Andrea aveva deciso di mettere più giorni possibili tra ciò che era accaduto quella mattina e l'incontro successivo con Cristina. Durante questi giorni, continuò a pensare a Chiara, ma la rabbia e la delusione, lasciarono il posto, poco alla volta, all'indifferenza.
Nel tentativo di tenere lontani determinati pensieri, si era buttato di buona lena nello studio. Quando non aveva corsi, riprese a frequentare la biblioteca con regolarità, a volte trattenendosi fino all'orario di chiusura.
Fu proprio durante una delle mattine passate in biblioteca, mentre era alle prese con lo studio della finanza aziendale che, alzando gli occhi dal libro, se la ritrovò di fronte. Non venne fulminato da ciò che vide, anzi, si rese conto di chi avesse seduta di fronte solo dopo un po', iniziando finalmente a notarla e vederla per davvero.
La studentessa aveva i capelli corti ribelli, che non sembravano voler seguire la riga di lato con cui, forse, aveva tentato di pettinarli quella mattina. Il viso era regolare, simmetrico, gli occhi di un castano profondo, il naso piccolo con una piccola cicatrice sulla punta, le labbra non troppo carnose, con il labbro superiore che disegnava una piccola v al suo centro.
Aveva impiegato un po' per accorgersi di lei, ma quando l'aveva ormai notata, restò a fissarla fino a quando lei non alzò lo sguardo dai fogli su cui stava scrivendo. Quando la studentessa alzò lo sguardo, si ritrovò gli occhi di Andrea che la fissavano con intensità. Ricambiò lo sguardo per un po' prima di sorridere e abbassare lo sguardo. Imitata, nel sorridere e nell'abbassare lo sguardo, da Andrea che solo allora si era reso conto di stare fissandola con troppa insistenza.
I due continuarono a studiare incrociando gli sguardi diverse volte, nel corso della mattinata. Quando capitava, a volte abbassavano lo sguardo, a volte sorridevano.
Verso le tredici, Andrea raccolse i propri libri per andar via, non prima di aver lanciato l'ennesimo sguardo, con annesso sorriso alla studentessa. Questa ricambiò con un sorriso luminoso.
Mentre prendeva il proprio zaino dall'armadietto e vi riponeva i libri. Ricevette un messaggio di Cristina, quando lesse il nome di lei, fu sorpreso nel rendersi conto di sperare non gli chiedesse di vedersi. Dopo l'ultimo incontro, non se la sarebbe sentita di rifiutare, ma quel giorno non avvertiva alcuna voglia di incontrare la sua amante quarantenne.
"Ehi che fine hai fatto? Tutto bene?"
Per il momento era salvo.
"Scusa se non mi sono fatto sentire, ma ho preferito stare un po' per conto mio in questi giorni. Comunque tutto bene, tu che mi racconti?"
"Tutto bene. Non startene per conto tuo troppo a lungo però."
"No no, tranquilla. A presto."
"A presto."
Era salvo, non era stato costretto a dover rifiutare di vederla.
Quando rialzò la sguardo dal cellulare, vide la fanciulla che era stata seduta di fronte a lui, che riponeva le sue cose in uno zaino. I loro sguardi si incrociarono e si sorrisero.
«Per oggi abbiamo dato abbastanza, no?» Fu lei a rivolgergli la parola.
«Sì infatti. Anche troppo per come ero abituato ultimamente.»
«Purtroppo si deve.»
«Già!»
«Io comunque sono Paola.»
«Andrea. Piacere.»
La stretta di mano durò un attimo più del dovuto. Ritirati i rispettivi documenti all'entrata, percorsero un tratto di strada insieme prima di salutarsi.
L'indomani si rividero, di nuovo seduti l'uno di fronte all'altro. Questa volta non si limitarono a sguardi sfuggenti e sorrisi timidi. Passarono più tempo a chiacchierare che a studiare. Quando verso le tredici andarono via, entrambi si lamentarono della cattiva influenza dell'altro.
Arrivati al punto di salutarsi, questa volta Andrea non la lasciò andar via come il giorno precedente, gli chiese il numero di cellulare che la ragazza non esitò a dargli.
«Allora ci vediamo domani in biblioteca.»
«A domani!»
Una volta arrivato a casa Andrea ricevette un messaggio. Prese il cellulare sperando fosse Paola, ed il desiderio fu esaudito.
"Domani mattina ci vediamo dove ci siamo salutati? Così facciamo quel poco di strada insieme."
"Va bene. A che ora?"
"8:30 per te va bene?"
"Certo. A domani allora, e cerca di lasciarmi studiare però!"
"Questo dovrei dirlo io a te, per la verità, ma stavolta sorvolo! A domani"
Un paio di minuti dopo l'ultimo messaggio di Paola il cellulare suonò di nuovo, Andrea era convinto fosse di nuovo lei, invece, con un pizzico di delusione vide che era Cristina.
"Alle sei puoi venire da me? O vuoi startene ancora per conto tuo?"
Prima di rispondere passarono dieci minuti abbondanti. Andrea avrebbe voluto trovare una scusa per rifiutare l'incontro, ma non sapeva proprio cosa inventarsi. Gli dispiaceva troppo dare un rifiuto a Cristina.
"Va bene. Alla sei sono da te."

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VENT'ANNI
KurzgeschichtenVent'anni di differenza possono essere tanti tra un uomo e una donna, ma se i due volessero solo colmare le rispettive solitudini?