Giorno 4 - pt1

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Apro gli occhi, prendo il telefono e noto una notifica di Elisa. Mi scrive che oggi non ha impegni e che se voglio verso le 17.00 di pomeriggio potrebbe venire a trovarmi, le rispondo entusiasta dell'idea e ci diamo appuntamento davanti all'edicola del mio paese. Ripongo sul comodino il telefono e mi alzo dal letto. Faccio colazione, mi lavo i denti; prendo dei pantaloni rossi e una felpa bianca ed esco di casa. Questa mattina sarà davvero tosta, piena di verifiche e interrogazioni. Arrivo in classe, saluti i miei compagni e mi siedo al solito posto. Passano le ore e dopo aver sostenuto l'interrogazione di storia, arriva finalmente l'intervallo. Mi reco alle macchinette distributrici a prendere un sacchetto di patatine quando sopraggiunge William.

W: Ei Liam!

L: oh william!

W: ti chiedo già scusa ma ho bisogno di farti una domanda.

L: dimmi pure...

W: come avrai notato anche te, Sara è assente, e l'ultima volta che l'ho sentita mi ha detto che tu stavi andando a casa sua. Ora, non so se tra te e lei c'era o c'è qualcosa, non mi interessa, in ogni caso: hai sue notizie?

L: ero andato a casa sua per ritirare una scheda di algebra, per quanto riguarda la sua assenza ne so quanto te.

W: non ha detto niente neanche a Ester e le altre, non ti sembra strano?

L: strano, di solito ne parla sempre con le compagne di classe, magari ha solo bisogno di qualche giorno...

W: Hai ragione, vado in classe.

Non so se William stia sospettando di me per la scomparsa di Sara, a lui attualmente non dovrebbe neanche venirgli in mente la parola "scomparsa", tuttavia non so per quanto io riesca a mantenere questa serie di bugie che gli ho raccontato. Spero solo si dimentichi della cosa o che, per lo meno, non ci dia troppo peso. Ritiro dal fondo della macchinetta il mio sacchetto di patatine, prelevo il resto e nel metterlo in tasca, sento un bigliettino. Lo prendo impulsivamente e leggo: "Sono Adam, mi trovo nel bagno dell'ala nord, a fine intervallo ritorno in classe se ti va vieni..." . Rimango un attimo basito, per prima cosa, come fa questo bigliettino ad essermi finito in tasca? Adam è un mio ex compagno di classe, bocciato l'anno scorso ha abbandonato il nostro corso. Ci sentiamo in amicizia circa ogni sera e mi racconta delle sue disavventure amorose. Mancano 10 minuti al suono della campanella, decido di assecondarlo. Varco la soglia del bagno, proseguo e noto Adam appoggiato al calorifero. 

L: Adam?

A: ah sei venuto...

L: potevi mandarmi un messaggio al posto di farmi trovare un bigliettino in tasca non credi?

A: scusa, è che con Tommy non va mai bene e ci siamo lasciati 3 giorni fa.

L: ah. Mi spiace tanto Adam, posso fare qualcosa per te?

A: abbracciami.

Mi dirigo senza pensarci due volte verso di lui, e ci abbracciamo. 

Forse ci siamo avvicinati un poì troppo, sento la sua intimità appoggiata alla mia. Tuttavia capisco la sua situazione e probabilmente non voleva che succedesse, decido di non farglielo notare, per terminare l'abbraccio decido di stringerlo leggermente di più, e tutt'un tratto sento la sua erezione sulla mia. Ci distacchiamo e si guarda i pantaloni.

A: hahah scusa non so che mi è preso.

L: hahaha tranquillo...

A: anche te però vedo ch-

L: cosa?

A: guardati i pantaloni...

Abbasso lo sguardo e noto che dai pantaloni si vede anche la mia di erezione. Guardo Adam dritto negli occhi, ci fissiamo. E dopo due secondi di attimi di gelo mi si fionda sulle mie labbra. Sento la mia erezione aumentare, che cosa sta succedendo? Decido di godermi il momento, gli tocco il culo, lui fa lo stesso con me. Andiamo nella toilette e chiudiamo la porta. Mi abbassa i pantaloni, si mette sulle ginocchia e inizia a succhiarmelo. Nonostante la situazione sia terribilmente confusa, sento che è davvero bravo. Dopo qualche minuto gli alzo il viso e lo faccio alzare. Riiniziamo a baciarci, entrambi ci tocchiamo la rispettiva intimità e percepisco che vogliamo di più. Gli abbasso i pantaloni, e noto la sua erezione quasi allo stato massimo. Decido di mettermi a 90 davanti a lui.

W: sei sicuro?

L: fallo.

Sento la sua erezione entrarmi dentro, nonostante sia soltanto la mia seconda volta con un ragazzo, con lui fin da subito mi trovo veramente a mio agio. Sento il suo respiro affannato sul mio collo e il fatto che io percepisca che lui stia godendo mi fa eccitare ancora di più. Dopo qualche minuto sentiamo il suono della campanella, decidiamo di ignorarlo completamente. Sento che sta per venire, estrae la sua erezione. Decido di prendere in mano la situazione, lo prendo per il culo e lo appoggio alla parete, da sotto infilo la mia intimità in lui. Tenendolo per il culo comincio a muovermi e noto la sua espressione affaticata. Mentre mi muovo in lui con una mano mi palpa il centro del petto e con l'altra inizia a masturbarsi. Dopo diversi minuti non riesco a trattenermi e gli vengo dentro, contemporaneamente lo fai lo stesso sul mio petto. 

Con il fiato ancora affannato ci rivestiamo, lanciandoci ogni tanto qualche sguardo. Mentre lo faccio penso al fatto che molto probabilmente se avessi avuto un coltello a portata di mano sarebbe finita come con Sara, meglio cosi: siamo a scuola come sarei riuscito a nascondere il tutto? Usciamo dal bagno e con qualche minuto di ritardo rientro in classe. La professoressa di Filosofia al mio rientro mi rimprovera appellandosi ad Aristotele e altre menti universali, considerando a sua insaputa che ho appena fatto sesso con una persona che non vedevo da parecchio tempo. Passano le ore, dopo filosofia, italiano seguito da matematica. Suona l'ultima campanella, esco da scuola e mi incammino verso la fermata del pullman. Sono quasi le 15.00, tra due ore dovrò incontrarmi con Elisa. Prendo il pullman, faccio i soliti 20 minuti di tragitto e arrivo a casa. 

Sono le 16.30, prendo dall'armadio dei jeans chiari strappati e un dolcevita nero. Arrivo al luogo dove ci siamo dati appuntamento, lei non è ancora arrivata. Aspetto qualche minuto e noto una figura femminile venire nella mia direzione. Capelli biondi mossi, indossa dei leggins neri e una felpa arancione. Attraversa la strada e la saluto.

L: Ciao, Elisa

E: Ei ciao, come stai Liam?

L: abbastanza bene tu?

E: io bene, e il cancro?

L: dobbiamo parlare per forza del mio cancro?

E: scusami.

L: domani inizio il primo ciclo di chemio, per quanto inutile sia.

E: inutile?

L: ricordi? Quando ci siamo scritti su "Im A Sober" ti avevo detto che mi mancavano si e no 3 settimane

E: me n'ero dimenticata, è strano parlati sapendo che tra un mese non ci sarai più

L: immagino...

Finiamo la conversazione con un abbraccio e ci dirigiamo al supermercato. Prendiamo entrambi una lattina di CocaCola, usciamo e ci sediamo sullo scivolo di un parchetto. Sale dalla scala prima Elisa e quando ci sediamo mi trovo dietro di lei con le mie gambe sulle sue. Comincia a riparlarmi del suo DCA e capisco quanto sia difficile per lei tutto ciò. Al termine di ogni sua frase percepisco il tremolio della sua voce e per sostenerla, mentre la consolo la stringo sempre più forte con le gambe. Successivamente le propongo di venire a casa. La vedo un po' titubante. Tuttavia inizia a spiegarmi che parallelamente a noi, una sua amica sta uscendo con un ragazzo e che se aspettiamo le 19.00 potrebbe raggiungerci. Le rispondo che per me va benissimo e per tirare le sette, decidiamo di farci un giro per il paese. Mentre camminiamo, lei continua a parlarmi della sua vita e di come la sua gelosia spesso prenda il sopravvento; noto che mentre camminiamo le nostre mani continuano a sfiorarsi, non ci faccio caso. Facendo il giro dell'isolato arriva un messaggio da Francesca, l'amica di Elisa: "raggiugetemi al gin-pub tra 10 minuti". Ci incamminiamo verso il pub e chiedo ad Elisa che tipo di ragazza è Francesca. Lei mi spiega che è molto sicura di se stessa, a volte troppo e le piace senza subbio apparire agli occhi della gente. 

F: ciao Elisa, e tu devi essere Liam giusto?

L: esatto, piacere

E: dunque vogliamo andare?

F, L: certo che si.

Si vive fino in fondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora