Il debvljadb

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Ho scritto moltissimi Non Capitoli che probabilmente non pubblicherò mai per il semplice fatto che sono troppo tristi. A volte mi capita di essere così giù di morale da non sopportare l’universo intero. Altre volte sto molto meglio, non dico che il mondo cominci a girare nel verso giusto, solo che probabilmente c’è un’altra direzione possibile. Non esiste nulla di bello in quest’isola che mi aiuti ad essere più felice...no,  mi basterebbe solo della tranquillità. Solo Adar. Lo stesso Adar che ora se ne andrà perché “anche lui deve proseguire la sua vita, deve andare avanti”. Troverà, anzi noi gli troveremo, una nuova abitazione. È colpa di mia madre se cambia dimora. Non lo vedrò mai più probabilmente quindi mi conviene godermi questi ultimi attimi di contentezza. Il mio più grande amico, la mia ancora di salvezza, la corda che mi tiene legata alla vita, la zattera per il naufrago, il fuoco per il disperso se ne andrà perché considerato “distrazione”, oltretutto, essendo questa  l’opinione di una donna insignificante la trovo una soluzione ingiusta. Forse dovrei avvisare qualcuno che mi sto distruggendo lentamente. Forse questo mio desiderio di gioia è legittimo. Forse devo farmi forza e urlare le mie pene. Se servirebbe? No. Se ci ho mai provato? Davvero credete sia il genere di persona che si arrende senza combattere?! Se sono pessimista? Assolutamente. Tuttavia le mie battaglie sono state solo un modo per sprecare energie. Un mezzo per condurmi ulteriormente alla rovina. Mi sono distrutta giorno dopo giorno e la speranza di tornare a casa mi ha assistito. La stessa speranza che non ho mai voluto affianco.

Comunque a proposito del mio “odiare il mondo”... Un po’ di tempo fa una persona dimostrò davvero di comprendermi. Come? Disse che a volte non mi capiva, che spesso ero arrabbiata con lei e non se ne spiegava il motivo. Poi ricominciò daccapo. Fu questo a sorprendermi, si scusò e si corresse:

“In effetti so che non sei arrabbiata con me, so che la tua furia è rivolta al mondo intero. Non dico di voler essere di più, solo non parte del tuo mondo, così da escludermi da quell’ampia selezione di persone non apprezzate”. In quel momento lei capì tutto, capì cos’ero e cosa non volevo essere, ovvero la stessa cosa. Capì, o almeno così sembrò, che non volevo essere cattiva né odiare nessuno, capì che nonostante tutto lo facevo per proteggermi, perché avevo e ho tuttora paura di ciò che potrebbe succedermi se mi lasciassi andare. E se non lo capì davvero, beh allora è tutto un grande malinteso, perché è stata quella frase a farmi svegliare dal mio terribile sonno di indifferenza. Nessuno prima di lei avesse capito cos’ero davvero o meglio cos’ero diventata negli anni.

A dirla tutta lei per me è il peggio e il meglio che mi potesse capitare. Sono sempre stata abbastanza forte da sopportare le ingiustizie necessarie alla vita per farmi crescere. Mi hanno sempre insegnato a reggere i colpi, a cadere dalla sella ma risalire in groppa senza timore. E se prima di lei trattenevo le lacrime, con il suo arrivo mi lasciai andare. Non posso dire che mi abbia indebolito, in realtà, piangere è più difficile che subire e basta ma da questo punto di vista odio ciò che sono diventata.

Se poi non credete che tutte le emozioni più forti degli ultimi anni per me hanno a che fare con i cavalli eccone un’altra prova.

La conobbi in maneggio. Vi dirò la verità, ho sempre finto di ricordare il giorno in cui l’ho vista la prima volta, in realtà non ne ho la più pallida idea. È alquanto imbarazzante da dire ma è così. So solo che spesso aveva degli zuccherini per i cavalli e che io glieli rubacchiavo. Sebbene frequentassimo abitualmente lo stesso ambiante per più di un anno ci scambiammo solo un paio di parole. Un giorno mi invitò al suo compleanno e io ci andai con piacere. Lì cominciò la storia di una grande amicizia. Uscimmo sempre più spesso (io lei e un’altra ragazza, la Mavi, ovvero la nostra allieva. Parlerò certamente anche di lei ma non è il suo momento).

È strano quanto un’amicizia possa diventare la base di tutte le gioie del momento, quanto una sola persona possa creare dipendenza mille volte più di una qualunque  droga.

Ovviamente io sono autodistruzione allo stato puro.

Quando capisco che qualcuno sta diventando troppo importante mi blocco, comincio a dubitare di quella persona illimitatamente. Ogni parola, gesto o emozione espresse diventano false a prescindere da ciò che realmente significano. È una specie di test: se quel qualcuno resiste, mi sta affianco e sopporta il mio stato di totale malessere allora so che è davvero un amico. Poi però, a seconda dell’esito del “test”, o divento incredibilmente timida e mi affido totalmente a chi mi è vicino, oppure mi faccio forza, mi trasformo in una persona estremamente protettiva ma smetto segretamente di confessarmi. La Nina, la mia Amica in questione, mi fa reagire nel primo modo, quello più vero ma al tempo stesso più pericoloso. Devo essere sicura che la persona alla quale espongo le mie paure e i miei malesseri sia sincera e, benché io sia totalmente al corrente di quanto lei sia leale e sincera, continuo con quel terribile atteggiamento da ragazza dubbiosa che non si fida. Non lo faccio apposta, me ne rendo conto ma non riesco a fermarmi.

Ci conosciamo da così poco tempo che con chiunque altro forse mi ricorderei a malapena il nome.

Lei sa di me più di quanto chiunque altro ha saputo o saprà mai. Io credo di conoscerla alquanto bene ma non spetta a me dirlo. Non siamo le infantili amiche del cuore che conoscono perfettamente colore o numero preferito dell’altra, non ho nemmeno idea di che numero le piaccia o se preferisca i colori caldi ai freddi ma vi confesso che non mi importa. Lei sa sempre quanto e se sto male, mi basta una parola anzi, un messaggio e lei capisce molto più del capibile. Ci sono cose di lei che vi stupirebbero ma, nonostante abbia avuto il suo consenso, non ritengo rispettoso rivelare.

Un po’ di tempo fa una ragazza mi chiese come facevo a stare con lei, come sopportavo la sua bipolarità, io risposi che se c’era qualcuno di pazzo nella nostra amicizia era solo meglio, rendeva il tutto più unico e singolare. E piuttosto io mi sarei chiesta come faceva la Nina a sopportare me, non di certo il contrario.

Più di una volta lei dimostrò di avere pensieri alquanto strani.

 -So quanto sono un disastro, avrei voluto poter essere di più, meglio, vorrei riuscire a non deludere nessuno ad essere perfetta. So che puoi trovare una persona molto più normale, più simpatica e probabilmente più carina di me. Mi dispiace l’idea di poterti perdere per  un’amica più importante.-

Non negai nulla.

- Sei un disastro e potresti deludere chiunque, è facile non essere te, avere un po’ di simpatia e di bellezza in più, hai ragione... Ma ad avere un’amica brava bella e perfetta c’è solo da annoiarsi e se c’è una cosa al mondo che io proprio non sopporto è la noia. Il difficile è essere la Nina e tu ci riesci benissimo.-

Così quando un giorno capii di essere una bomba, che tutto dipendeva dal punto di vista, lei mi dimostrò che sarebbe stata la mia miccia, che avrebbe esaminato il risultato dell’esplosione insieme.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 07, 2015 ⏰

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