4.

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Manuel provava ad appoggiare Simone più che poteva: ascoltandolo quando gli andava di parlare di Daniele, accogliendoli quando entrambi cenavano in casa, ma non riusciva proprio a fare il simpatico con Daniele. Avrebbe dovuto, era ciò che doveva a Simone ma non riusciva proprio, odiava quel ragazzo pur senza conoscerlo.
Li guardava mentre ridevano, mentre stavano vicini e provava una gelosia che lo logorava dentro.
Aveva imparato ad accettare i suoi sentimenti, aveva capito di essere bisessuale e quando ne fu sicuro lo disse alla sua mamma che lo abbracciò forte e gli ripeté, ancora una volta, quanto fosse fiera di lui.

Quella mattina si alzò, aveva dormito poco e male perché Simone aveva parlato fino a notte fonda al telefono con Daniele e, avendo le stanze attaccate, lo sentiva, pure troppo.
Aveva letteralmente sentito ogni cosa che si erano detti e avrebbe preferito non farlo.
Quando scese in cucina, Simone stava preparando il caffè.

«Buongiorno» disse Simone con un sorriso

«Nun voglio sentì la tua voce minimo pe' le prossime tre ore, Simò»

«E mò che ho fatto?» chiese Simone senza capire

«C'hai fatto? Sei stato a parlà col fidanzato tuo fino a notte, sento tutto dalla stanza mia» disse Manuel «Tutto, Simò» sottolineò

«Scusa, mi dispiace»

«Eh, te dispiace un cazzo Simò. Mò io ci devo stare sveglio 'nclasse a sentì a Lombardi»

«Pure io, se è per questo»

«Ma che me frega a me. Tu sei stato sveglio pe' scelta tua, io pe' colpa tua che è diverso»

«Sei più insopportabile del solito quando non dormi»

«Eh, appunto. Visto che lo sai, famme dormì 'npace e parla col fidanzato tuo de' giorno pe' favore» rispose Manuel rubandogli la tazza di caffè che Simone aveva appena riempito

«Ma-» Simone restò senza parole

«Me lo dovevi 'sto caffè, nun me guarda co' quella faccia» disse Manuel prima di berne un altro sorso

«E che faccia sarebbe?»

Manuel restò in silenzio a guardarlo, ad analizzare l'espressione di Simone.
Gli sembrava più bello del solito e sorrise prima di scuotere la testa.

«Co' quegli occhi enormi» sorrise Manuel

Sorrise anche Simone e i due restarono a guardarsi per qualche secondo prima che la macchinetta fu pronta per poter fare un'altra tazzina di caffè.

«T'aspetto o viene Romeo a prendette?» chiese Manuel

Simone rise «Viene Daniele»

«Nun fa' tardi, che poi chi lo sente a quello»

Manuel stava uscendo dalla cucina ma poi si rigirò verso Simone che lo stava già guardando, quella cosa gli fece battere forte il cuore perché era da tanto tempo che non trovava lo sguardo di Simone su di lui.

«Che c'è?» chiese Simone imbarazzato che Manuel lo avesse sorpreso a guardarlo, gli era inevitabile: era proprio bello e ancor di più quando aveva la barba e i capelli sfatti, erano il suo punto debole. Scacciò immediatamente quel pensiero.

«La prossima volta che nun me fai dormì pe' parlare co' quello, vengo e te spacco il telefono» rispose Manuel

«Come la fai lunga!» a Simone sembrava che Manuel, più che essere arrabbiato per non aver dormito, fosse geloso ed era vero

«Te giuro che me metto a cantà stanotte»

«No, te prego. Sei stonatissimo»

«E te che ne sai?»

La metà mancante || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora