Capitolo 5

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Dopo che Clint se ne fu andato Kate ne approfittò per fare una doccia togliendosi di dosso l'odore di bruciato.
Mentre lei si medicava le ferite io riempii una ciotola d'acqua per il cane. Gli accarezzai la schiena pensando a quanto avevamo rischiato poco prima.
"Ehi."
Kate comparve sulla soglia, i capelli sciolti e ancora leggermente umidi.
"Cosa ti sei messa sulla fronte?"
"Un cerotto per coprire il taglio."
Mi alzai e osservai più da vicino.
"Lo hai disinfettato?" chiesi.
Kate esitò. "Si."
"D'accordo vieni qui." la feci sedere davanti a me e cominciai a staccare delicatamente il cerotto.
"Fai piano." borbottò.
"Non l'hai pulita bene. Così rischi che faccia infezione."
Frugai nella borsa della spesa e tirai fuori un pezzo di cotone e una boccetta di disinfettante. Bagnai il cotone e lo tamponai sul taglio di Kate.
"Ahi, brucia."
"Resisti." dissi tenendola ferma. "Non è poi così brutta, un graffio profondo."
Posai il cotone e presi un paio di cerotti.
"Devi pulirlo in modo perpendicolare, devi farlo chiudere." continuai applicando il cerotto. "Questo lo aiuta a stringersi e così si rimargina più velocemente."
Kate mi guardò dal basso incuriosita. "Come sai tutte queste cose?"
"Mia madre è un'infermiera ricordi?"
"Giusto."
Fece una smorfia di dolore quando cominciai a dedicarmi alla ferita più piccola sul suo mento.
"Potrei abituarmici sai?"
"A cosa?"
"Tu che ti prendi cura di me dopo aver trascorso la nottata a combattere i delinquenti."
"Quindi terresti per te tutto il divertimento e io sarei solo la tua infermierina personale?" domandai alzando un sopracciglio.
"Assolutamente no, non andrei mai da nessuna parte senza di te."
"Mi sembra un buon compromesso." dissi cercando di nascondere il rossore che si stava formando sulle mie guance.
Applicai l'ultimo cerotto e indietreggiai per osservare il risultato incontrando lo sguardo adorante di Kate.
"Cosa?"
"Niente." sorrise. "Sei meravigliosa Abby."
Per la seconda volta nel giro di poche ore, notai quella strana e nuova scintilla nei suoi occhi.
I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza e non potei trattenermi dall'abbassare lo sguardo sulle sue meravigliose labbra.
Lei fece lo stesso e, quasi impercettibilmente, cominciò a ridurre la distanza tra di noi.
"Ahem." Clint si schiarì rumorosamente la gola.
Per poco non saltammo entrambe in aria.
"Gesù Clint!" esclamai posandomi una mano sul petto.
"Come hai fatto ad entrare senza fare il minimo rumore?" chiese Kate alzandosi.
"Abitudine." socchiuse gli occhi. "Ho interrotto qualcosa?"
"No!" mi affrettai a rispondere.
"No.. niente, assolutamente niente."
Clint rimase dubbioso.
"Com'è il mio appartamento?" Kate cercò di distrarlo.
"Arrosto."
"Hai preso il costume?"
"No."
"Ma sai dove trovarlo." intervenni.
"Che cosa te lo fa dire?"
Inspirai profondamente "D'accordo, io vado a farmi una doccia. Ci vediamo domani immagino Clint."
Lui mi salutò con un cenno del capo e io mi dileguai nel corridoio.

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Ravvivai i capelli freschi di asciugatura con le dita, indugiando leggermente sulle punte. Il mio riflesso nello specchio non sembrava mio, avevo un taglio sulla guancia, non troppo profondo ma visibile, e uno sul sopracciglio. In un certo senso mi conferivano un aspetto più intimidatorio, un fascino da cattiva ragazza.
Erano trascorsi circa quaranta minuti da quando avevo lasciato Kate e Clint soli in cucina. Immaginai che lui ormai se ne fosse andato e Kate si fosse addormentata, con tutta probabilità sul divano, accanto al cane.
Quando uscii dal bagno tuttavia le mie aspettative furono smentite. In salotto la piccola lampada da lettura era ancora accesa, Clint seduto sulla poltrona stava parlando dolcemente al cane, il muso stretto tra le mani. Provai un senso di tenerezza vedendolo così, i figli dovevano mancargli molto.
I suoi modi erano un po' bruschi ma non c'era alcun dubbio riguardo il suo essere un bravo padre. Bastava pensare a come si era occupato di me e Kate, mettendoci in salvo e assicurandosi continuamente che stessimo bene, nonostante fossimo due complete estranee combina guai.
Sgattaiolai in camera da letto senza farmi vedere.
Kate dormiva profondamente, le coperte tirate fino al mento.
Mi infilai nel letto e la osservai non potendo fare a meno di sorridere.
Il viso era completamente rilassato, eccetto per un piccolo cipiglio sulla fronte, la bocca socchiusa. Sembrava così dolce e indifesa, un'ondata di affetto mi travolse.
Sperando di non svegliarla, mi allungai per baciarle la guancia, indugiando qualche secondo in più sulla pelle morbida.
"Buonanotte Kate." sussurrai.
Spensi la luce raggomitolandomi nel dolce tepore finché le palpebre non cominciarono a diventare pesanti e sprofondai nel sonno.

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