Giorno 3

15 1 0
                                    


Mi sveglio. Sono le 10.30. Airton dovrebbe arrivare per le 11. Il tempo di vestirmi e lavarmi i denti e sento qualcuno suonare alla porta. Mi dirigo all'ingresso, apro la porta e noto due uomini. Entrambi alti, barba folta e occhiali neri. Si portano dietro una scatola molto grande, a prima impressione sembra una di quelle usate negli spettacoli di magia. Mi dicono che sono qua per conto di Airton. Li lascio entrare e noto che la scatola è collegata ad un generatore, decido di non fare domande. Li faccio strada; entriamo in camera e indico la posizione del cadavere di Sara. Con estrema cautela prendono il sacchetto nero e ripongono il corpo all'interno della scatola. Accendono il generatore e mi spiegano che serve a tenere freddo il corpo in modo tale da conservarlo durante il trasporto. Successivamente mi spiegano che arriverà, se lo desidero, un'impresa di pulizie fidata per pulire il disastro che ho combinato. Chiudono ermeticamente la scatola, li faccio strada verso l'uscita e mentre percorriamo il corridoio mi rendo conto che non è stato cosi male; voglio dire: mi mancano neanche 3 settimane di vita, tanto vale che un po di rischio me lo prenda, in fondo, cos'ho da perdere? Li saluto con questa frase "tenetevi sempre pronti", rimangono in un primo momento perplessi ma poi mi fanno un cenno di approvazione. Caricano la scatola sul loro furgone e partono. Chiudo la porta di casa, mi siedo sul divano e inizio a pensare. Tutto a un tratto una sensazione triste mi pervade, mi mancano veramente tre settimane di vita... sto pensando al cancro, sto pensando a tutto. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, ho bisogno di essere consolato. Ho bisogno di essere capito. E soprattutto ho bisogno di confrontarmi con qualcuno con i miei stessi problemi. Mi domando, qual'è il modo più pratico ad oggi per trovare qualcuno con il quale parlare senza dover andare in capo al mondo? Prendo il mio telefono, vado sull'app store e comincio a scorrere tra le applicazioni. Tra le varie mi colpisce una: "I Am Sober". Su questa app ci sono molte persone, ognuna vogliosa di confrontarsi con gli altri discutendo dei propri problemi. Decido di istallarla. Mi registro, effettuo il login e comincio a chattare con una certa Elisa. Io comincio a raccontarle di me stesso e del mio cancro, e lei mi spiega del suo DCA (disturbo del comportamento alimentare). Dopo qualche minuto che incominciamo a parlare capisco che questo luogo di ritrovo virtuale che questa applicazione offre è davvero strepitoso, sto entrando empaticamente nella sua storia, quando mi racconta che molto spesso vomita dopo aver mangiato la cosa mi sta veramente a cuore. Chattiamo per qualche ora e successivamente ci chiamiamo. Parlando ci rendiamo conto che abitiamo a neanche 20 km e pensiamo che un giorno ci si potrebbe incontrare. 

Finisce la chiamata. Sono quasi le cinque di pomeriggio e decido di uscire a fare un giro in bici per schiarirmi le idee. Tornato a casa mi butto sotto la doccia, sono davvero stanco. Sono le 22.00, decido di andare a letto, a livello mentale è stata una giornata davvero stancante.

WILLIAM's PARTS

 È qualche giorno che non vedo Sara, non che la cosa mi stia a cuore infondo è la mia ex, tuttavia sono preoccupato. Andando in classe insieme non è da lei non avvisare la sua assenza in classe. Se non mi avvertisse personalmente non mi sorprenderei, ma chiedendo alle sue amiche neanche loro sanno niente, l'ultima volta che l'ho sentita è stato venerdì verso le 18.00. In questa occasione mi ha detto che stava arrivando a casa sua Liam, domani proverò a parlargli.

Si vive fino in fondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora