2- Una scintilla fra due ragazzi speciali.

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NATHAN

Una scintilla, era così che definivo quella sensazione strana che avevo provato nel momento in cui avevo incrociato lo sguardo di quella ragazza. C'era qualcosa in lei che mi attirava. Qualcosa di celato dentro quei splendidi occhi azzurri, la pelle così chiara da assomigliare alla porcellana. I capelli biondi che non avevo resistito alla tentazione di toccare.

Avevo preso la prima occasione per chiederle di uscire in modo da poter approfondire quella scintilla, ma Ruth non aveva risposto. Si era alzata farfugliando e si era rintanata in casa sua.

Peccato per lei che ero determinato. Avevo sprecato il mio pomeriggio guardando la televisione, prima di decidermi a fare qualsiasi mossa.

Andai in camera per cambiarmi: indossai dei semplice jeans strappati e la prima t-shirt che pescai dall'armadio. Afferrai la bandana bianca e la annodai in testa. Era più forte di me: erano un ossessione. Non uscivo mai senza e negli anni le avevo comprate davvero di tutti i colori.

Date le temperature alte e le giornate di sole, non osai nemmeno guardare la giacca di pelle.

«Io esco!» gridai per farmi sentire da Connor, che era chiuso in camera. Probabilmente era al telefono con Maya, la sua attuale frequentazione – così la definiva lui, ma sapevamo tutti che era cotto di quella donna.

Non aspettai una conferma dal mio amico, quindi uscii chiudendomi la porta alle spalle. Bussando a quella di Ruth, dovetti stare attento a non graffiare i due anelli che portavo all'indice e anulare. In uno c'era l'immagine di una bussola – io e mio fratello ne avevamo uno uguale dato che li avevamo presi insieme – mentre nell'altro era incisa la lettera D: iniziale del nome di mia madre. Delia.

Fu la ragazza dai capelli mori ad aprire. Eliza era una ragazza carina anche se accanto a Roxie rischiava di diventare invisibile, ma ci pensava con la lingua tagliente a farsi notare compensando con il carattere. Non che le servisse, con le labbra carnose e gli occhi vispi.

Avevo avuto poche occasioni di conversare con lei fuori dal mio orario di lavoro, quindi conoscevo solo il suo lato festaiolo e quello mi faceva sempre molto ridere. Non aveva mai problemi a chiacchierare con noi barman, dei perfetti sconosciuti.

Misi in tasca le mani e le sorrisi. «Ciao, come stai?»

Lei raddrizzò le spalle. «Ora meglio, sta mattina un po' meno bene.»

«Avrei dovuto smettere di servirti, mi dispiace.»

Lei mi fissò come se mi fosse appena cresciuto un terzo occhio. «Non provarci neanche a smettere di farmi bere durante le mie serate alcoliche con Roxie o mi sentirò costretta a lanciarmi oltre il bancone e prepararmeli da sola!»

Scoppiai a ridere tirando indietro la testa. «Sei stata piuttosto chiara.»

«Ottimo» poi incrociò le braccia. «Sei venuto per una ragione o ti sei ubriacato anche tu e hai bussato per sbaglio alla nostra porta?» il suo sorriso affilato mi suggerì che sapeva esattamente cosa volevo.

«Divertente,» le feci notare e lei ghignò soddisfatta. «Ruth è in casa?»

Eliza annuì. «E dove dovrebbe mai essere? Se riesci a farla uscire da camera sua, allora significa che sei un ottimo adulatore.»

Trattenni la risata mentre lei andava a chiamarla. Durante l'attesa, controllai i nuovi messaggi e risposi a qualcheduno.

Pochi attimi dopo sbucò dal corridoio, portava i pantaloni della tuta e una canotta sotto la felpa. I capelli legati in una coda alta, arrivavano sotto le spalle.

Aggrottò le sopracciglia. «Ti serve qualcosa?»

L'ingenuità di Ruth mi fece sorridere. «Te, mi servi te.»

Mostrami il mondo (#1 Nightmares Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora