Cambiamento

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CIRO;
Era passato quasi un mese da quando ebbi quel crollo davanti a Federica, un mese da quando stavo per cedere alla tentazione di baciarla, un mese da quando all'IPM era tutto più che tranquillo e con qualche cambiamento.
Avevo scoperto poco tempo dopo, che Pino non c'entrava nulla col furto d'auto dei Ferrari e che fu tutta opera di Carmine che voleva proteggere Filippo.
Solo io avevo saputo di tutto ciò, ed era per questo che c'era la calma all'istituto.
Se lo avessi detto ai miei, avrebbero fatto di tutto per vendicarsi, ma come avevo promesso alla mia lei, lì dentro avrebbe dovuto regnare la tranquillità, poi al di fuori si vedrà.
Stavo iniziando a sentirmi leggermente meglio, a riprendermi da tutti gli eventi recenti, in particolare dal tentato suicidio di Pino.

Quella sera eravamo tutti a letto, era ora di dormire.
Ma sentivo troppo movimento al di fuori, così con due dita feci segno a Lino di  avvicinarsi.
"Linù, che sta succerenn? Ve vec agitat a tutt quant." Dissi sussurando per non svegliare nessuno.
"Ce sta nu uaje Cirù. Pino ha tentato il suicidio, se' mpiccat..
Filippo l'ha trovato in tempo e l'ha rianimato prima che arrivassimo noi, l'ha salvat a vit."
Spalancai gli occhi, incredulo.
Avevo spinto quel ragazzo al suicidio. Io, Ciro Ricci.
Ecco l'ennesimo tormento che mi porterò dietro per sempre.
Poi però pensai a Filippo, che fin da quando era entrato veniva sempre picchiato e preso per il culo da Pino e nonostante tutto questo, non aveva esitato un secondo a soccorrerlo.
Un altro motivo per tenere tutti a bada, Chiattillo non era come noi, lui era buono.
Noi eravamo cattivi, vendicativi, criminali e imperdonabili.

In quelle settimane io e Federica ci eravamo avvicinati terribilmente tanto, ma mai troppo.
Avrei voluto baciarla e farla mia ogni volta che la vedevo, ma non volevo che succedesse lì e soprattutto contro il suo volere.
A volte stringevo i pugni dalla rabbia perchè di solito mi si buttavano tutte tra le braccia, ma lei era diversa, l'avevo sempre saputo. Probabilmente era già tanto che mi concedesse tutto quel tempo, per quanto ci fosse possibile, sia chiaro.
Parlavamo molto, mi aveva raccontato della sua infanzia, del rapporto con suo padre e di come fosse cambiato negli anni dalla morte di sua madre.
Mi rivelò anche di avere un fratellino, Pietro. Mi venne da sorridere, l'ironia della sorte voleva che anche mio fratello maggiore si chiamasse Pietro.
Mi diceva che lei era la donna di casa, si sentiva responsabile per suo padre e per il suo fratellino.
Sua madre le aveva fatto giurare di prendersene cura sempre e lei lo faceva, lo faceva con tutti in realtà.
Un giorno, la vidi sola in classe, dieci minuti in anticipo come sempre, che armeggiava con un inalatore. Aveva gli occhi spalancati mentre respirava a fondo.
Per un secondo mi spaventai, volendo correre da lei a urlarle contro cosa mi stava nascondendo, ma poi capii che se avesse voluto me ne avrebbe parlato lei. Speravo con tutto il cuore che lo avrebbe fatto prima o poi.
Per il momento, ero ancora in attesa.

Ci avviammo verso la classe, stavolta c'eravamo tutti, Pino era tornato dalla convalescenza e si era legato a Filippo e Carmine.
Dopotutto, il riccio fu colui che gli salvò la vita, il minimo che potesse fare era proteggerlo da noi stronzi.
Anche se di tanto in tanto, giocavamo tutti insieme a pallone o al biliardino, senza sotterfugi o rabbia, semplicemente come un gruppo di amici.
Appena varcai la porta, lei era lì in tutta la sua bellezza che rideva e parlava animatamente con Naditza, e inconsciamente, venne da sorridere anche a me. Stai addivntann proprij nu piscion Ciro, pensai tra me e me.
"Come te lo sei fatta il vestito? Maro amo ti devi fare un sacco di foto, promettimelo!"
"Sorpresa. Certo che le farò, mi dispiace tantissimo che non possiate venire, credimi."
Venire dove? Quale vestito?
Mi misi in prima fila per ascoltare meglio.
"Lo sappiamo, ma tranquilla che quando vieni festeggiamo anche qua!"
"Maro non sei emozionata per i tuoi 18 anni? Te staje facenn vecchia!" Silvia sorrideva mentre aspettava una risposta da Federica.
"Un po' sì, ma forse me la farò sotto direttamente quel giorno quando realizzerò il tutto."
Le ragazze vennero interrotte dalla prof che entrò, facendo accomodare tutti per iniziare l'ennesima noiosa lezione.
Ci misi due secondi a collegare quei discorsi, la mia Federica avrebbe compiuto 18 anni.
Un'idea malsana mi balenò per la testa durante tutte le due ore.
Ma d'altro canto.. quando mai avevo pensato cose buone io?

Legami // Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora