6.

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Le riprese continuano.
Io ed Álvaro siamo sempre più vicini, ma non sentimentalmente, lì c'è un oceano che ci divide.
Fino a qualche mese fa mi addormentavo ascoltando la sua voce, dolce e profonda, mentre adesso torno a casa stanca e spesso salto anche la cena, mi faccio una doccia e mi butto a letto, per non pensare.
Pensare.
Se solo si potessero spegnere i pensieri.
Col passare dei giorni, mi rendo conto che il mio cuore e la mia testa riprendono a farsi la guerra.
Questa volta, però, la testa non deve cedere.
Nel 2019 ho attraversato una profonda crisi: mi sono innamorata di Álvaro e lui di me.
Ricordo ancora il momento esatto in cui ho capito che quella che credevo fosse semplice attrazione, in realtà, era molto altro.
Eravamo a Lisbona.
Ognuno per i propri impegni lavorativi.
Una sera mi rispose ad una storia in cui avevo ripreso i miei piedi affondare nella sabbia:" Ti andrebbe di andare a cena questa sera?"
-"Sei sicuro sia una buona idea farci vedere insieme? Insomma, potrebbero fraintendere..."
-"Allora facciamo una cosa: ho visto la storia di questa bellissima donna, che io non conosco, le ho chiesto di venire a cena con me, per fare due chiacchiere, perché mi trovo in una città che mi è sconosciuta..ma non so se accetterà. Vorrei portarla in una vineria piuttosto intima, lontana da occhi indiscreti."
-"E questo cosa c'entra con quello che ho detto?"
-"Ti sto rassicurando, non dovrai preoccuparti, arriveremo ognuno con la propria auto e avremo un tavolo appartato. Voglio solo rendere l'atmosfera un po' più divertente e frizzantina."

Così arrivai al locale.
Credevo fosse una vineria rustica, invece era un posto molto elegante: le pareti erano bianche con dettagli oro, i lampadari erano in cristallo e nell'aria si udiva una melodia classica.

Da lontano lo intravidi sistemarsi la cravatta rossa e i capelli, passandoci una mano all'interno.
Mi avvicinai, camminando lentamente e con un velo di malizia negli occhi.
Non sapevo cosa stessi facendo, ma mi ripetevo che era solo un gioco.

Si alzò, allungò una mano per prendere la mia, me la baciò e mi disse:"Sono Álvaro Morte."
Mi guardai intorno: c'era solamente una coppia di ragazzi seduta ad un tavolo molto lontano dal nostro, così mi tranquillizzai e mi presentai:"Piacere di conoscerla, io sono Itziar Ituño."
Mi sistemò la sedia e mi fece accomodare, da vero gentiluomo.
Sul tavolo c'erano tre candele accese che profumavano di vaniglia.
Intrecciai le mani e me le portai sotto al mento, mentre con occhi furbi, gli chiesi:"Cosa fa nella vita, signor Morte?"
-"Sono un attore, ho lavorato al cinema, in televisione ed anche al teatro.. strano che lei non mi conosca. Lei, invece, di cosa si occupa?"
-"Sono anche io un'attrice, ma la sorprenderò: sono anche la voce in una band rock."
-"Mi sta dicendo che questa voce così dolce è capace di cantare Back in Black?"
-"Si, potrei, ma non sono una cantante, è più un passatempo, una passione."
-"Ma lei è una donna straordinaria! E mi dica, è impegnata o sta uscendo con qualcuno? Mi sembra strano che lei vada in giro per vinerie da sola."
-"Sono sposata." questo è quello che avrei voluto dire, ma la mia bocca disse:"No, per questa sera sono libera. E lei?"
Una risata nervosa spezzò il mio imbarazzo,
Álvaro inarcò le sopracciglia e sorprendentemente mi rispose:"Sono anche io libero" e mi fece un occhiolino.

Finalmente arrivò il vino.
Aveva ordinato un'intera bottiglia.
Il cameriere mi porse un calice, a lui l'altro.
Di getto presi il telefono per fare una storia, lui iniziò a ridere.
-"Scusami, è che non mi capita mai di andare in posti così eleganti e vorrei immortalare questo momento. Stai tranquillo, non ti riprendo."
Indietreggiò appoggiandosi allo schienale della sedia, prese il suo calice ed agitò il vino sotto il suo naso per sentirne l'odore.
Ne prese un sorso lasciando che i suoi baffi si impregnassero di vino.
Mi sembrava di star vivendo la scena di un film.
-"In a film! Posso scriverci questo...che te ne pare?"
-"È perfetto."
Passammo il resto della serata a raccontarci le nostre vite e ridemmo tanto, eravamo brilli ma non abbastanza da perdere il controllo.
Per fortuna entrambi reggiamo bene l'alcol e quella sera, i pensieri divennero più leggeri.
Mi riaccompagnò in hotel, mi aiutò a cercare nella borsa la chiave elettronica per aprire la mia camera.
Lo ringraziai per la bella serata e lo salutai con un bacio sulla guancia.
Prima che potessi staccarmi, sfiorò il mio naso con il suo, mi guardò negli occhi, i battiti del mio cuore divennero sempre più veloci, lo sentivo in gola.
Il suo alito odorava di alcol, i suoi occhi facevano su e giù, prima sui miei, poi sulle mie labbra e così per le successive tre volte.
Mi poggiò una mano sulla vita, con l'altra mi prese il viso e appoggiò delicatamente le sue labbra sulle mie.
Sapevano di vino e di lussuria.
Quel dolce bacio divenne sempre più passionale, i suoi denti affondavano nel mio labbro inferiore, la mia lingua si intrecciava con la sua.
Se non lo avessi fermato, quella sera avremmo fatto l'amore.

Tú otra vez | ALVITZ - SERQUEL Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora