Più si guardava allo specchio e meno si riconosceva. I capelli neri stavano crescendo, le occhiaie gli solcavano i piccoli occhi a mandorla semi nascosti dai capelli che ormai erano arrivati alla mandibola.
Non li tagliava da tanto. Lei amava i suoi capelli, le piaceva giocarci quando stavano appiccicati buttati sul divano, con la faccia di Niki sul petto di Yun, e si facevano mille progetti per il loro futuro. Progetti mai realizzati, andati in frantumi dopo la notte del 23 ottobre.Non si stava nemmeno più allenando peró la sua forma esile rimase la stessa. Erano mesi che mangiava di rado e quello che mangiava era in piccole quantità. La maggior parte delle volte erano cose confezionate, che gli facevano male si, ma Niki non aveva le forze per prepararsi da mangiare. Molto spesso Jungwon o i suoi Hyung si occupavano della sua alimentazione, invitandolo a casa loro e preparando qualcosa di buono.
Immerse il viso nell'acqua che aveva tra le mani e strofinó bene gli occhi. A breve Jungwon avrebbe suonato al campanello, doveva sbrigarsi. Prese una felpa e un jeans a caso, allacció le Converse e proprio in quel preciso istante il suo amico suonó al campanello.
<<Hey Niki!>> lo salutó l'amico con il suo solito sorriso a 360 gradi.
<<Ciao>> rispose secco il corvino.
Ormai Jungwon si era abituato a quel tono monotono dell'amico anche se non lo sopportava per niente. Non sopportava vedere il suo migliore amico spento, senza forze, debole e vulnerabile ad ogni cosa. Eppure lui aveva fatto di tutto per aiutarlo. Aveva speso anima e corpo per rivedere Niki di nuovo con il sorriso.
Mentre passeggiavano per le strade di Seoul per dirigersi al locale che si trovava tra le strade di Itaewon, Jungwon gli parlava di qualsiasi cosa per farlo svagare ma non c'era verso per evitare che gli rispondesse a monosillabi o solo con cenni del capo.
<<Niki io mi sono scocciato di vederti così. Davvero, o la smetti di rispondere a monosillabi oppure ti abbandono seriamente a te stesso e te la rivedi da solo. Lo so che per te è complicato, lo so che è una ferita ancora aperta ma non permettere ai ricordi di tirarti giú. Devi riuscire ad opprimerli, chiuderli in qualche cassetto della tua mente e dirti 'Ok, passo avanti'>>.
Jungwon aveva ragione. E Niki ne era pienamente consapevole. Peró quelle immagini ripetute nella sua mente erano continue, pesanti, e lui non riusciva più sopportare tutto ció.
Il maggiore fece pat pat sulla spalla del corvino per incoraggiarlo ed entrarono nel cafè. Non c'era tanta gente e questa cosa confortó molto Niki. Ormai non riusciva più a vedere le persone. Ne aveva il timore. Aveva paura di fare del male a chiunque incontrasse. Soprattutto ai suoi 6 amici che non lo avevano lasciato solo nemmeno per un minuto. Erano tutti più grandi di lui e gli facevano un po' da genitori. Si erano sempre presi cura di lui e Niki apprezzava ció. Ma ogni volta che era con loro si faceva piccolo piccolo per opprimere quel demone che lo seguiva ovunque e che ai impossessava di lui gettandolo in momenti di crisi veri e propri. Ma non poteva abbandonarli. Assolutamente no. Allontanarsi da loro significava gettarsi tra le braccia del demone da solo.
I loro amici erano seduti ad un tavolo posto nell'incavo della vetrata. I lati lunghi del tavolo erano contornati dai divanetti dove avevano preso posto i 5, e poi c'era uno sgabello posizionato al alto parallelo alla vetrata. Jungwon si sedette vicino Sunoo sul divanetto di destra mentre Niki rimase in piedi a guardarli.
<<Finalmente sei uscito da quella casa>> buttó lì un ragazzo dai capelli più neri della pece, con un nasino all'insù e le orecchie leggermente a sventola. Era il più grande, Heeseung. Nonostante queste piccolezze il ragazzo era di una bellezza indescrivibile. I suoi lineamenti, la sua corporatura, la sua voce pulita.
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𝐈𝗋𝗂𝖽𝖾
Teen Fictionɴɪsʜɪᴍᴜʀᴀ ɴɪᴋɪ, ғᴀɴ ғɪᴄᴛɪᴏɴ Se dovessi mai scomparire, cercami anche nei ricordi più orrendi.