Capitolo 18

5 1 0
                                    

Daisy's pov

Sono al centro commerciale. Avevo bisogno di comprarmi qualcosa da vestire, ma ho cercato di fare il più in fretta possibile, dato che odio lo shopping.

Esco dal negozio pronta a tornare a casa, essendo ora di pranzo. A un certo punto, però, mi inizia a squillare il telefono.

Lo tiro fuori dalla tasca della felpa e vedo che è Adam. Inizio ad agitarmi senza un vero motivo. Non mi aspettavo che mi chiamasse, non l'ha mai fatto, perciò mi ha lasciata un po' perplessa.
Intanto che rifletto mi rendo conto che il telefono sta continuando a suonare e mi affretto a rispondere.

- Pronto Adam? -
- Hey, come stai? -
- Ehm... - faccio una pausa di qualche secondo:- io bene, tu? -
- Sicura di stare bene? Sembri un po' strana -
- N-No, è che... - "dovrei dirglielo o non dovrei dirglielo?":- è la prima volta che mi chiami e... -
- Ti ho stupita? -

Non so cosa rispondere.

- Comunque ti ho chiamata per sapere cosa stai facendo -
- Sono al twenty, stavo appunto per andare via -
- Hai da fare? -
- No, ma non resto qua per stare da sola -

Sento silenzio dall'altro capo del telefono. Quando sto per chiedergli se ci sia ancora ricomincia a parlare.

- Ti va di mangiare con me? - lo dice talmente veloce che per un attimo ho pensato di aver capito male.

Non so cosa dirgli. Mi piacerebbe mangiare con lui, ma è tardi e da quello che mi ha detto quando abbiamo parlato in questi giorni, non abita così vicino. Finiremmo per mangiare alle tre.

- Senti, dove sei adesso? -
- Davanti a te - di scatto alzo lo sguardo e lo vedo seduto nel bar di fronte a me.

Appena incrociamo lo sguardo mi saluta con la mano e sorride quando vede la mia faccia sorpresa.

Spengo la chiamata, mentre lo vedo andare a pagare il conto, dopodiché mi raggiunge.

- Ciao - mi dice quando arriva vicino a me:- che mi dici? -

- Credo di non poter rifiutare -

.........

- Vieni spesso qua? -
- Sì, tra i ristoranti che ci sono qui è il mio preferito -
- Ah bene allora - dice chiudendo il menù e alzando lo sguardo verso la cameriera che si sta avvicinando.

- Allora ragazzi, cosa vi porto - dice lei.

Dopo aver ordinato guardo di nuovo verso di lui. Continua a strofinare le mani tra loro, sembra a disagio. La cameriera si allontana e lui mi guarda per poi sorridere leggermente. Si porta una mano contro il lato del collo e stringe di poco.

- Adam, stai bene? -
- Sì, sì benissimo - dice riportando le mani sul tavolo.
Passiamo qualche secondo in silenzio.
Poi lui riprende a parlare:- Mi dispiace per la festa di Sabrina -
- Macché, non preoccuparti. Tu non hai fatto niente di male -
- Ma è vero, non eravamo stati invitati e abbiamo rovinato l'atmosfera. All'inizio eravamo venuti solo per fare gli auguri a Sabrina, per poi andarcene, ma poi... - il suo sguardo si fa nero:- abbiamo visto quello lì, di quel gruppetto e pensavamo li aveste invitati -

Aspetto un momento a rispondere perché la cameriera ci porta da bere.

- Li odiate così tanto? - chiedo quando si è allontanata. Adam fa una smorfia e apre la bottiglia d'acqua.

Appoggia il tappo sul tavolo e mi guarda.

- Abbastanza -
- Perché? Cioè, so che non sono il massimo, ma... -
- Sanno solo mettersi fra i piedi, sono solo un ostacolo - dice versando l'acqua a entrambi.
Lui sembra volerla finire lì, ma la mia curiosità prende il sopravvento.
- Un ostacolo? -
Lui si blocca un momento, come se si fosse accorto di aver detto qualcosa che non avrebbe dovuto dire.
- In che senso un ostacolo - dico cercando di spronarlo a parlare.

Lui sembra un difficoltà.
- Sono... sono l'unica cosa che ci impedisce di andare fino in fondo -
- In fondo a cosa? - era chiaro che questa domanda sarebbe arrivata.

Sorride abbassando lo sguardo.

- Eccomi ragazzi, buona continuazione - dice la cameriera dopo aver appoggiato i piatti.

Durante il pranzo Adam ha continuato a cambiare argomento quando cercavo di chiedergli a cosa si riferisse con quella frase. Decido di non insistere.

Finito di mangiare andiamo alla cassa e non mi permette di pagare la mia parte.

- Beh, allora grazie. Anche se non è giusto che tu abbia pagato tutto -

Lui resta qualche secondo in silenzio, poi mi giro e vedo che ha le labbra piegate in un sorriso.
- Facciamo che tu pagherai la prossima volta -

La prossima volta? Quindi usciremo di nuovo? Uscire è la parola giusta? Ma perché mi sto facendo tutte queste domande? Mi sento particolarmente agitata per via della frase che ha detto, ma non in senso negativo.

- Ehm, va bene -

Lui percepisce il mio nervosismo e sembra leggermi nel pensiero perché lo sento ridacchiare.

- Tra poco ricominciate la scuola giusto? - dice cambiando argomento.
Io annuisco affranta:- Già. Almeno noi ragazze ci faremo forza l'un l'altra -
- Come sono i vostri compagni? -

Il mio cuore inizia a battere più forte e mi agitò immediatamente, ma mi ricompongo subito cercando di non farlo notare. Non voglio che sappia che siamo in classe con gli F4, specialmente non adesso.

- Mah... niente di che -

Per fortuna lui non mi fa altre domande su di loro.
Arrivati all'uscita ci salutiamo.

- Allora alla prossima - dico io.
- È stato bello mangiare insieme -
- Anche per me -

Mi guarda un momento e poi si allontana.

Lo guardo andare via e penso... che vorrei stare ancora con lui.

The Fantastic 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora