Capitolo 2.

154 2 0
                                    

Stamattina mi sono svegliata alle 5:00, stavo ancora male per quello che è successo la sera prima, non volevo andare a scuola, perché appena mi sono alzata sono andata allo specchio, come ogni mattina, e mi vedevo ancora più grassa del solito, quindi sono corsa sul letto, mi sono messa sotto le coperte e ho cominciato a piangere.

Dopo aver pianto per quasi un'ora mi sono addormentata di nuovo.

Alle 6:30 mio padre è venuto a svegliarmi, ma facevo finta di non sentirlo così poi mi lasciava a casa, infatti dopo circa 10 minuti mi ha lasciata stare, mi ha dato un bacio sulla fronte ed è andato a lavorare, per fortuna mia madre era già uscita di casa perché lei non mi lascia stare, continua a chiamarmi finché non mi sveglio.

Ogni tanto mi comporto come una bambina, e non come una ragazza di 18 anni, odio questo lato del mio carattere, infatti cerco di mostrarlo il meno possibile, anche se molte volte non ci riesco.

Verso le 10:00 il mio telefono ha iniziato a squillare e mi ha svegliata, quindi mi sono alzata e sono andata a vedere chi era, era mia madre.

"Ciao mamma, è successo qualcosa?"

"Bianca perché non sei a scuola?" mi ha chiesto urlando, mi ha praticamente rotto un timpano.

"Non mi sento molto bene, scusa mamma se non te l'ho detto, e per favore non urlare"

"Che hai? Solite cazzate del cibo vero?"

Odio mia madre, non capisce che sto veramente male per il cibo, mi giudica in continuazione dicendo che sono troppo grassa e che devo smetterla di fare i capricci come se fossi una bambina, ma non sono capricci, gliel'ho detto un sacco di volte ed è da quando sono piccola che ho questi problemi, ma lei crede che io dica le bugie solo per attirare la sua attenzione e quella degli altri.

''No mamma non è per il cibo, mi è venuta la febbre'' come sempre mi invento che sto male fisicamente e non per il cibo perché sennò starebbe giorni senza parlarmi o si lamenterebbe soltanto.

''Ok bene, ciao''

''Ciao mamma''

Dopo questa chiamata stavo per mettermi a piangere, vorrei avere una madre che mi vuole bene e non che mi tratti così, per fortuna però ho mio padre che mi capisce o cerca di capirmi e che mi vuole bene davvero.

Ormai era tardi per fare colazione, quindi ho pranzato, ho mangiato un po' di pasta ma sentendomi in colpa sono andata a vomitare tutto subito dopo.

Nel pomeriggio stavo riordinando la stanza dei miei genitori, mentre mettevo in ordine il loro armadio, ho trovato una lettera scritta da mia madre.

''Ciao Bianca, oggi è il tuo decimo compleanno, e abbiamo litigato, so che non vuoi parlarmi perché ti ho detto quelle cose brutte sul fisico ma...''

''Bianca dove sei?''

Mentre stavo leggendo quella lettera mio padre è tornato a casa, quindi ho rimesso la lettera al suo posto e ho continuato a riordinare la stanza.

''Ciao papà, sono in camera tua e di mamma, la sto riordinando''

''Arrivo subito Bi, ti devo parlare di una cosa ''

So già di cosa mi deve parlare, del fatto che non avevo detto a mia madre che non andavo a scuola e ora lei è arrabbiata.

***

La mattina dopo dovevo andare per forza a scuola quindi mi sono svegliata, mi sono preparata e poi sono uscita di casa.

Avevo dei jeans a zampa e una felpa che copriva il mio fisico, odio vestirmi così, vorrei essere come le mie amiche che non si vergognano a mettersi dei jeans stretti con una maglietta corta dove si vede il loro fisico.

Le mie amiche come sempre sono in ritardo quindi ho preso il bus che era pieno, ma per fortuna ho trovato un posto libero, quindi mi sono seduta, dopo un po' che ero seduta lì mi sono girata verso la persona che era accanto a me ed era Tommaso, il ragazzo stupendo con gli occhi verdi smeraldo; gli ho sorriso sperando che ricambiasse e così ha fatto, ha ricambiato il sorriso e poi mi ha anche salutata.

''Ciao, tu sei la ragazza della biblioteca se non mi sbaglio, Bianca, ti chiami così giusto?''

Si è ricordato chi sono, non ci posso credere, un ragazzo così bello si ricorda di me.

''Hey, sì sono io, tu sei Tommaso vero?''

''Giusto, come stai?''

''Bene grazie, tu?''

Abbiamo parlato per un po' di cose abbastanza noiose, come la scuola, le interrogazioni, le verifiche etc... fin quando non mi ha chiesto una cosa che non mi aspettavo per niente.

''Senti Bianca, sei molto carina, ti andrebbe di uscire domani?''

Non ci posso credere che lui mi abbia chiesto di uscire, sono rimasta senza parole e non sapevo cosa dire, pensavo che mi stesse prendendo in giro, poi ho preso una decisione.

''Si, certo mi farebbe molto piacere, dove andiamo?''

Era la prima volta che qualcuno mi chiede di uscire quindi non so bene come comportarmi, cosa dire, cosa fare, sicuramente oggi pomeriggio, dopo scuola, chiamerò le mie amiche.

Appena sono arrivata a scuola ho incontrato Melissa ed Elena e non riuscivo a tenermi tutto dentro quindi gliel'ho detto subito, Elena era molto felice mentre Melissa sembrava arrabbiata e non capivo il perché.

Mi hanno dato dei consigli su tutto, come vestirmi, truccarmi etc...

***

Sono stata tutto il pomeriggio a studiare, ma non riuscivo a non pensare all'appuntamento di domani, così quando ho finito di studiare ho deciso cosa mettermi, e dato che dovevamo andare a fare un giro al parco ho deciso di mettermi dei semplici jeans e una maglietta corta, anche se non mi piaccio per niente, ma le mie amiche hanno detto di vestirmi così perché secondo loro sono bella in tutti i modi.

Dopo aver pensato all'appuntamento di domani sono andata a cena e c'erano anche i miei genitori, quindi dovevo scusarmi con mia madre.

''Mamma scusami se ieri non ti avevo detto che non sono andata a scuola ma avevo paura che ti arrabbiassi e quindi ho preferito non dirtelo, perdonami, la prossima volta te lo dirò''

''Ok''

Come sempre lei mi risponde a monosillabi e odio questa cosa, io provo ad essere gentile con lei e a comportarmi bene, ma è sempre così fredda con me quindi alla fine litighiamo sempre.

Questa sera ero molto stanca quindi alle 22:30 sono andata a dormire pensando e sclerando per domani perché uscirò con il ragazzo che mi piace.

the trap of a toxic love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora