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Quando Cristina ricevette il messaggio di Andrea, era appena uscita dalla doccia. Mentre si trovava sotto il getto caldo dell'acqua, pensava proprio a lui, mentre con una mano si accarezzava leggermente tra le gambe.

Pensava che era la prima volta che faceva sesso con una persona così più giovane, e pensava che era stato piacevole, molto. Sul momento, quando lui non aveva voluto baciarla, si era risentita, ma poi quando lui aveva spiegato le sue ragioni, il risentimento era passato del tutto. In fondo, Andrea aveva ragione, il loro rapporto era solo di sesso, e se il non baciarsi era un modo per lui di considerare quel rapporto limitato a questo, a lei andava bene. La cosa aveva una sua logica. Inoltre, Andrea aveva dimostrato di apprezzarla, senza alcun dubbio. Quando gli aveva confidato le sue ansie e le sue insicurezze, doveva ammetterlo, si era preoccupata. Sapeva che lui era giovane, ma aveva comunque venti anni e lei sperava che sapesse come fare certe cose, e per fortuna le faceva meglio di quanto lui stesso credesse. Non riusciva proprio a capire perché non avesse più successo con le donne della sua età.

'Bah! Meglio per me!'

Indossò l'accappatoio, si asciugò le mani e prese il cellulare.

"Ci possiamo vedere? Ho voglia del tuo corpo." Era questo il testo del messaggio.

"Sono a casa. Vieni pure, speravo ti facessi sentire."

"Fra mezz'ora sono da te."

Cristina andò a vestirsi, scegliendo i vestiti pensando a cosa gli sarebbe piaciuto farsi togliere da Andrea. Alla fine indossò una gonna di jeans al ginocchio, con spacco laterale, calze nere autoreggenti ed una maglia di cotone leggera, senza reggiseno, in modo da mettere in mostra i capezzoli. Ai piedi indossò un paio di stivali e attese l'arrivo di Andrea.

***

Cristina, quando aveva letto il messaggio di Andrea, aveva avuto l'impressione che qualcosa non andasse. Gli era sembrato troppo diretto. Quando aprendo la porta vide il volto di lui, ne ebbe conferma.

Andrea non gli concesse il tempo di chiedere. Appena entrato disse solo che non vedeva l'ora di arrivare da lei e la prese subito per i fianchi sollevandola.

La fece sedere sul tavolo della cucina, e le sfilò con fretta la maglia scoprendole il seno. Andrea vide i capezzoli già sporgenti per il contatto con il cotone, e iniziò a baciarli e mordicchiarli con foga.

«Andrea ma che hai?»

«Niente» rispose continuando a mordicchiare i capezzoli.

Mentre sfiorava con la faccia, il seno di Cristina, continuava a pensare al seno abbondante di Chiara, che mai avrebbe potuto baciare allo stesso modo. Non avrebbe mai scoperto come fosse la sua pelle, se avesse o meno capezzoli sporgenti. Questi pensieri non facevano altro che far aumentare la sua rabbia.

Cristina si rendeva conto di tutto, anche se ne ignorava le ragioni, ma capiva benissimo che la foga del suo amante non fosse solo desiderio, passione: era rabbia.

Andrea sfilò gli stivali a Cristina e con fretta le sbottonò la cerniera della gonna, gliela sfilò lanciandola alle sue spalle. Questa volta la donna indossava mutandine nere, ma il ragazzo sembrava non accorgersi di niente. Gliele sfilò senza pensarci e abbassò con veemenza la sua testa fra le gambe della donna.

Sarebbe bastato un briciolo di calma, ad Andrea, per accorgersi che la donna non era bagnata come la prima volta. Se avesse notato questo particolare tanto determinante, forse avrebbe capito che ciò che stava facendo questa volta con Cristina non era sesso, al massimo, stavolta, si sarebbe masturbato con rabbia fra le gambe di lei, ammesso che questa glielo concedesse.

VENT'ANNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora