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🌙🖤 Howl - Florence + The Machine


Non è una novità, che a Londra piova così spesso. Le giornate, soprattutto quelle di fine estate, erano caratterizzate da quella brezza estiva mista a umidità. Il cielo era coperto da una distesa di nuvole, piuttosto fitta. La luce emanata dal cielo era biancastra: esattamente quel tipo di luce che da fastidio agli occhi anche se il cielo è completamente coperto.

A Splendora la pioggia piaceva. Se doveva scegliere, quale fosse il suo profumo preferito, avrebbe sicuramente scelto quello dell'erba bagnata, soprattutto di prima mattina. Lei e la sua famiglia vivevano in un piccolo castello, nelle campagne di Londra. Ogni mattina, era solita ad spalancare le finestre della propria camera, per far entrare così quel profumo di erba bagnata che tanto adorava. Lei e la natura erano un tutt'uno, inseparabili. Lei e Ferguson, suo gemello, avevano una tradizione: la sera del trentuno di agosto, insieme, si recavano nel boschetto dietro casa per passare la notte a girovagare.

Una cosa che non sapeva nessuno, è che Splendora e il resto della famiglia erano tutti quanti degli animagus. Fin dall'inizio della loro stirpe, i Morgenstern sono sempre stati animagus, e sempre l'animale in questione era un lupo, di qualsiasi variazione. Splendora per esempio, quando mutava forma, assumeva le sembianze di un lupo nero, mentre il gemello un lupo svedese, dal manto bruno-grigiastro. Nessuno sapeva questo loro segreto, nemmeno i loro amici. Quando a Hogwarts calava la notte, difficilmente i gemelli restavano sotto le coperte, nel loro dormitorio. Non resistevano al fascino della foresta, e nemmeno a quello della luna. Erano degli animagus da quando avevano 11 anni. Prima del loro primo anno ad Hogwarts, vantavano già delle orecchie a punta e lungo manto.


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Splendora si trovava sul treno diretto a Hogwarts, nella cabina insieme a lei Ferguson e Christopher Nott, suo migliore amico. Lei e il fratello non condividevano gli stessi amici, anzi, in tutta sincerità Splendora non amava molto avere attorno persone, fatta eccezione per suo fratello. Era piuttosto solitaria, non era una ragazza molto aperta alle pubbliche relazioni, contrariamente al fratello. Lei e Christopher Nott non parlavano molto, soprattutto non avevano nulla in comune di cui parlare, perciò a Splendora si prospettava un viaggio piuttosto noioso.

La signora con il carrello, come ogni anno, passava tra le carrozze portando con sé qualsiasi leccornia esistente. Quella donna le ricordava sua nonna, piccola e esile, con i capelli raccolti in uno chignon basso. Sua nonna era l'unica Corvonero della famiglia, tranne lei, sia la stirpe del padre, che quella della madre erano tutti quanti Serpeverde.

Splendora ricordò quel giorno come se fosse ieri: lei, timida e piccina, saliva i gradini della Sala Grande per sedersi poi sullo sgabello accanto alla professoressa McGranitt. Si accorse che il tempo passa davvero in fretta, come un battito di ciglia. Sette anni erano ormai passati, e davanti a lei si proiettava l'ultimo anno ad Hogwarts.

" Spleen, vuoi qualcosa?" Le parole di Fergus la fecero tornare tra loro. Il fratello la guardava, in attesa di risposta. Non le andava nulla, perciò declinò gentilmente.

" No, grazie Fergus. " Rispose, per poi richiudere gli occhi.

Splendora era una ragazza dall'aria piuttosto malinconica, tanto da essere soprannominata << Spleen>> dal fratello. Entrambi erano appassionati dalla poetica decadente, in particolare quella di Charles Baudelaire, poeta parigino. Ciò che affascinava Splendora, era il carattere provocatorio della poesia baudelairiana, che si proponeva di «estrarre la bellezza dal Male» in un mondo contaminato dalla modernità e dai vizi, dai quali non vi è evasione.

Splendora non era triste, poteva ritenersi soddisfatta di sé stessa: aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, niente di più e niente di meno. Ma forse ciò che la rendeva Spleen, era questo suo immedesimarsi in una poetica a lei tanto vera. Tutto ciò che desiderava in quel momento, era correre nella foresta proibita, passare tra i rami e le foglie, per poter inalare quel profumo di libertà che la faceva sentire viva.

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Spleen: Atteggiamento sentimentale caratterizzato da umore tetro e malinconico e noia.








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