È anche tuo padre

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Pov's Nic
"Adrià devi girare a destra" Dico io, indicando la strada appena mancata dal mio migliore amico.

"Niccolò falla finita" Mi rimprovera per la trecentesima volta Adriano, battendo questa volta una mano sul volante mentre io sbuffo. "Si deve andare dritto. Hai accettato per andare a questa cena e ora ci vai" Continua lui e subito io incrocio le braccia sopra il petto.

"Ero ubriaco" Mi giustifico subito io. "E in più mi mancava mamma, ho trovato una sua foto dentro un armadio" Continuo, abbassando lo sguardo per non far notare al mio migliore amico i miei occhi lucidi ma lui subito mi capisce, mettendomi una mano sulla spalla in segno di conforto.

"Siamo arrivati Nì" Mi annuncia poi Adriano sospirando perché anche lui sa che questa serata sarà davvero tanto difficile per me.

"Non penso di farcela Adri" Gli dico io, guardando l'immensa villa e poi i miei abiti. Un misero jeans e una misera felpa nera sopra. "Quel bastardo mi ha rovinato tutta l'infanzia, non posso guardarlo negli occhi e far finta di niente" Continuo poi io, spiegando ad Adriano quello che più mi tengo dentro da ormai anni. Sono andato avanti solo ed esclusivamente con le mie forze e grazie all'aiuto morale dei miei Miserabili ma ora, ora che sono ad un passo dal mio passato e da quei due occhi che mi hanno completamente distrutto, mi sento fragile come una foglia in autunno che cade dal suo albero.

"Andrà tutto bene" Mi rassicura Adriano, stringendomi forte la mano. "E sono sicuro che quel bastardo quando ti vedrà si pentirà con tutto se stesso di averti lasciato" Mi dice poi lui e io chiudo gli occhi, facendomi passare davanti tutta la mia vita.
Nonostante fossi piccolo, ricordo ancora l'entrata in orfanotrofio perché ancora mi ricordo di quel momento, gli sguardi degli altri bambini, le domande 'perché stai qui se hai un padre?' e infine le urla di quelle maledette suore che mi hanno completamente distrutto, facendomi diventare freddo con tutte le persone che mi stanno intorno.
Ho paura di mostrarmi, ho paura di far vedere quel Niccolò fragile che ogni sera piangeva nel suo piccolo letto chiedendosi sempre 'Mamma dove sei?'.

"Mi faccio trovare qui a 00:00, mi raccomando" Mi annuncia poi Adriano e io annuisco deglutendo, prendendo coraggio per scendere dalla macchina e guardare l'immensa villa che ho davanti.
Mi ha dovuto accompagnare Adriano con la macchina di Maurizio perché io non posso di certo permettermi una macchina e se per questo nemmeno la scuola guida ma quando sento il motore della macchina del mio migliore amico accendersi subito deglutisco un'altra volta, come se un demone si fosse impossessato dentro di me quando a passi lenti mi avvicino al citofono per suonare ma non mi stupirei se qualche telecamera mi stesse controllando anzi, mi sembra più che normale in una villa del genere.
Quando poi il cancello si apre, subito infilo le mani nelle tasche per continuare a camminare. Le suore mi hanno sempre detto 'mani fuori dalle tasche, è maleducazione' ma in un momento del genere della maleducazione non m'interessa proprio niente anzi.
Arrivo davanti la grande porta d'ingresso e con il panico che avanza ma soprattutto con le mani che mi tremano suono il campanello.
Quando la porta si apre, subito il mio cuore perde un battito notando una donna vestita con un grembiule nero e un sorriso in volto.

"Lei deve essere il signorino Niccolò, entri pure" Mi dice la donna e io subito sgrano gli occhi.
Mi ha dato del lei e del 'signorino'?
Ma dove mi trovo?

"Il signor Fabrizio la sta aspettando in salone insieme alla signora Aurora, mi segua pure" Continua la donna e subito io mi fermo.

"Mi scusi" La richiamo subito io. "Potrei gentilmente chiederle un bicchiere d'acqua?" Le chiedo poi io, cercando di essere il più educato possibile ricordandomi di tutte quelle volte nel quale andavo dalla madre superiore per scusarmi di aver commesso qualche cazzata. Quando ero piccolo si trattava di scuse per aver rubato qualche caramella, quando poi sono cresciuto si è iniziato per lo più a trattare di scuse per andare nei dormitori femminili.

Proteggerti mi viene naturaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora