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Andrea si presentò alla porta di Cristina con un quarto d'ora di ritardo. Senza la rabbia della volta precedente, ma anche senza l'ansia e la voglia del primo incontro.

«Da quanto tempo» lo accolse Cristina.

«Sì. Infatti.»

«Si può recuperare. Basta che non sia incazzato.»

«No. Tranquilla, tutto a posto.»

«Lo so. Te lo si legge in faccia.»

Cristina, che indossava pantaloni di cotone neri e una camicetta rosa appena trasparente, prese per mano il giovane e lo condusse in camera da letto, accompagnandolo dinanzi ad uno specchio formato persona.

«Ti piacciono gli specchi?»

Non attese risposta iniziando a sbottonare la camicia di Andrea. Baciò i suoi capezzoli, scese lungo la linea degli addominali per fermarsi all'altezza del membro e baciarlo attraverso i jeans.

Andrea si tolse le scarpe, mentre Cristina gli sbottonava i jeans e glieli sfilava. Baciò il pene dell'uomo attraverso gli slip, prima di abbassare anche questi. Andrea si guardò nello specchio, era del tutto nudo, con il pene floscio tra le gambe.

«Spero abbia sentito la mia mancanza» Dicendo questo Cristina si inginocchiò dinanzi ad Andrea per accogliere il membro completamente in bocca.

Quando avvertì che l'erezione iniziava, continuò a massaggiare con le mani, mentre con la bocca baciava e succhiava i testicoli.

Si alzò, si mise alle spalle di Andrea, allungò una mano afferrando il pene di questo, non ancora del tutto eretto e iniziò a masturbarlo.

Fu Andrea ad interromperla, girandosi e iniziando a spogliarla. Le tolse con delicatezza la camicetta rosa, scoprendo il piccolo seno avvolto in un reggiseno del medesimo colore. Glielo tolse e le mordicchiò i capezzoli.

Cristina si sbottonò i pantaloni e li tolse.

«Scusa ma non resistevo proprio.»

Anche le mutandine, che Andrea le abbassò erano rosa, trasparenti quel tanto che bastava per lasciar intravedere il triangolo di peli della donna. Questa volta fu Andrea ad inginocchiarsi, baciando prima l'interno coscia della donna e poi il pube, già umido di voglia.

La donna gli porse un preservativo che Andrea indossò, mentre lei si piegava e appoggiava le mani allo specchio, offrendosi ad Andrea che si trovava alle sue spalle. Il ragazzo esitò un attimo e poi avvicinò il glande al sesso della dona, spinse con delicatezza, lentamente e poi più veloce.

La donna iniziò a gemere sommessamente, mentre Andrea iniziava a provare la medesima sensazione che aveva provato quando, giorni prima, aveva letto il messaggio che aveva dato inizio a quella situazione. Aveva l'impressione che qualcosa, un dettaglio che non riusciva a cogliere, rendesse quel momento, in teoria piacevole, imperfetto.

Si sforzò di scacciare quella sensazione. Afferrò Cristina per i fianchi e continuò a spingersi dentro di lei, dove veniva accolto dalla voglia umida della donna, mentre la sua voglia, sembrava invece scemare.

«Fermati Andrea.»

Andrea non esitò, tirò subito fuori il membro non del tutto eretto, guardando la donna con dispiacere.

«Ma che hai? Non sei troppo giovane per certe defaillance?»

Il ragazzo non sapeva cosa rispondere. Fu Cristina a rompere l'imbarazzo spingendolo sul letto.

«Vedrai che è solo un momento. Ci penso io» disse sfilandogli il preservativo e iniziando a leccare e succhiare con foga. Ma dopo dieci minuti, l'erezione di Andrea sembrava non voler resistere più di tanto, non appena la donna si interrompeva il membro tornava floscio.

Lo sguardo della donna si riempì di delusione.

«Il problema non è l'età. Il problema è che non mi vuoi.»

«No Cristina, ti giuro, ho anche io voglia» iniziò a dire.

«Non lo so che mi succede. Dai continuiamo.»

«Andrea, è inutile. Non mi vuoi, non mi desideri. Il tuo corpo lo capisce, lo sa, e si comporta di conseguenza, anche se tu non vuoi ammetterlo.»

«No Cristina, davvero, non è così...»

«Lascia stare Andrea» disse la donna infilandosi le mutandine e prendendo una leggera vestaglia dall'armadio. «Fidati di chi ha più anni di te.»

Questa volta l'uomo non rispose. La donna uscì dalla camera. Dopo qualche minuto, anche lui rivestito la raggiunse in cucina.

«Cristina non so che dire, davvero. Mi dispiace.»

«Tranquillo Andrea è tutto a posto» la donna mentre parlava, guardava Andrea solo per un attimo prima di portare lo sguardo altrove.

«Poteva capitare, l'ho sempre saputo. La differenza di età non è uno scherzo. Ma spero che per te sia stato piacevole quanto lo è stato per me.»

«Certo che lo è stato. Davvero tanto credimi.»

«Ti credo.»

***

Quando Andrea uscì dal portone del condominio dove abitava Cristina, tirò un sospiro di sollievo. Non riusciva ancora a capire perché, ma non si sentiva dispiaciuto per la fine di quella... non sapeva neanche come chiamarla.

Storia? No, assolutamente no. Situazione? Poteva andare.

Decise di fare una bella passeggiata prima di tornare a casa. Non era riuscito a fare sesso, lui che poteva contare sulle dita delle mani le sue esperienze, non ne aveva avuto voglia. Non riusciva proprio a spiegarsi cosa fosse successo.

Entrò in una libreria e mentre guardava i titoli sugli scaffali del settore fantascienza. Sentì pronunciare il suo nome, ed in quell'istante, alla sua mente fu chiaro ciò che già lo era per il suo corpo.

«Anche tu qui?» Era Paola.

Quando Andrea si girò, la vide sorridere e sorrise a sua volta.

FINE

VENT'ANNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora