Capitolo 13

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- Te lo ripeto: che cosa hai visto?- erano circa venti minuti che mi faceva la stessa domanda con la sua stessa voce impastata dai farmaci che gli davano per tenerlo in piedi.
Quando Alina, Mrak, il tutore di Aza, e Tiberius ci avevano visti erano rimasti tutti a fissarci.
Prima che arrivassero io ero rimasta a guardare il fascicolo con le lacrime che mi rigavano gli occhi mentre Aza cercava di trascinarmi via per un braccio, ma io mi tenevo con tutte e due le mani al tavolo; allora lui mi mise un braccio intorno alla vita e mi sollevò, ma loro furono più veloci e ci videro prima che potessimo andarcene.
"La prego, ci segua", fu questa l'unica cosa che mi disse, sì, non si preoccupò nemmeno di Aza. Quella che gli interessava ero io.
Ma se ero io quella che gli interessava, perché Aza era lì con me? Solo uno come Tiberius poteva saperlo.
Tiberius, presidente a vita, eletto in tempo remoti di cui non esistono dati e persino più vecchio del tempo stesso.
Non potevo resistere nemmeno altri cinque minuti in quell'ufficio con lui.

- Niente.
Era una bugia, ma stavo diventando molto brava a nascondere la verità.
- Quello che ho visto io non mi sembrava "niente", quindi, te lo ripeto per l'ultima volta: cosa hai visto?!- pronunciò queste ultime tre parole scandendole e aumentando sempre il tono di voce. Si era alzato anche in piedi e mi fissava da sopra la scrivania.
Alla fine mi arresi, volevo che quella storia finisse il prima possibile.
- Il mio fascicolo- ho detto che volevo che quella storia finisse, non che avrei detto tutta la verità.

Tiberius mi rise in faccia.
- Beh, di certo non era una foglia... Sto iniziando a perdere la pazienza, sciocca ragazzina.

Sciocca ragazzina, mi aveva chiamata sul serio così?

- Sciocca ragazzina... Sciocca ragazzina! Come osa chiamarmi così! Non me ne frega niente di chi è lei!

- Kyra, ma che cosa stai dicendo?!- mi ero scordata che c'era anche Aza.

- Tu stai zitto! E lei, Tiberius, che problema ci sarebbe se anche avessi letto il mio fascicolo? È il mio! E posso leggerlo tutte le volte che voglio! Voi non potete dirmi ciò che posso o non posso fare se questo mi riguarda personalmente!- stavo sbraitando come un cane rabbioso. Ero in piedi davanti a Tiberius. Solo in quel momento realizzai di star inveendo contro il capo di Europa.
Ad un certo punto vidi tutto nero e mi sentii svenire, ma non cedetti.
Quando riacquistai la vista lo vidi pallido come un cadavere e si stava risedendo lentamente.
Quando si fu riaccomodato cominciò a ridere fragorosamente.
- E ora che diavolo c'è da ridere?
- Nulla. Mi piace il tuo carattere. Non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno. Domani dovete assistere agli esperimenti giusto?

- Sì- fu Aza a rispondere per entrambi. Credo che temesse che io potessi ricominciare a inveire contro Tiberius.

- Bene. Kyra, d'ora in poi lavorerai agli esperimenti di livello b, e tu andrai con lei.

- Grandioso!- dissi io con un tono che lasciava trapelare una finta eccitazione.- Possiamo andarcene?

- Certo- mi sorrise.
Vai all'inferno.
Questo lo pensai ma volevo dirglielo veramente.

Io mi alzai e andai verso la porta, Aza mi seguiva. La aprii e uscii come una furia. Fuori mi aspettava Alina.

- Sai credevo che fossi più intelligente di così.- Non si girò nemmeno, stava continuando a guardare fuori dalla finestra.

- Sai credevo che tu fossi più simpatica.

Quando si girò e mi fissò, sbiancò anche lei, proprio come Tiberius. Questa volta non mi sembrava di avere detto nulla di così offensivo.

- K-Kyra, i tuoi o-occhi...

- Cos'hanno i miei occhi?

- Non puoi stare qui... Forza andiamo in camera tua.- aveva iniziato a sussurrare e dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno mi portò in camera mia.

- Vai in bagno e guardati allo specchio.- Alina stava tremando.

Andai in bagno e vidi che i miei occhi non erano più i miei.
I miei erano verdi smeraldo e non bianchi e di gatto.
Uscii dal bagno, terrorizzata.

- Alina, che mi succede?! Perché i miei occhi sono così?!
Tremavo e lei mi prese le entrambe le braccia e mi diede uno scossone.

- Ora calmati! Non lo so perché sono così, ma non ti preoccupare, troveremo una soluzione...
Ancora una volta vidi tutto nero, ma questa volta durò di meno e non mi sentii svenire.

- Ecco vedi: è tornato tutto a posto!- lo aveva detto con molta leggerezza, come se non fosse successo nulla, già dimenticavo che era pazza.- Bene, ci vediamo dopo!

La mia testa stava esplodendo, non solo per il cambiamento dei miei occhi ma anche perché avevo molte domande a cui non sapevo dare una risposta.

Perché i miei genitori non mi hanno mai detto che sono stata adottata?
Perché i miei occhi sono cambiati, così, all'improvviso?
Perché faccio questi sogni, ogni notte?
Chi sono io veramente?

Qualcosa era cambiato in me ed io dovevo accoglierlo. Quella non era la mia famiglia. Quella non era la mia vita.

Avevo promesso a "mia madre" che ci saremmo parlate quella sera, quindi perché non farlo?
Presi il lettore musicale e registrai un'unica frase:
"Tu non sei mia madre, so tutto."
Dopodiché lo presi e lo lanciai contro il muro. Mi provocò un'intenso piacere.
Ma non era l'unica cosa che apparteneva alla mia vecchia vita: c'erano ancora i vestiti. Li presi tutti e li infilai nel borsone.
Mi serviva un'accendino. O dei fiammiferi.
Ricordai di aver visto una sigaretta sporgere dalla tasca di Mrak. L'unico problema era rintracciarlo.

Uscii dalla mia stanza e andai a controllare i cartelli. Bene, era al piano di sotto, nella stanza 14b.
L'adrenalina mi stava assalendo. Presi le scale e le feci di corsa per consumarne un po'.
Bussai violentemente e lui aprì quasi subito.
- So che fumi. Voglio il tuo accendino o se usi i fiammiferi tanto meglio.
Restò interdetto a fissarmi come un'ebete per qualche secondo, ma poi si girò e si avvicinò alla sua giacca che era appesa alla spalliera della sedia vicino alla scrivania.
- Tieni- mi porse una scatola di fiammiferi.
- Grazie.
Non fece domande e per questo gliene fui grata.

Tornai in camera mia a prendere il borsone e poi uscii all'esterno. Lo misi per terra e tirai fuori dalla tasca della giacca la scatola di fiammiferi. Lentamente li accesi uno alla volta e li gettai sopra al borsone. Le fiamme divampavano.
Guardai le fiamme consumare i rimasugli della mia vecchia vita.
E come il fuoco moriva lentamente anche una parte di me se ne stava andando.
Come una fenice rinascevo dalle mie ceneri.

Restai lì impalata a guardare le fiamme per ore.
Non cenai, mi ero già saziata con il calore del fuoco.
Quando tornai in camera mi sentii più leggera e, per la prima volta dopo tanto tempo, mi addormentai serena.

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Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia! Qui abbiamo visto un cambiamento in Kyra, ha deciso di rinnegare tutto ciò che era prima per rinascere.
Voi cosa ne pensate di questo suo gesto? E cosa pensate dei suoi occhi, che sono cambiati così improvvisamente?
Ad ogni modo, vorrei ringraziare tutti voi che state leggendo la mia storia! Ora vi lascio e mi raccomando fate i bravi bambini!
P.S nel prossimo capitolo ci saranno rivelazioni scioccanti, zan zan zaaaaaaan!! (se, come no)

•Rosa•

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