Capitolo 6.

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Danica

A volte mi chiedo a cosa mi serva essere astemia, se mi sveglio ugualmente con un malditesta atroce, neanche stessi affrontando la mia prima sbronza.

Dormire con un dinosauro poi, non ha di certo aiutato.

Ieri sera eravamo talmente stanche, da non aver avuto nenache la forza di spostarci.

Quindi stamattina, una manata di Avice mi ha destato da mio dormiveglia.

Decido di non essere troppo crudele, lasciandola dormire ancora un pò e nel frattempo, scendo in cucina a fare colazione.

Nonostante la confusione generale, non mi sono dimenticata dello stato in cui l'ho ritrovata alla festa.

Non so cosa sia successo, e non so neanche quando, dato fino a che fino a quando sono stata lì, andava tutto bene.

Il suo tono e il suo sguardo però, mi hanno allarmata parecchio perciò appena si sveglierà, non le mancheranno le domande a cui rispondere.

Mentre scaldo il latte e cerco i miei cereali al cioccolato, mi rimetto a pensare alla discussione che ho avuto con l'altro fratello Barlow.

È incredibile come questi due, lascino il segno più di un uragano.

E il fatto che questo litigio mi abbia scossa così tanto, mi fa arrabbiare da morire.

Non capisco proprio perché, uno sbruffone arrogante debba rovinarmi la mattinata, senza neanche essere presente.

Cosa abbia fatto dopo che me ne sono andata, per me rimane un mistero, ma non penso che gli abbia dato tanta importanza.

Cosa che dovrei fare anche io.

Presa dai miei pensieri, non mi accorgo neanche della presenza della riccia che mi guarda assonnata.

《Cosa ti ha fatto quel povero latte, per meritare tutta la tua ira?》 Mi stuzzica tra uno sbadiglio e l'altro.

Mi astengo dal risponderle e mi limito a lanciarle un'occhiataccia.

Lei la ignora e comincia a preparare il suo amato tè, rigorosamente con i suoi biscotti preferiti.

Come fa a bere quella roba, lo sa solo lei.

《Vedo che ti sei svegliata con la luna storta.》 Ridacchia appena si siede vicino a me.

Maledetta luna.

《Beh, diciamo che mi sono svegliata per colpa di tua. Mi hai tirato una sberla mentre dormivo.》 Le faccio notare sarcasticamente.

E lei per poco non soffoca con la sua stessa colazione quando scoppia a ridere.

Ridi, ridi, mi vendicherò.

Dopo averle assestato un pugno sulla spalla, mi alzo per riordinare e lei mi segue smettendo finalmente di ridere.

Mantenendo comunque un alone di divertimento nel suo volto.

Dopo aver ripulito il porcile che si era creato intorno a noi, ci siamo lavate i denti e ora siamo sedute sul letto di camera mia.

Dopo vari minuti di silenzio, dove ognuna di noi era concentrata a smanettare sul proprio telefono, decido di aprire la tanto attesa conversazione.

《Alla fine non te l'ho più chiesto, com'è andata ieri sera?》 Cerco in qualche modo di fare la vaga.

Non riesco a decifrare le sua reazione, il suo volto è attraversato da una marea di espressioni contrastanti.

Sembra felice, confusa e poi triste mentre ha lo sguardo perso nel vuoto, come se la aiutasse a concentrarsi sui suoi ricordi.

Destinati A (Ri)trovarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora