16- Senza complimenti.

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NATHAN

La felpa nera che le avevo prestato le stava bene, ma dovevo ammettere che con il vestito di mia madre stava meglio.

Delia era sempre stata attenta alla linea seguendo diete e praticando yoga perciò non mi sorprese quando Ruth indossando il vestito, aveva constatato le stesse alla perfezione. Certo, non era l'indumento che avrebbe comprato al mercatino, i gusti di mia madre e quelli della bella bionda erano palesemente diversi. Infatti Ruth non si sarebbe mai sognata di uscire di casa indossando quel tubino rosso acceso dalle maniche larghe.

Eravamo nel bel mezzo della cena: mia madre stava passando la cesta del pane a papà mentre Jeremy si alternava dal ingurgitare tutto quello che era sul piatto al scambiare messaggi con Serena, la sua ragazza. Inforchettai il polpettone misto con il purè di patate e lanciai un'occhiata di sottecchi a Ruth, la quale stava ridendo e chiacchierando con mia mamma, come se si conoscessero da una vita. Non c'era che dire: si erano trovate fin da subito.

Guardai Delia che mi fece l'occhiolino e le sorrisi. Quello era il segno di approvazione che aspettavo da tutta una vita.

«Ruth,» asserì mia mamma mentre metteva i gomiti sul tavolo e appoggiava il mento sulle mani intrecciate a pugno. «Non pensi anche tu che mio figlio starebbe molto meglio senza quei cosi,» fece una smorfia di disgusto e continuò: «dal corpo?»

Io tirai indietro la testa e sbuffai. Avevo iniziato ad abbellirmi il corpo all'età di diciotto anni e lei non l'aveva mai digerita. Inoltre, non avevo certo intenzione di smettere. Erano parte di me, come le bandane colorate e gli anelli che portavo alle dita. Delia odiava tutto ciò e sapevo che aveva il terrore che Jeremy partisse per la mia stessa tangente. Il fatto che non mi avesse mai cacciato di casa per le mie decisioni, o che non avesse mai smesso di parlarmi era una delle ragioni per cui amavo infinitamente mia mamma: seppure non fosse d'accordo con le mie scelte e cercasse in tutti i modi di farmi smettere di tatuarmi, lei continuava a sostenermi.

Ruth scrollò le spalle e mi guardò. «Non saprei. Non riesco a immaginare Nathan senza tatuaggi. Anche se sembra banale, ci vuole un certo coraggio e lo ammiro per questo. Pensate che io sono andata nel panico quando una mia amica mi ha detto che mi vedeva bene con i capelli rosa sulle punte.»

Immaginai immediatamente quella visione e sì, sarebbe stata perfetta. Quel colore era proprio da Ruth Denver: tranquillo, trasparente e genuino.

«Concordo con Roxie, è stata lei a dirtelo giusto?»

Era l'unica delle sue amiche fissata così tanto sull'estetica da cercare di mettere le mani sopra le persone con lo scopo di rivoluzionarle.

«Esatto.»

«Be', so che non ti serve la mia approvazione, ma se dovessi decidere di farteli, io sarei il tuo sostenitore numero uno.»

«Nathan Cross, per favore non plagiare questa povera ragazza!» esclamò mamma facendoci ridere tutti quanti.

«Io non faccio proprio niente. Dico solo che appoggio le sue scelte. Se in testa le passa questa idea, perché non farlo?» mi appoggiai sullo schienale della sedia e le presi la mano.

«Mi sto divertendo. Grazie di avermi portata qui» sussurrò in modo che potessi sentirla solo io.

«Bene» le baciai il palmo della mano e mi alzai in piedi quando notai mamma iniziare a sparecchiare. Afferrai i piatti. «Ti do una mano.»

«Gentile da parte tua» asserì lei prima di dirigersi in cucina.

Guardai Jeremy mentre scriveva un messaggio e mi sporsi lungo il tavolo per assestargli una pacca sulla nuca: quanto mi piaceva picchiare mio fratello.

Mostrami il mondo (#1 Nightmares Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora