Non sei solo

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Quattro anni,
due mesi
e due giorni prima


Manuel giocherellava con gli ultimi residui di schiuma in quella vasca in cui era immerso da un'ora o poco più - sicuramente di più poiché le punte delle dita gli si erano arricciate tutte.

Sedeva tra le gambe di Simone, con la schiena placidamente appoggiata al suo petto, in quel piccolo bagno chiuso a chiave - che non si sapeva mai, anche se Dante e Floriana erano fuori e non sarebbero rientrati in breve tempo - riempito di candele profumate alla vaniglia sparse sul bordo del lavandino e della vasca stessa. Il loro odore si era sparso in tutto l'ambiente.

Era stata un'idea di Simone – ovviamente - quella di fare il bagno insieme, ma Manuel non aveva avuto nulla da obiettare. Con lui, in realtà, non aveva mai niente da obiettare.

Quest'ultimo socchiuse le palpebre e portò il capo all'indietro, godendosi le carezze del compagno che raggiungevano ogni parte del suo corpo.

Simone sorrise, con la bocca a contatto con l'incavo del collo dell'altro ragazzo. Depositò in quel medesimo punto un bacio lieve. «Sei stranamente silenzioso» soffiò.

Manuel non cambiò posizione, ma gli sfuggì una risata. «Stranamente» gli fece il verso «Ma come parli?».

Rise anche Simone e mordicchiò un lembo di pelle, ancora sul collo. «La smetterai mai di prendermi per il culo?» disse.

«Non credo».

Simone si lasciò andare ad un sommesso sospiro. «Ero serio, comunque» ribadì, mentre poneva entrambe le mani sulla pancia del compagno e se lo tirava appena più addosso. «Quando non parli, mi preoccupo un sacco».

Manuel scosse appena il capo e soltanto allora riaprì gli occhi. «Ma va» replicò «Poi semo nudi in una vasca e la schiuma è quasi andata tutta via. Mica sta bisogno di parlare»

«Tu non hai voluto fare altro».

Corrucciò le labbra in una smorfia e con la punta delle dita sfiorò gli avambracci del compagno. «Lo so» disse «Perché me piace stà così».

«Così? In ammollo?» lo sbeffeggiò Simone.

Manuel rise. «Sei proprio scemo» commentò e gli tirò un pizzico lieve sul dorso della mano. «Dicevo qui, con te, pure senza fa' niente». Fece una breve pausa, lasciandosi andare ad un sospiro. «Basta che posso toccarti» sussurrò ancora «Se ti tocco, ti sento e so che ci sei e mi calma. Poi è come se tutto il resto del mondo sparisse».

Simone non seppe come prendere una simile affermazione. Forse finì per sentirsi sopraffatto perché alle cose che Manuel gli diceva, così pure e pregne d'amore, delle volte faticava persino a crederci.

Delle volte aveva bisogno di tempo persino per metabolizzare i ti amo che gli sussurrava all'orecchio, come fosse una cosa non possibile.

Così non disse nulla. Rimase in silenzio. Furono gli occhi a tradirlo un minimo poiché diventarono lucidi senza che potesse controllarlo.

Di fronte a quell'assenza di suono, Manuel voltò appena il capo, ciò che era sufficiente a scorgere il suo viso. «Oh, che t'ho tolto le parole?» sdrammatizzò. Ma ancora nessuna risposta. Dovette staccarsi appena per guardarlo meglio, girarsi quel che poteva in quella vasca forse troppo piccola per contenerli entrambi. Si ritrovò sdraiato su di lui, cercando di non gravargli eccessivamente col proprio peso addosso. «Ma stai piangendo?».

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