse finire la frase l'abbracciai.
"Avevo pensato giusto a un paio di scenari catastrofici." borbottai.
Il suo corpo si rilassò e lei mi strinse a sé.
"Lo so, ma sto bene."
"Feroce cane da guardia."
Un uomo fermo sulla soglia indicò il nostro nuovo animale domestico, il quale gli era andato in contro scodinzolando.
Mi allontanai da Kate e lo osservai attentamente, aveva qualcosa di familiare.
La realizzazione mi colpì pochi secondi dopo e rimasi impietrita.
"Tu sei.."
"Occhio di falco!" squittì Kate.
"E come cavolo lo hai trovato?"
"Lui ha trovato me in realtà, è comparso mentre stavo mettendo al tappeto un gruppo di tizi strani in tuta."
Clint alzò gli occhi al cielo.
"Oh scusa, che maleducata. Io sono Abby, Abby Turner." mi presentai stringendogli la mano.
Lui accennò un sorriso. "Clint Barton."
"Voi due siete.." azzardò imbarazzato.
"Amiche." affermai con una convinzione che parve eccessiva persino a me.
"Migliori amiche." precisò Kate.
"Quindi l'hai salvata." cambiai discorso.
"Praticamente."
"Non mi ha salvata. Avevo tutto sotto controllo."
Clint mugugnò fingendosi d'accordo. "Allora, ti vuoi togliere quella roba così me ne vado?" indicò il costume di Kate.
"Oh si, giusto."
Si precipitò di sopra parlottando tra sé emozionata di avere uno degli Avengers in casa.
Clint passeggiò nella zona trofei di Kate, osservandone attentamente le targhette.
"Bella casa per una ragazzina." considerò.
"Perciò" si rivolse a me. "siete state voi ad affrontare i ladri nella cantina durante l'evento di beneficienza."
Annuii.
"Quanti anni avete? 18?"
"Ne abbiamo 23."
Si strinse nelle spalle. "Fa lo stesso."
Kate ci raggiunse nella sua tuta viola preferita, tenendo stretto l'arco in una mano e il costume piegato nell'altra.
Porse il costume a Clint, poi indicando l'arco disse. "Puoi farmi un autografo?"
"Non ho ancora finito." Clint posò il costume sulla sedia accanto a lui.
"Quando hai finito mi autografi l'arco? Tu sei il mio avenger preferito."
Sorrisi davanti all'entusiasmo quasi infantile di Kate.
"State bene a proposito?"
"Stiamo bene." affermammo quasi in coro.
"Se avessi visto loro." aggiunse Kate.
"Li ho visti, i mafiosi in tuta."
"È così che si chiamano?" arricciai il naso. "È un po' didascalico."
"Devo sapere se qualcuno vi ha visto in faccia."
"No." rispose Kate.
"Ok, perché il proprietario di quel costume aveva diversi nemici. I mafiosi in tuta sono solo alcuni." il tono di Clint si fece estremamente serio. "Non sei riconducibile al costume in nessun modo?"
"Esatto." disse Kate.
"Devi esserne sicura."
"Lo sono."
"Quelli in tuta ti hanno seguita dall'asta fino a dove ti ho trovata io. Ti sei fermata da qualche altra parte?"
Kate si girò verso di me pensierosa. "Ho solo lasciato qui Abby e il cane."
"Ehi Kate Bishop!" una voce con un forte accento straniero gridò dalla strada facendoci sobbalzare.
"Oh mio dio." esclamai.
"E.. il mio nome è sul citofono." aggiunse Kate con un sorrisetto colpevole.
"State giù!" Clint ci afferrò proteggendoci con il suo corpo mentre una bottiglia incendiata fu scagliata nell'appartamento.
Io e Kate lo osservammo correre verso le finestre e rompere il vetro con una gomitata. Afferrò al volo un'altra bottiglia e la rilanciò in strada. Guardai al mio fianco per assicurarmi che Kate stesse bene ma non c'era più, invece la vidi in cima alle scale intenta a scagliare una freccia che, a giudicare dal rumore, distrusse una bottiglia ancora nelle mani di qualcuno.
"Te l'ho detto." disse orgogliosa quando Clint si girò meravigliato.
"Kate, l'estintore!" urlai.
Scagliò una freccia e lo prese in pieno facendolo schizzare sul soffitto, colpì la parete e infine il pavimento prima di dirigersi a tutta velocità verso di noi.
Ci scansammo appena in tempo.
I sensori anti-incendio partirono inzuppandoci.
"Dobbiamo uscire di qui." dissi afferrando il braccio di Kate.
"La mia casa, tutte le mie cose."
"Ci penseremo dopo Kate."
"C'è un'uscita di emergenza?" domandò Clint.
Kate scosse la testa.
"Prendete il cane e andate."
Fischiai e il cane comparve immediatamente in cima alle scale, pronto a guidarci verso l'uscita.
"Aspetta, aspetta, il costume." esclamò Kate.
"Lascialo, torneremo dopo a prenderlo."
Kate mi strinse la mano e, seguite da Clint, uscimmo di corsa dall'appartamento.

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"Dove si va?" chiese Kate mentre scendevamo le scale per prendere la metropolitana.
"Ci allontaniamo dalle persone che vogliono uccidervi." rispose Clint.
"Giusto. Poi dove si va?"
"Conosco un posto dove saremo al sicuro." dissi. "Almeno finché non ci trovano."
Kate mi lancio un'occhiata interrogativa.
"Ottimo, ma prima facciamo rifornimento."
"Ci puoi scommettere." Kate guidò il cane all'interno del treno. "Roba da Avengers?"

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"Non era questo che avevo in mente." bofonchiò Kate agitando la borsa piena di cerotti e disinfettante.
"Beh è quello di cui avete bisogno."
Io capitanavo la fila.
Mi fermai quando riconobbi la porta dell'appartamento.
"Come pensate di entrare?" il tono ironico di Clint mi infastidì, ma non ci badai.
"Aspetta." lo rassicurò Kate.
Frugai nelle tasche e ne estrassi una forcina infilandola tra le labbra, poi allungai una mano e districai abilmente la seconda dai capelli di Kate. Le mostrai entrambe a Clint con fare volutamente provocatorio.
Dopodiché le aprii e armeggiai con la serratura per qualche secondo. Quando cedette sotto le mie mani diedi un colpetto alla porta che si aprì cigolando.
Mi spostai di lato e li feci entrare. Kate mi passò accanto sorridendo orgogliosa.
"Non è esattamente una fortezza, ma va bene così."
"È la casa di mia zia, va sempre in Florida per l'inverno."
Clint annusò l'aria infastidito.
"Ci sono gatti qui?"
"Solo peli di gatto." risposi accendendo le luci e appendendo il cappotto.
Kate posò il suo arco sul tavolo in cucina.
"Voi due dovete disinfettarvi le ferite." Clint parlò sistemando le borse. "Potete usare il sapone e poi le disinfettate. Nel frattempo io torno nell'appartamento per il costume, poi finalmente dai miei figli."
Lo osservammo mentre si avviava verso la porta.
"Ma certo Clint puoi entrare in casa mia." ironizzò Kate. "Non ti servono le chiavi?"
"No, non servono. Voi state qui e chiudete la porta."

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