Capitolo 8.

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Le settimane passano e con Tommaso va tutto bene, forse quella volta che si è arrabbiato era successo qualcosa a casa, ma mi fido di lui e so che non lo rifarà più.

Finalmente è arrivato giugno, finisce la scuola e sono pronta a passare l'estate più bella della mia vita.

L'aria estiva inizia a farsi sentire, il sole tramonta la sera tardi, le giornate sono più calde e i grilli cantano ogni giorno.

***

Oggi vado in piscina con Tommaso e i miei amici, ho scelto di mettermi un costume azzurro, tutti dicono che mi dona e forse hanno ragione; ho raccolto i capelli in una treccia e prima di andare via ho messo nella borsa tutto ciò che mi servirà nella giornata.

Prima di andare in piscina con tutti Tommaso voleva passare da me per stare mezz'oretta insieme.

Appena è arrivato io non vedevo l'ora di fargli vedere come mi sono vestita, quindi ho tolto il mio parasole bianco ma lui non sembrava contento; aveva un'espressione strana come quella volta in cui era arrabbiato.

"Bianca come cazzo ti sei vestita!? Sembri una balena, fai schifo, dovresti smettere di mangiare."

Dopo avermi detto tutte queste cose io non sapevo come comportarmi, volevo piangere ma davanti a lui non riuscivo.

"Tommaso ma che ti prende?"

Pronunciate queste cinque parole lui fece un respiro profondo e senza che io mi accorgessi mi tirò un pugno nello stomaco; ero accasciata a terra, non riuscivo ad alzarmi, lui si è avvicinato a me lentamente, mi ha dato un bacio sulla guancia e ha cominciato a parlare.

"Ecco cosa succederà ogni volta che farai qualcosa che non mi va bene, e inizia a digiunare Bianca, fai schifo; ora tu rimani a casa e di alle tue amiche che non stai bene io vado con loro, ciao Bianca"

Quando ho sentito la porta sbattere sono scoppiata in lacrime, non sapevo cosa fare, se dire qualcosa o no ma avevo paura quindi ho deciso di stare in silenzio e soffrire.

***

Sono passate tre ore dall'accaduto e mi sono ripresa, sono andata in cucina e ho buttato tutti i dolci che avevo nella mia dispensa, Tommaso ha ragione io devo digiunare e faccio schifo, forse mi merito di essere picchiata da lui.

Qualche minuto dopo suo padre era tornato a casa e Bianca non voleva far vedere che stava male quindi ha finto di essersi appena svegliata.

"Bi che ci fai qui? Non dovevi andare in piscina?"

"Papà si ma mi sono addormentata, mi sono svegliata poco fa e ora ho finito di cenare, so che è presto ma avevo fame"

In realtà non avevo mangiato e non avevo intenzione di farlo ma dovevo mentire ai miei genitori.

La sera però, per non fare insospettire i miei e per distrarmi un po' ho deciso di passare una serata insieme a loro.

La luce calda del tramonto filtrava attraverso le tende del salotto, papà accese la televisione per ascoltare un po' di musica e mamma preparò il tè freddo per tutti. Seduti sul divano, abbiamo giocato a monopoli tutti insieme.

Mamma, con gli occhi che si chiudevano lentamente, si addormentò sul divano mentre facevamo una pausa dal gioco, era felice e serena.

Quella serata in famiglia, con la sua semplicità e il calore degli affetti, rimase nel cuore di ognuno di noi come un ricordo prezioso, un piccolo angolo di felicità domestica che nessun'altra esperienza avrebbe potuto eguagliare.

Finiti i giochi e la serata meravigliosa con i miei genitori sono tornata in camera, ho pensato a quello che mi ha detto e fatto Tommaso, così ho preso il telefono e gli ho scritto un messaggio.

Ciao Tommaso so che ti starai chiedendo il motivo di questo messaggio ma ho bisogno di una pausa di riflessione sulla nostra relazione, tu non puoi trattarmi in questo modo.

Ti scriverò io quando avrò preso una decisione, ciao.

Ho molta paura della sua reazione, mi ha picchiata una volta e lo farà sicuramente anche ora, mi aspetto il peggio.

Bianca si addormentò mentre le lacrime le scendevano dagli occhi, sperando che il giorno seguente Tommaso non venisse a picchiarla.

the trap of a toxic love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora