𝓿𝓮𝓲𝓷𝓽𝓲𝓽𝓻𝓮𝓼

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Scesi insieme a Cora al piano di sotto, tenendola per mano, aspettando che Casita aprisse le porte per farmi uscire.

"Casita, le porte"

Mosse le piastrelle dell'arco della finestra come per dire un "No" e chiuse poi a chiave le porte.

Sospirai rotando gli occhi al cielo intanto che Cora continuava a guardarmi confusa, aspettandosi una spiegazione per l'arrivo di Alejandro e Anita.

"Perché sono qua fuori?" mi chiese mentre la trascinavo alla porta sul retro.

"Non lo so onestamente" risposi cercando di aprire la porta, ma inutile.

"Andiamo" imprecai rivolgendomi alla Casita che fece spallucce con le mattonelle.

"Se non esci, vuol dire che sei un codardo" urlò ancora Alejandro da fuori, imitai la sua voce irritato.

"Come fai a non sapere cosa vuole da te?" domandò ancora Cora e sta volta risalii al piano di sopra, andando in camera mia dove mi seguì subito visto che la tirai per il polso.

Quando fummo nella mia stanza, aprii la finestra uscendo fuori da questa e arrampicandomi sul muro per scendere, c'erano alcuni mattoni sporgenti per fortuna.

"Che stai facendo?" domandò Cora preoccupata ma ero già atterrato.

"Salta" le dissi allungando le braccia "ti prendo"

"Ma perché non potevi usare la porta?"

"Casita le ha chiuse e ora salta che se ti ho preso una volta ti prenderò anche una seconda"

Mi guardò leggermente titubante prima di prendere un bel respiro e uscire dalla finestra.

"Prendimi eh" aggiunse ancora.

"Sai che lo farò"

Mi lanciò un'ultima occhiata incerta ma, quando saltò, la presi subito al volo trovandomela in braccio, teneva gli occhi chiusi per non guardare e li riaprì poco dopo.

"Sì, sapevo che mi avresti preso" disse scendendo dalle mie braccia.

Intanto però, la "coppia" davanti all'entrata non se n'era andata e Alejandro si stava avvicinando a me pericolosamente, serrando i pugni.

"Allora? Fai finta di niente eh"

Andai verso di lui mettendo le mani avanti e, quando mi trovai vicino a lui, mi allontanai di poco avendolo appiccicato a me.

"Ascolta, non ho idea di cosa tu stia parlando ma possiamo risolverla in manie-"

Cora portò le mani alla bocca stupita intanto che Anita non sapeva se ridere o venire in mio soccorso, forse più la prima.

Alejandro mi aveva appena sferrato un pugno sul labbro inferiore, che toccai con l'anulare per controllare se fosse sanguinante e lo era.

Fissai per un po' il dito sporco di sangue prima di tornare sul ragazzo, che sorrideva vittorioso.

Ricambiai il favore sferrandogli un pugno sul naso, al quale si allontanò di poco portandosi entrambe le mani sul punto dolorante.

Anita corse in suo soccorso intanto che Cora arrivò invece in mio, chiedendomi continuamente se stessi bene ma non gli diedi peso perché ero troppo impegnato a fissare il ragazzo.

Lo vidi spostare bruscamente Anita e avvicinarsi a me con passo deciso, si avvicinava troppo in fretta.

Spostai Cora da una parte in modo che non le facesse del male e ricevetti un pugno sulla guancia, cadendo miseramente a terra.

𝗉𝖺𝗋𝖺 𝗌𝗂𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝖼𝗈𝗇𝗍𝗂𝗀𝗈 - 𝖼𝖺𝗆𝗂𝗅𝗈 𝗆𝖺𝖽𝗋𝗂𝗀𝖺𝗅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora