3.

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La scuola era iniziata, Manuel e Simone avevano sempre gli stessi posti ma erano tornati quasi estranei come all'inizio del terzo anno.

Manuel si era ritrovato a dover cenare con Daniele, dato che Simone aveva deciso di invitarlo una sera, le cose si facevano serie tra di loro.
Aveva mangiato e subito era scappato in camera, lasciando Anita imbarazzata per il comportamento poco educato del figlio. Aveva anche provato a parlare con lui ma Manuel tagliava corto, rifilandole sempre delle scuse stupide o sostenendo che non avesse nulla in particolare.
La verità è che più vedeva Simone insieme a quel ragazzo più gli veniva voglia di prenderli a pugni, entrambi.
E iniziava ad accettare che il motivo di quella sua gelosia fosse solo uno ma era, ormai, troppo tardi.

Quando si ritrovarono a fare la prima lezione dell'anno insieme al professore Dante, tutti iniziarono ad urlare, a sbattere le mani sul tavolo e i piedi, dando vita ad un coro da stadio.
Dante si mise a ridere e poi implorò i ragazzi di fare piano: se avessero replicato le bravate dell'anno precedente avrebbero buttato fuori loro e lui avrebbe perso il lavoro.
Dante iniziò la prima spiegazione dell'anno ma Manuel non faceva altro che lanciare sguardi di soppiatto a Simone, sguardi che prima, in un modo o nell'altro, erano quasi sempre ricambiati perché era come se Simone sentisse sempre quando Manuel gli puntava gli occhi addosso ma adesso anche quella loro sorta di telepatia era svanita, ed era solo colpa sua, Manuel lo sapeva.

Dante si era reso conto dell'astio che i due ragazzi provavano l'uno per l'altro: da tempo non li sentiva parlare, scherzare o litigare. Avrebbe tanto voluto sapere cosa stava succedendo tra loro ma nessuno dei due, nemmeno Simone, nonostante avessero di nuovo un buon rapporto, gli diceva nulla.
All'improvviso si era ritrovato Simone con un ragazzo che non fosse Manuel e, quindi, diede per scontato gli fosse passata la cotta ma allora perché i due non si parlavano più?

Quando tutte le ore finirono, Manuel colse l'occasione per parlare con Simone non appena uscirono da scuola.

«C'hai bisogno de 'npassaggio a casa?» gli chiese Manuel

«No, c'è lì Daniele che mi aspetta» disse alzando la mano in direzione di quel ragazzo per salutarlo con un sorriso splendente

«Se vedemo a casa, allora»

«Lo dici tu a mio padre che non torno a pranzo?»

«'Ndo vai?» gli chiese Manuel

«Fatti i cazzi tua» rispose Simone

«Te devo coprì e nun me dici nemmeno perché?»

«Fà due più due e lo capisci da solo» rispose Simone

«Vai a scopà?» voleva risultare ironico, come se si volesse mostrare suo complice ma dalla sua bocca uscì, invece, solo un tono pieno di gelosia

«Se vedemo a casa, Manuel»

Simone si allontanò da lui, andando verso Daniele.
Salì sulla sua macchina, quel figlio di papà aveva pure un auto grandissima, Manuel invece aveva quella moto da anni. Si sentì così stupido, lui non si era mai paragonato a nessuno, Simone lo aveva portato a fare anche questo.

Tornò a casa e lanciò lo zaino sul divano.
La tavola era già apparecchiata e lui non era pronto alle mille domande che Dante e nonna Virginia gli avrebbero fatto, provò a mettersi una maschera, come faceva sempre, ma diventava sempre più difficile nascondere i suoi veri sentimenti.

La metà mancante || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora