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Mi svegliai al mattino con un mezzo sorriso ancora stampato sul viso, memore delle parole che Luke mi aveva detto la sera prima.

Speravo di potercela fare, proprio come mi aveva detto lui.

Era tutto ciò per cui stavo sperando.

 -

Mi vestii con calma: quello non era un giorno in cui lo studio era aperto, perciò potevo rimanere a casa, senza farmi schiacciare dal pensiero del Nex.

Afferrai un paio di cose dalla libreria, e poi, uscendo dalla stanza mi accorsi che la porta della camera di Luke era ancora chiusa; evidentemente stava ancora dormendo.

Mi sedetti sul divano mentre prendevo dal blocco che avevo in mano un foglio bianco per poter disegnare. Disegnare era una delle poche cose che mi rendeva felice. Spesso mi capitava di disegnare qualcosa che veniva da zone remote della mia mente, probabilmente oggetti di quando stavo ancora con la mia famiglia. Un portico circondato da fiori variopinti, un caminetto acceso, una vecchia sedia a dondolo posata nell’angolo di una stanza.

Ma da quando ero entrata in quella nuova realtà i soggetti dei miei disegni erano cambiati radicalmente; un ammasso di palazzi grigiastri, il ponte immerso nella nebbia, ricordi del Nex.

Questi lavori erano colorati di grigio, erano freddi, erano tristi. Non avevano niente a che fare con ciò che dipingevo prima.

Ma ogni tanto mi riservavo disegni felici. Era il mio modo per risollevarmi il morale.

Persi la concezione del tempo velocemente, mentre disegnavo la mia mano intrecciata a quella di Luke, come la sera prima, circondate da uno sfondo azzurro, lo stesso azzurro degli occhi di Luke.

Ad un certo punto mi riscossi dal mio torpore, vedendo Luke che veniva verso di me.

- Ehi – mi disse, con la voce ancora impastata dal sonno. Sorrisi. I suoi capelli biondi erano scompigliati, gli occhi erano ancora socchiusi.

– Che fai? – mi chiese mentre si sedeva vicino a me.

- Disegnavo –

- Davvero? –

- Sì.. Perché? –

- Era da un po’ che non disegnavi –

- Non me n’ero accorta – risi.

– Oggi andiamo in palestra? –

- Credo sia meglio, ma magari più tardi –

- Già, l’incontro è domani –

- Ce la farai, Meg, te lo giuro -

Countdown; Luke HemmingsWhere stories live. Discover now