Giorno 1

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Suona la sveglia. Mi alzo dal letto, vado in cucina a far colazione, la solita brioche andrà più che bene. Mi reco in bagno, lavo i denti e mi butto sotto la doccia. Penso alle visite che dovrò fare oggi, alle 14.30 ho la la RMN mentre alle 15.15 la TC. Finisco la doccia, prendo i boxer bianchi dal cassetto, i pantaloni neri e una maglietta dei Pink Floyd. Per tirare l'ora di pranzo decido di sistemare la camera, ci sono libri e scartoffie dappertutto.

Sono le 13.00, mi reco in cucina. Mia madre mi ha preparato una semplice pasta al pomodoro. Finito il pranzo vado subito a preparami e con lei vado in ospedale. Entriamo, passiamo dall'accettazione e ci danno il consueto numerino e aspettiamo. Non riesco a descrivere il mio umore, non capisco se sono agitato, preoccupato, intimorito. Tra un pensiero e l'altro sentiamo la voce robotica del computer chiamare il nostro numero. Chiamano il mio nome e mia madre resta fuori. Succede l'identità cosa per la TC. Finiti entrambi gli esami dalla reception ci dicono che gli esiti li avremmo tra qualche ora, massimo in serata. Torniamo a casa. Il tempo di sistemarmi, togliere le scarpe e sento il telefono di mamma suonare. Afferra il telefono e risponde. Capisco subito che si tratta di qualcosa di grave. Non ho mai visto la sua faccia così, le sopracciglia contorte, i suoi lineamenti tutto a un tratto cambiano, noto una lacrima solcare la guancia. Finisce la chiamata, riaggancia a fatica. Mi guarda negli occhi e mi spiega tutto. Mi hanno appena diagnosticato un cancro al cervello in fase avanzata, secondo il medico della RMN mi restano 2/3 settimane, non di più. Rimango agghiacciato, non riesco a rendermi conto della gravità della situazione. Non rispondo alle parole di mia madre, vado in camera e ascolto la mia band preferita. Mentre ascolto cantare David Gilmour penso a come passare le ultime settimane della mia vita, strano da dire. All'inizio penso di poter passare le giornate con le persone a cui tengo di più, amici familiari. Tuttavia mi domando se converrebbe passare le ultime settimane della mia vita in questo modo, non sarebbe un po' noioso? Un idea di cosa fare in questi giorni forse c'è l'ho. Decido di tentare stesso sta sera. 

Avverto i miei genitori che esco di casa, capisco nel loro tono di approvazione che hanno optato per lasciarmi il più libero possibile. Mentre cammino verso il comune del mio paese decido di chiamare la mia ex, Sara. Io e Sara siamo stati fidanzati per circa 3 mesi nei quali si andava molto d'accordo fino a che lei mi ha tradito con un certo William che successivamente avendo sentito la situazione l'ha lasciata. Capelli mossi castani, snella, occhi azzurri e un fisico niente male, insomma la ragazza perfetta no? Mi risponde al telefono, nessuno sa ancora gli esiti degli esami di oggi, prima o poi informerò la mia compagnia di amici. Le dico che sono in giro e che se vuole farmi compagnia mi farebbe piacere; accetta a patto che vada sotto casa sua a prenderla, per me va bene. Mentre mi incammino mi rendo conto che sono quasi 4 mesi che non ci vediamo, magari è cambiata, o magari anche lei mi vede cambiato. Attraverso le strisce pedonali e percorro la via sterrata della sua proprietà. Attraverso il cancello cromato e cammino tenendo lo sguardo fisso sul portone di casa. Sto per suonare il campanello quando la vedo affacciarsi dalla finestra del piano di sopra.

S: LIAM! Silenzio non suonare, non sanno che devo uscire.

L: Dai Sara muoviti scendi.

S: Si si, due minuti e arrivo:

L: Seh certo due minuti...

S: Va che ti sento!

Appena rientra e distolgo lo sguardo dalla finestra mi rendo conto che mentre parlava non aveva la maglietta, vedevo il suo reggiseno azzurro. Sento dei passi scendere le scale, è lei. Apre la porta, mi saluta con un abbraccio e propongo di andarci a fare un aperitivo. Mentre usciamo dalla sua proprietà parliamo del suo tradimento nei miei confronti e mi spiega come poi si sia resa conto che quel gesto era un gesto veramente scorretto e imperdonabile. La penso come lei, tuttavia decido di lasciar passare la cosa, lei come me ha già sofferto abbastanza. La prendo per mano scherzosamente, noto che lei non me la rifiuta affatto. Andiamo al LALA BAR, un locale frequentato da molti ragazzi della nostra età e più. Entriamo, ordiniamo entrambi uno spritz, ci sediamo e la cameriera ci porta vari stuzzichini e i drink ordinati. Mentre ci appoggia sul tavolo il piattino delle patatine, la sentiamo parlare con un altro cameriere dicendo "finisco di servire la coppietta qua e arrivo", io e Sara capiamo che sta parlando di noi e ci mettiamo a ridere. Mentre beviamo noto che lei non ha la minima intenzione di smettere di fissarmi, la prendo come una sfida. Decido di guardarla pure io. Distolgo lo sguardo per prendere una patatina.

Si vive fino in fondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora