Il terzo anno era finito.
Tutti corsero fuori non appena l'ultima campanella suonò, pronti a godersi l'estate, la libertà, gli amici e gli amori estivi che, si sa, sono sempre i più dolorosi ma al tempo stesso i più passionali.
Nessuno aveva avuto il debito di filosofia: il professor Balestra li aveva promossi perché erano stati tutti bravi nella sua materia, anche chi, come Manuel, aveva avuto voti bassi e debiti soprattutto da parte del professor Lombardi che aveva fatto una carneficina e aveva promosso solo Laura e Giulio.Nella vita di Manuel e Simone c'erano stati dei cambiamenti e delle novità: Anita e Dante stavano insieme ormai da mesi e, dato che non erano due ragazzini, sentirono la necessità di abitare insieme. Ciò aiutò anche Anita a non doversi più occupare dell'affitto e delle bollette.
Così adesso i due ragazzi vivevano sotto lo stesso tetto, il che non aiutava proprio Simone a togliersi dalla testa l'altro che sembrava dimenticare i sentimenti, più volte espressi apertamente, da parte sua nei confronti di Manuel, sembrava aver dimenticato ciò che era successo tra loro e si comportava normalmente, da perfetto amico e confidente.
Ciò feriva Simone ma non lo dava a vedere: avrebbe finto di non provare più interesse pur di non perderlo e tenerlo nella sua vita, non si immaginava più senza di lui.La verità è che Manuel non smetteva di pensare a loro neanche per un secondo. Vivendo con lui, gli era difficile respingere Simone e, dopo l'incidente e la paura di perderlo, provava ad evitare qualsiasi situazione compromettente pur di non doverlo respingere ancora a causa della sua paura.
Lui a Simone ci teneva, pure tanto, troppo per considerarlo solo un amico. Ma Manuel non era abituato ad esprimere i propri sentimenti, non era abituato a scavarsi dentro. Lui agiva e basta, non si sforzava a capire il perché nelle cose, o meglio non voleva capire.
Nel profondo del suo cuore sapeva di essere innamorato di Simone, sapeva che non era solo un amico per lui ma ignorava quella vocina, ignorava quel suo sentimento, reprimendolo.
Ci aveva messo tanto a darsi un'identità: aveva un cognome ma non sapeva chi era stato a darglielo, era da sempre cresciuto con l'idea di dover proteggere sua madre e per fare ciò aveva dovuto assumere l'aria da ragazzo duro, senza sentimenti, ma ciò non lo rappresentava affatto. E, adesso, se avesse dovuto dare un nome a quei nuovi sentimenti mai provati prima, avrebbe dovuto mettersi ancora in discussione e lui non ne aveva il coraggio.Passarono il primo mese d'estate in tranquillità: Simone sembrava tranquillo, aveva anche trovato una complicità con Dante, complicità che lo faceva stare bene.
Litigavano ancora, più del dovuto, ma era anche un modo per tenere vivo il loro rapporto e continuare a costruirlo ogni volta che uno dei due, cedendo a quel silenzio insopportabile, chiedeva scusa ammettendo l'errore.Una sera di luglio, mentre tutti erano fuori a divertirsi, Simone era chiuso in camera sua.
A volte il pensiero di Jacopo lo torturava tanto da non lasciarlo dormire. Avrebbe voluto ricordare, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di recuperare quei pochi ricordi che doveva avere in compagnia del fratello ma più si sforzava, più l'immagine di quel bambino uguale a lui sbiadiva nella sua mente, provocandogli solo ancora più male.
Teneva tra le mani una loro foto insieme al padre, sembravano tutti molto felici e Simone non riusciva proprio a capire perché la vita avesse dovuto punirli in quel modo.Una lacrima gli rigò il viso, poi un'altra e un'altra ancora.
Voleva fermarsi ma non riusciva. Chiedeva sempre ai suoi genitori di parlargli di Jacopo ma vedeva le loro espressioni cambiare a intristirsi così, un giorno, decise di non farlo più.
Provò anche a chiedere alla nonna Virginia ma lei era sempre in giro in tournée e aveva vissuto poco accanto ai nipoti, sapeva poco delle loro giornate insieme, delle loro abitudini.
Così a Simone restavano mille dubbi, mille vuoti impossibili da riempire.
D'altronde, come si colma la metà mancante?
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La metà mancante || Simone x Manuel
Fanfiction«Me devi promette' che qualsiasi cosa succeda tu non ce riprovi» disse Manuel «Come faccio a prometterti una cosa del genere?» «Nun me frega niente Simò, me lo devi promette' e se spezzi la promessa giuro che t'ammazzo io co' le mani mie» «Perché ti...