2. Marco Verratti

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12 luglio 2021, ore 00:51

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12 luglio 2021, ore 00:51

Guardavo il bicchiere di plastica ormai vuoto sul bancone mentre Gigio Donnarumma mi parlava di com'era riuscito a parare al rigore grazie alla sua incredibile intelligenza disumana.

« Marco? Mi stai ascoltando? » Mi domandò poi, notando la mia assenza mentale.

« Si, si. - Scossi la testa provando a sembrare il più sul pezzo possibile. - Il drink mi ha un po' rincoglionito. »

« Sei sicuro che non sia per lei? » Inclinò leggermente la testa, osservando attentamente ogni mio gesto.

Rimasi zitto fissando un punto indefinito, poi decisi di alzare lo sguardo e di far incrociare i nostri occhi mostrandogli il mio dolore.

Avevamo appena vinto l'Euro2020 e l'unica cosa che sapevo fare era essere in pena per una ragazza. Ottimo lavoro, Marco.

« Proprio della figlia del mister dovevi innamorarti, eh? » Mi chiese con voce retorico.

« Non sono innamorato. » Lo corressi immediatamente irrigidendomi come un palo.

« Si dai ed io non sono un portiere grandioso! Che cos'è la serata delle bugie questa? Si vede da chilometri che ci stai sotto come un treno, Marco. »

Sbuffai alle sue parole e mi passai le mani sul volto, dalla frustrazione. Mi volevo mettere a piangere.

« Mi vuoi spiegare che cosa ti turba? » Domandò utilizzando stavolta un tono meno duro e più amichevole.

« È venuta a congratularsi con tutti voi, fuorché con me. Dopo tutto quello che abbiamo passato, lei- » Non finii la frase a causa della mia voce che si spezzò ed i miei occhi divennero di colpo lucidi.

« Cazzo, amico. Siamo campioni d'Europa! - Mi diede una pacca sulla spalla come per farmi riprendere. - Adesso alza quel culo ed andiamoci a divertire come stanno facendo gli altri. - Fece cenno con la testa verso gli altri azzurri che ballavano a ritmo di musica divertendosi come non mai. - Dai, falle vedere che vai avanti anche senza di lei. Ha fatto la stronza, ripagala con la stessa moneta! »

« Hai ragione. » Serrai la mascella provando a ricompormi nel modo più veloce possibile. Così ci alzammo e raggiungemmo gli altri in pista.

Ciro e Lorenzo mi travolsero letteralmente saltando come due deficienti e per poco non mi fecero vomitare tutto l'alcol che era in circolazione nel mio corpo.
Mentre mi muovevo a ritmo di musica, con un braccio avvolto intorno al collo del mio compagno Florenzi, la vidi in lontananza. Stava parlando con il mister Mancini, nonché suo padre; non erano molto distanti dal bancone del locale ed i suoi occhi erano fissi nei miei. Mi stava guardando. Mi scrutava attentamente facendo finta di ascoltare le parole del padre e si portò alla bocca il bicchiere di plastica contente l'alcolico color rosso.

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