old polaroid

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P R O L O G O

Quella canzone. Quella dannatissima canzone. Chiudeva il ciclo infinito di melodie che Niki aveva ascoltato durante la notte. Era l'unica di cui non riusciva a liberarsi cosí facilmente.

Ormai raggiunte le 5 del mattino sapeva che addormentarsi sarebbe stato impossibile cosí decise di riprovare a toccare quella ferita ancora aperta dopo mesi, solo per vedere che effetto gli faceva. La psicologa glielo aveva consigliato più di una volta, provare a riguardare quelle vecchie foto scattate con la Polaroid che lui aveva staccato dal muro vicino al letto e riposto in una scatola che aveva ricevuto dalla sua ragazza. Lei la usava come "conserva-felicitá" ma dopo la loro rottura buttó tutto via e abbandonó la scatola davanti la porta di casa di Niki.

Sgusció fuori dalle calde coperte e si avvicinó all'armadio. Allungó la mano fino a toccare il fondo, dove aveva riposto la scatola di latta con tutti i ricordi legati a lei. Niki sapeva bene che quelle foto gli avrebbero riportato alla mente ogni minimo dettaglio di quella che era stata la loro relazione durata più di un anno. Lei era il suo mondo, quella persona che gli causava una dipendenza incurabile. Eppure il ragazzo era consapevole del fatto che quella sua immensa ossessione da quegli occhi per niente asiatici, da quei capelli più chiari come la luce del sole e quel profumo di ciliegia che gli rimaneva nelle narici lo avrebbero portato alla rovina. E infatti cosí fu.

Lui era diventato un folle ossessionato dalla sua piccola principessa di un paio di mesi più piccola, possessivo e geloso peggio dello schifo. E lei inizió a sentirsi oppressa, in una gabbia di ferro senza una chiave per aprirla. Si ritrovó in una scomoda situazione, irrisolvibile, incurabile.

Il ragazzo, con il cuore che gli tremava in gola, aprí la vecchia scatola metallica con ancora le decorazioni che realizzó la sua, ormai, ex ragazza e prese la prima foto. Osservó con nostalgia quel sorriso. Sentí qualcosa dentro di lui rompersi. Ricordava bene quell'attimo in cui ha scattato quella foto sulla spiaggia con il tramonto più bello che avesse mai visto assieme alla persona che amava di più su tutto il pianeta.

Prese la seconda foto. Ritraeva loro due assieme davanti una vetrata di un negozio abbandonato. In quell'immagine lui la stava avvolgendo con le sue muscolose braccia. Cercava in ogni modo di proteggerla e darle quel senso di casa che lei desiderava.

Nel suo cuore si creó una seconda crepa.

Impulsivamente scavó sul fondo della scatola, provando ad afferrare la maglietta dei Queen che la ragazza aveva sempre lasciato nel cassetto dei calzini di Niki per quelle volte che sarebbe andata a dormire a casa sua. E lui non aveva mai avuto il coraggio di presentarsi da lei per restituirla. Ormai la ragazza legava a Giraffa l'angoscia.

Gli mancava essere chiamato Giraffa. Quel nome lo aveva ricevuto da lei il primo giorno che si conobbero, a causa della sua altezza. Gli mancava quando lei arrivava a casa sua e sin dalla porta d'ingresso urlava <<Giraffa!!>> per avvertire della sua presenza. E lui si precipitava al piano di sotto per poi sollevarla da terra e farle fare un giro come quelli che si fanno fare alle bambine.

Perché di fatto, lei era la sua bimba...

Strinse la maglietta tra le dita affusolate e la avvicinó al naso per inspirare, ancora una volta, quel profumo che gli era rimasto impresso nel cervello. Lui tanto amava quell'aroma delicato di ciliegia che la sua principessa emanava ad ogni suo piccolo movimento.

Niki ricordava ancora quando le vide la t-shirt addosso per la prima volta. Era leggermente larga e leggermente lunga, ma non abbastanza perché era necessario che lei indossasse dei pantaloncini. Legava sempre i capelli in una coda alta oppure in due trecce che le cadevano dolcemente sulle spalle.

Tutto quello lo stava letteralmente distruggendo, cosí tanto che dovette privarsi della scatola immediatamente. Con gli occhi offuscati dalle lacrime si alzó dal letto e ripose la scatola infondo al suo armadio.

Si diresse in bagno e sciaquó il viso accaldato dalle tante emozioni. Rialzando la testa dal lavabo e incontró il suo sguardo riflesso nello specchio. Vide una luce affievolita nei suoi occhi, quella fiamma che non bruciava da ormai 6 mesi. Stava provando ad andare avanti con tutte le sue forze, con l'appoggio del suo amico Jungwon, con l'aiuto di una psicologa, ma non riusciva ad archiviare l'immagine della ragazza dai capelli color oro nella mente. Ogni volta che si presentava il suo ricordo lui faceva di tutto per aggrapparsi a quello, non voleva lasciarlo andare. Si faceva del male da solo e lo sapeva. Lo sapeva benissimo. Ma solo dopo averla persa capì che lui era vuoto e l'unica cosa che lo riempiva era lei.

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Ci sto lavorando da tantissimo su questa storia, è molto dark peró a me come idea piace, spero possa essere lo stesso per voi <33

Yeoubi 🌼

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