Quella era una notte senza stelle.
Harry, gettando uno sguardo fuori dalle grandi vetrate che costellavano le pareti di Hogwarts, avrebbe voluto che la sua mente fosse pulita e sgombra come il cielo quella sera. I suoi passi frettolosi disturbavano l'immensa quiete che regnava nei lunghi corridoi in cui l'unica cosa che si muoveva era la luna che sembrava seguirlo mentre avanzava in direzione della Scalinata Principale. Un'enorme sfera bianca e luminosa che squarciava l'oscurità, spezzava le tenebre, le rendeva un po' meno buie. Un punto in mezzo ad un'infinita distesa di blu che annientava la piattezza del soffitto del mondo.E mentre Harry aspettava che la gradinata cambiasse traiettoria e si posizionasse davanti a lui permettendogli di salire al settimo piano, la luce che lo aveva accompagnato lungo tutto il tragitto e che ora gli giungeva attraverso il finestrone posto in cima alla torre gli fece realizzare che, per quanto l'assenza delle stelle donasse un aspetto di serenità alla volta celeste, la luna era lì, c'era, era ben visibile e non se ne sarebbe andata fino all'alba; restava fissa così come fisso restava nella sua testa il chiodo Malfoy.
«Quid Agis», sussurrò quando raggiunse il ritratto della Signora Grassa.
Lei aprì un occhio sbuffando e, scandagliando rapidamente i dintorni, li spalancò entrambi quando si accorse che non c'era nessuno.
Prima che potesse iniziare ad alzare la voce attirando l'attenzione di qualcuno di indesiderato, Harry uscì la testa da sotto il mantello e le fece segno di fare silenzio. La preoccupazione fu immediatamente sostituita da un'espressione contrariata sul viso paffuto della donna, che un secondo dopo aprì il passaggio borbottando sottovoce qualcosa come: «Non mi è più concesso nemmeno riposare senza che mi facciano prendere degli spaventi. A che servono le regole di questo castello? Tanto nessuno le rispetta.»Ma Harry si era già infilato nel buco circolare e l'ingresso si era chiuso alle sue spalle. Continuava a rimuginare sui fatti di quella giornata e di pochi minuti addietro, incapace di lasciar correre.
Era uscito dall'infermeria decisamente più dubbioso e confuso di prima. Non aveva ottenuto alcuna risposta poiché Malfoy non sembrava disposto a collaborare nel fare luce sulla situazione.
Era andato a trovarlo con il solo obiettivo di scusarsi e capire che significato avesse avuto quel bacio, ma tutti i suoi propositi si erano sgretolati sotto il tocco delle sue mani e il desiderio aveva in fretta avvolto il suo corpo come tentacoli del Tranello del diavolo.
Lo spaventava il fatto che Malfoy fosse in grado di far bruciare le sue sinapsi solamente standogli vicino. Cos'era quella voglia di averlo carnalmente? Gli avevano lanciato un maleficio a sua insaputa, o rifilato un altro di quei filtri d'amore e stavolta non era stato sufficientemente fortunato da avere Ron a fargli di nuovo da scudo? Non era gay, nessun ragazzo gli aveva mai fatto dubitare del suo orientamento sessuale, sorprendentemente nemmeno Malfoy. C'era sempre stato qualcosa di strano nel modo in cui si approcciava a lui, questo era indubbio, ma non gli era mai passato per l'anticamera del cervello che potesse esserne attratto in quel senso. Non sapeva nemmeno lui cosa pensare di quel trasporto in realtà, per questo aveva sempre scelto di non pensarci affatto. Almeno fino a quel momento.
Intanto che i suoi neuroni lavoravano esasperatamente, lui si era ritrovato davanti al suo letto. "Forse provo davvero attrazione per quello stronzo..." considerò tra sé e sé guardando la sua erezione. Era ancora viva e scalpitante e non aiutava il fatto che continuasse ossessivamente a pensare a quelle dita pallide e lunghe che stringevano il suo polso e lo spingevano a sfiorarsi proprio lì. Nessuno lo aveva mai toccato così. O meglio, nessuno lo aveva mai fatto toccare così. "O forse è solo perché ha usato la mia mano", ritrattò.
Magari era solo il frutto della sua inesperienza da sedicenne. Prima di Malfoy, aveva dato un solo altro bacio in tutta la sua vita e, per il resto, si era sempre dato piacere da solo come la maggior parte degli adolescenti in pieno sviluppo avverte l'esigenza di fare. Non era dunque navigato in ambito sessuale, aveva ancora tanto da scoprire persino di se stesso e poteva facilmente star scambiando una cosa per un'altra. Una cosa certa era che l'eccitazione che aveva sentito quando Malfoy lo aveva baciato, non l'aveva sentita quando aveva baciato Cho Chang.
STAI LEGGENDO
𝕴𝖑 𝖓𝖔𝖘𝖙𝖗𝖔 𝖕𝖔𝖓𝖙𝖊 𝖘𝖎 𝖈𝖍𝖎𝖆𝖒𝖆 𝕲𝖚𝖊𝖗𝖗𝖆 ||𝕯𝖗𝖆𝖗𝖗𝖞||
FanfictionIn quel bagno, al sesto anno, tutto cambia per Harry Potter e Draco Malfoy. Entrambi hanno continuato a farsi la guerra per anni, senza alcuna ragione di assoluta rilevanza. Tuttavia, c'era qualcosa di diverso nell'aria quell'anno... La Guerra Magic...