Ho perso la cognizione del tempo da quando sono qui. Non so dire con precisione quanto tempo io sia rimasta qua dentro, rinchiusa in questa lurida stanza. Possono essere passati giorni come anche settimane e ormai, se non fosse per quel sottile raggio di luce che penetra da una piccola fessura del soffitto, non saprei più quando è giorno o quando è notte.
Mi sono rassegnata all'idea di vivere in un mondo a parte, separato da quello terrestre e costituito unicamente da periodi indeterminati di buio.
Le violenze che il mio corpo ha dovuto subire da quando sono qui, sono molto frequenti ed è veramente dura resistere e andare avanti.
Sono disidratata, non riesco a respirare bene e non riesco nemmeno a dormire a causa di questo letto a dir poco scomodo, costruito provvisoriamente con dei bancali su cui sono stati buttati malamente dei cuscini schiacciati e per niente morbidi.
Mi costa molto ammettere a me stessa che però forse non è solo questa la causa.
Il fottuto motivo per cui non riposo più da tempo, forse da troppo tempo, è l'immagine di quegli occhi azzurri impressi nella mia mente come inchiostro sulla pelle che, anche se volessi, non potrei mai cancellare.
Da quel giorno non ho più rivisto quel ragazzo dal volto a me ignoto, ma non posso fare a meno di pensare a cosa potrebbe star facendo in questo momento.
So anche che potrebbe risultare malato ma in una piccola parte della mia testolina vorrei che stesse pensando a me come sto facendo io.
La porta sbatte un'altra volta e maledico mentalmente quel rumore che sono arrivata ad odiare particolarmente in questi giorni.
Sento dei passi avvicinarsi e alcune mani esperte,con mia sorpresa, mi liberano dalle catene con le quali ero legata.
-Se fai silenzio e stai ferma, ti prometto che non ti farò del male.-
Annuisco, ma inutilmente per via della mancanza di luce, e mi lascio dirigere dal ragazzo, davanti a me, verso una meta a me ancora ignota.
Mi rendo conto di avere gli occhi chiusi solo quando sento una leggera brezza che mi sfiora il viso. A quella sensazione decido di aprirli e noto con piacere che sono fuori da quello che si direbbe un magazzino abbandonato nascosto tra gli alberi.
Le lacrime iniziano a bagnarmi le guance incontrollate senza una vera e propria motivazione.
Ritorno alla realtà quando il ragazzo si posiziona dietro di me e mi sfiora la mano.
-Stai tranquilla, non ti voglio fare male. Non più.- sussurra al mio orecchio.
Controllo il desiderio di scappare da quel contatto e mi rilasso per quanto posso. Non so come, ma quella voce ha un potere tranquillizzante su di me.
Quando mi volto per guardare la persona alla mie spalle, noto che i suoi occhi sono a me familiari ma appaiono più tranquilli e sereni.
Alla luce del sole è ancora più bello. Capelli biondi e labbra perfette contornate da un piercing nero.
-Perché?-
Trovo il coraggio e parlo. Voglio capire il motivo di questo gesto. Perché portarmi qua, rassicurandomi, quando poi sa meglio di me che mi farà del male un'altra volta?
-Non me lo chiedere. Promettimi solo che questo sarà il nostro segreto.-
Mi ritrovo ad annuire ancora ammagliata dalla sua bellezza.
-Ti porto in un posto.-
Attraversiamo un sentiero piuttosto ripido e arriviamo su un monte dal quale si può vedere tutto il paesaggio a dir poco mozzafiato.
Da qui posso ammirare tutto il paesino dove ho vissuto per 16 anni e sento un pizzico di nostalgia che mi pervade.
In questo momento voglio solo sapere cosa sta facendo mia madre, se sta bevendo, se sta fumando, voglio sapere se si sta uccidendo, ma sopratutto voglio sapere se mi sta cercando, magari nei posti dove andavo quando ero piccola, quando volevo stare sola. Mi rendo conto che tutto ciò è impossibile, che a lei non è mai importato nulla e sicuramente non si sta nemmeno preoccupando di capire dove io sia.
Forse è meglio così.
-Perché mi hai portato qui?-
-Non ti piace?-
-Si, è bellissimo. Però perché?-
-Avevo voglia di portarti qui. Sai, non ci deve essere sempre una motivazione che ti spinge a fare qualcosa, a volte vuoi farlo e basta.-
-Grazie.-
-Perché?-
-Perché ne avevo bisogno.-
Rimango incantata dai suoi lineamenti perfetti e mi rendo conto che continuerei a guardarlo all'infinito.
-Perché mi stai fissando?-
Parla lui con un sorriso compiaciuto continuando a guardare il paesaggio davanti a noi mentre io arrossisco violentemente distogliendo lo sguardo.
-Non ti sto guardando.-
-Ora no, ma prima si.-
-Non è vero.-
Prendo un grande respiro e gli pongo la domanda che ormai mi tormenta da ormai un po'.
-Quanto è passato da quando sono qui?-
-Cosa?-
-Hai sentito.-
-2 settimane.-
È così tanto tempo.
Tutto ciò che prima era solo un forse, ora è diventato realtà ed è stato come ricevere un pugnale dritto nel cuore.
Mia mamma non mi ha mai voluto e perché denunciare la scomparsa di un peso?
Alzo lo sguardo al cielo per evitare che le lacrime scendano.
Probabilmente lui se ne rende conto perché si avvicina a me e mi abbraccia.
Non so perché lo stia facendo ma non posso far altro che ringraziarlo ancora una volta.|HELLO PEOPLE.|
Sono super contenta per le visualizzazioni hihihi.
Per molte possono sembrare poche ma per me sono veramente tante<3
Grazie davvero a tutte quelle persone che si sono prese un paio di minuti per leggere qualcosa scritto da me.
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SHINE. || Luke Hemmings
FanfictionPerché mi hai portato qui?- -Non ti piace?- -Si, è bellissimo. Però perché?- -Avevo voglia di portarti qui. Sai, non ci deve essere sempre una motivazione che ti spinge a fare qualcosa, a volte lo vuoi fare e basta.- -Grazie.- -Perché?- -Perché ne a...