Capitolo 1

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                   Manhattan
                  Inverno 2017

Dylan:<perché Storyhill non mi è  nuova?>

Marcus:<amico non esiste.
Te la sei sognata, non è reale>

Dylan:<non era un sogno, era così vivido.
Io l'ho vista.
Lei era lì e mi parlava.
Ho sentito il suo tocco sulla mia pelle.
E anche la città è reale
Marcus:<è stato solo un sogno amico.
Con l'eclissi di luna il tuo cervello avrà avuto qualche reazione e ti sembra vero ma non lo è>

Dylan:<io la troverò.
E ti proverò che non è un sogno.>

Marcus:<va bene amico starò ai tuoi deliri.
Ora andiamo nel bosco che ho fame>

Dylan:<ci sono delle bistecche in frigo eh!?>

Marcus:<sei pazzo?
Vuoi mettere della carne fresca e del sangue caldo con quello schifo morto da chissà quante settimane!?
No grazie, io vado a caccia.>

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                    Storyhill
         

Nella piccola cittadina di storyhill tutto sembrava procedere normalmente.

Il sindaco della città passava come ogni mattina per la strada, dove incrociava sempre la solita ragazza con la testa tra le nuvole mentre andava a scuola.
La salutava con il solito "buongiorno signorina Hilltown, di nuovo in ritardo?" E la ragazza alzando la testa, distratta, rispondeva con un semplice "scusi signora sindaco, buona giornata a lei',e continuava a camminare come ogni mattina da quando ne aveva memoria.

Sembrava che in quella cittadina il tempo si fosse fermato e i giorni sembravano tutti uguali.

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Un ora prima a casa Hilltown

Christopher:<ehi dormigliona alzati che devi andare a scuola>

Lilith:<e dai zio Chris altri 5 minuti>

*Nel frattempo lo zio aveva fatto irruzione nella stanza della ragazza e aveva aperto le tende, facendo entrare il sole splendente sul letto di essa.
Mentre un raggio di sole sfiorava la pelle della ragazza, lei scattò automaticamente con le mani a coprirsi dal sole.
Era un riflesso involontario ogni volta che il sole la sfiorava d'improvviso.
Chris tira le coperte della nipote così da farla alzare*

Christopher:<muoviti tesoro, sorgi e splendi che è una bella giornata>

*Dice guardandola sarcastico*

Lilith:<ti odio>

Christopher:<ti voglio bene anche io piccola peste.
È pronta la colazione scendi.>

Lilith scende dal letto e si guarda allo specchio.
Il sole faceva riflettere i suoi occhi castani di una luce tendente all'arancione.
I capelli rossi raccolti da uno chignon spettinato facevano da cornice ad un viso delicato e pallido.
Si guardava gli orecchini che indossava, piccole lune con un sole vicino.
Li aveva da quando ne aveva memoria e ogni volta che provava a toglierli qualcosa dentro di lei gli diceva che non doveva.
Non sapeva perché ma era certa che erano importanti per lei e non li toglieva.

Lilith Hilltown era l'unica, insieme a suo zio Christopher, ad essere discendente della famiglia fondatrice della sua città.
Una città antica 500 anni.

Viveva in una piccola casa vicino il fiume insieme a suo zio, che si è preso cura di lei dopo che i suoi genitori sono morti in un incidente d'auto quando lei era molto piccola, o almeno così le avevano detto.

Lilith andava molto d'accordo con suo zio e passavano molto tempo insieme.
Lei aveva solo un amico, il suo migliore amico Cody.
Erano amici da quando erano piccoli, sono cresciuti praticamente insieme essendo vicini di casa.
Aveva un carattere molto solare ma era molto solitaria e aveva una luce scura negli occhi a volte.
Come se avesse un segreto oscuro in lei.

Quella mattina a colazione Christopher si era procurato un piccolo taglio sulla mano preparando la colazione e Lilith era corsa subito in suo aiuto per medicarlo.

Non appena si avvicinò e sentì l'odore del sangue si sentì strana.
Come se provasse piacere a quell'odore.
Le sembrava qualcosa di invitante ma poi pensò che fosse pazza.

Christopher:<Lilith tutto ok?>

Lilith:<si zio.
Ecco ora va meglio, e non togliere il cerotto o prenderà infezione.>

Christopher:<ehi sicura che non c'è niente che devi dirmi?>

Lilith:<zio Chris, non sono più una bambina, riesco a gestirmi le cose da sola.
Sono solo un po' pensierosa riguardo un sogno ricorrente e ho dei doloretti muscolari al risveglio.
Sarà stanchezza e questi sono dolori della crescita.
In fondo ho 17 anni è normale il cambiamento fisico.>

Christopher:<va bene piccola peste vai ora o farai tardi.>

Lilith abbraccia lo zio ed esce di casa

Lilith:<ciao zio ci vediamo dopo.>

                    

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