Diglielo

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Il mattino dopo Anita e Dante stavano prendendo il caffè sotto al portico. Anita era particolarmente silenziosa.
"Pensi a quello che è successo con Manuel ieri sera?"chiese Dante.
"Sì. Ho fatto una cavolata. Me ne sono uscita proprio con una frase infelice. Se prima potevo avere una recondita possibilità che mi parlasse, adesso me la sono proprio giocata." spiegò Anita.
"Ma non è detto, sai. In fondo, anche se molto indirettamente, ieri sera è stata la prima volta che Manuel ha fatto riferimento alla sua situazione con Simone. Certo, lo ha fatto incazzandosi, ma è sempre un inizio."
"Tu dici? A me me pare che s'è chiuso a riccio e mo non me parlerà più."
Mentre Anita finiva di dire queste parole, arrivò Manuel.
"Perché non te dovrei parla' più, Ma'? Nun fa la tragica, dai! È pe' ieri sera? Erano solo uno scazzo come tanti altri, ok? Sta tranquilla." Manuel dicendo questo la abbracciò da dietro e le stampò un bacio sulla guancia.
Anita sorrise rincuorata. "Allora siediti e parliamo."
"Quando, adesso? No io c'ho da fa co' la Harley. Oggi è sabato e je dedico tutto er giorno a quel gioiello."
"Vabbè" rispose Anita.

Dopo quel weekend, Manuel trascorse una settimana inaspettata. Fra la Harley e Veronica era tutto una novità.
Lei sembrava parecchio presa e a Manuel non dispiacevano le sue attenzioni. Veronica lo distraeva dal pensiero di Simone.
I pomeriggi iniziavano nella rimessa, dove il lavoro sulla Harley stava lentamente andando avanti. Praticamente i pezzi gli arrivavano all'Arcobaleno dagli altri sfasci con dei corrieri e Manuel andava quasi quotidianamente a ritirarli.
E all'Arcobaleno ogni pomeriggio Manuel trovava Veronica, che ormai passava tutti i pomeriggi nella rimessa con lui. Entro l'orario di chiusura la riportava all'Arcobaleno, così che lei potesse tornare a casa col fratello. Anche se Manuel si era offerto più volte di riaccompagnarla a casa, lei preferiva così.

Spesso dopo un po' di lavoro sulla moto, finivano in camera sua, dove un paio di volte lo avevano fatto. Manuel era stato chiaro su cosa fossero loro due. Lui le aveva detto di non volere una storia seria, che sentimentalmente era incasinato, senza starle a spiegare in dettaglio. E lei gli aveva risposto con una frase strana, che Manuel non aveva capito: "Io non posso permettermi una storia seria."
Ad entrambi andava bene così.

Il venerdì il fratello di Veronica arrivò a prenderla alla villa, anche se non era previsto. Sentirono il rumore dell'auto. Erano nella rimessa e stavano fumando hashish. Uscirono fuori un po' alterati. Ridacchiavano e dalla rimessa proveniva un'odore inconfondibile.
Il fratello di Veronica sembrava parecchio alterato e Manuel, pur nelle condizioni in cui si trovava, avvertì tutto il suo disappunto.

La mattina dopo si ritrovò il fratello di Veronica fuori dalla rimessa. Cacchio! Pensò Manuel,
"Ciao Manuel"
"Ciao...Christian, vero?"
"Sì" disse lui "Senti, sono qui perché dobbiamo parlare di Veronica."
"Di che dobbiamo parlare?" chiese Manuel preoccupato.
"So che Veronica non ti ha detto la verità sul perché viene sempre all'Arcobaleno."
"In che senso? Mi ha detto che ci va per darti una mano, che tu sei un volontario e operi là."
"Ecco, non è proprio così. Io sono un operatore della Comunità di Recupero Il Futuro e non sono suo fratello." spiegò Christian.
"Ok.." rispose Manuel, capendo che c'era dell'altro.
"E lei è un'ospite della comunità" aggiunse Christian.
"In che senso ospite?"
"Nel senso che è una tossicodipendente che si sta disintossicando."
Manuel era a bocca aperta.
Christian continuò "L'ultima volta che sono venuto a prenderla ho sentito odore di hashish. Avete fumato, vero?"
Manuel, guardava a terra. "Sì", ammise.
"Bè, molto male."
"Veronica era pulita da quasi un anno. Col tuo comportamento irresponsabile, l'hai riportata quasi al punto di partenza."
Manuel era incredulo.
Provò a farfugliare un "Io non lo sapevo.." Avrebbe voluto dire che era solo una canna, che lui se le faceva da anni ed era la dimostrazione vivente che non erano niente.
Christian lo interruppe "Guarda, risparmiami il discorso sulle canne che sono solo canne. Lo conosco già. Per Veronica però non lo sono. Lei deve rimanere pulita e sobria. Ha bevuto anche birra, vero?"
Avevano bevuto sempre birra, ogni volta che lei era stata lì.
Manuel fece cenno di sì.
"Ecco, immaginavo. Senti, l'errore è stato anche nostro, che abbiamo lasciato che ti frequentasse al di fuori dell'Arcobaleno. Lei ci ha mentito. Ci ha detto che ti aveva detto tutto su di lei. Noi ci fidavamo della tua reputazione: sappiamo che hai contribuito a far arrestare i criminali che prima gestivano lo sfascio, ma evidentemente ci sbagliavamo su di te."
Manuel voleva sprofondare.
Aprì la bocca per parlare, ma Christian continuò.
"Stiamo valutando se denunciarti, per il fatto che avete fatto uso di hashish."
"Cosa?"disse Manuel con un filo di fiato
"Ma guarda che mica spaccio."aggiunse.
"Sì, capisco, ma noi, quando persone esterne procurano droghe ai nostri ragazzi, in genere denunciamo e la polizia poi fa gli accertamenti dovuti. Ora vediamo che cosa decideremo una volta in riunione."
"Guarda mi dispiace. Io veramente se avessi saputo..."
"Ascolta, so che Veronica domani deve venire qui da te. Bene, le daremo il permesso di venire. Ma è solo perché vogliamo che ti dica tutto e che vi parliate. Poi per un po' non avrà il permesso di vederti"
"Ok" disse Manuel abbassando la testa.

Sotto lo stesso tetto (Simuel) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora