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La casa abbandonata

Eravamo ancora scossi dall'accaduto. I miei pantaloni ancora incrostati dal fango ormai secco. Posai di sfuggita un'occhio agli stivaletti della mia amica sporchi e malandati, le cuciture rosa che sarebbero dovute risaltate erano sommerse da terra friabile. Vidi Lidia in preda al panico come se avesse preso la scelta più sbagliata della sua vita. Notai un luccichio pentito nei suoi grandi occhioni: era sul punto di piangere e io sbuffai perché non avevo voglia di stare a consolare una lagna: quello che è fatto è fatto!

Mi concentrai un po' di più sul paesaggio: deserto, isolato, trascurato... In che razza di posto eravamo finiti?

La casa in cui ci trovammo faccia a faccia era un posto tetro e oscuro, i mattoni erano rossastri e scrostati. Sugli angolini ci abitava serenamente il muschio ignaro su che posto tetro alloggiasse. Le imposte erano scassate, le travi traballanti e l'uscio quasi del tutto a pezzi. Ero totalmente schifato e provavo ribrezzo allo scenario che si presentava ai miei occhi.  Un'edera provava ad arrampicarsi sulle pareti accompagnata da una strana tinta che copriva i muri dell'abitazione. Ci guardammo inorriditi. <<Guardiamo il lato positivo...>> diceva Lidia, che provava invano a incoraggiare ambedue i ragazzi.

Vi spiego io la vera tragica situazione: eravamo isolati e dimenticati davanti a una casa abbandonata. Senza cibo e senza acqua. Senza una coperta e senza un posto dove dormire. Eravamo nei pasticci!

La mia desta era colma di molteplici interrogativi che ronzavano ripetutamente nella mia testa: Come ci era saltato in mente di entrare in quello stupido portale? E come saremmo tornati a casa (SE saremmo tornati)? E quando? Come? Saremmo rimasti lì per tutta la vita?            Queste erano le uniche domande che mi passavano per la testa e a cui riuscivo a pensare.

Allora presi coraggio, e per alleviare la tensione, mi arrampicai su un albero e mi schiarii la voce.<<Avventurieri e avventuriere...>> poi precisai<<Dico anche a voi>>rivolgendomi al signor Muschio e alla signorina Edera,<<Dobbiamo trovare un riparo>>. In quel preciso istante Lilly ridacchiò, e io dall'orgoglio non mi ricordai di essere sopra un albero e caddi giù. PataTunF! Che schianto contro il terreno... Mi sbucciai il ginocchio ma non era nulla in confronto al momento che stavamo passando. Lidia si gettò immediatamente su di me come se fosse un'infermiera e disse testuali parole<< Dobbiamo curarti>> allora prese delicatamente qualche foglia di un albero rigoglioso lì vicino e me le annodò sulla ferita.

Era quasi sera e non sapevamo cosa fare e dove accamparci.

Ci bastò uno sguardo inorridito e la pelle d'oca e entrammo in quella brutta abitazione.

Il pavimento era osceno: oltre alle piastrelle germogliavano erba e terreno che esondavano dalla piattaforma rettangolare.

<<Non ci resta altra scelta>> sospirò Lidia.

Esaminammo il territorio e ci accorgemmo che c'erano due tutine da esploratori e due zainetti. Sembravano fatte apposta per noi. Questi indumenti erano grigiastri con qualche striscia ocra. Gli zainetti, invece, erano color ocra con molti scompartimenti. Quest'ultimi erano color smeraldo. All'inizio non ci demmo molto peso ma con il desiderio di scoprire che messaggio volessero racchiudere.


 ≈Spazio autrice≈

Ciao cari lettori, tutto bene?

Il terzo capitolo non ha aspettato ad essere pubblicato! Mi sa che per stasera mi fermo qua...

Impressioni?

Se avete dubbi non esitate a chiedere e le vostre idee sono ben accette.

Fatemi sapere come vi sembra e segnalatevi eventuali errori!

Premetto già che queste settimane probabilmente sarò assente perché sono intasata di verifiche e interrogazioni non contando i giorni di allenamento... :( 

Vi avviso già che ho in mente una mezza idea... Curiosi? ;)

Ciao amiciuiiii!

L'avventura misteriosa || avventuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora