Capitolo 12- conseguenze della fuga

1.2K 38 1
                                    

POV ARIANNA
Ci alziamo come sempre con il suono assordante della campana della sorvegliante. Dopo essere scesi a colazione andiamo in classe. Appena entrati io butto la testa sul banco, oggi mi sono svegliata con un mal di testa atroce ed una voglia di dormire assurda.
Sento alcuni miei compagni parlare di una "fuga", ma poco me ne importa. Quando vediamo entrare la prof di inglese sento dire da Gaia
<no vabbè, top regà!> e Simone l'appoggia.
<si fa raga. Si fa.>
E anche quando inizia a spiegare nessuno sembra ascoltarla. Poi quando invece chiama Matilde, sbagliando anche il cognome, l'aria si fa meno pesante e più leggera. Ed il tempo sembra passare più velocemente. Ma quando la prof tira fuori delle nostre fotografie da piccoli, torna il panico. Qualcuno che urla imbarazzato, altri che si coprono gli occhi. Ma la prof continua tranquillamente la sua lezione, fino a quando alcuni non si alzano. E tra questi riconosco Alessandro, che non esita un momento ad alzarsi e seguire i suoi amici chissà dove. La prof prova a rincorrerli, ma niente da fare e dopo poco rientra in classe. Con l'intento di continuare la lezione.
Così continua a farci vedere le varie foto, fino a quando la sua ora finisce ed in classe entra il prof Raina.

Mentre facciamo lezione di storia vediamo rientrare in classe 5 dei 6 fuggitivi e a mancare è proprio Matilde.
<non mi dire che già è andata via.> dico io ad Anastasia.
<neanche il tempo di entrare che già esce.> scherza con me lei ed entrambe ci mettiamo a ridere, facendo sempre attenzione a non essere beccati dal prof.

Durante la ricreazione ci mettiamo come sempre a parlare del più e del meno ed esce fuori l'argomento fuga.
<ci giuro. Ha dato la punizione solo a me.> continua a dire Matilde, sventolando il foglietto avanti e indietro.
<cioè a voi ha fatto andare via. Così, senza conseguenze?> chiedo io.
<si Aria. Te l'abbiamo già detto.> dice Alessandro accanto a me, circondandomi le spalle con un braccio e nascondendo la testa sul mio collo.
<signor Casadei, mi segua.> ci giunge a tutti la voce della sorvegliante che richiama Simone che, seppur sbuffando, fa come gli è stato detto.
<secondo te punirà anche lui per sta cosa?> dice Federica, seduta accanto a me.
<non lo so. Forse.> dico io facendo i grattini sulla testa di Ale.
<si però non è giusto. C'è non che voglia farmi punire, ma semplicemente è ingiusto che a rimetterci siano solo due di noi.> dice proprio quest'ultimo, alzando la testa dal mio collo e sfogandosi con tutti gli altri.
<Ale, ma che ci vuoi fare è così. Io sicuro non me ne voglio andare, quindi mi studio questi cosi e lui vediamo cosa dovrà fare.> dice Matilde con il suo solito accento in corsivo.
<che poi cosa v'ha fatto fa Miss inglese, dopo essere scappati?> chiede Gaia, continuando a mangiare il suo panino.
<niente di che. Ha continuato con la cosa delle foto.> risponde Anastasia.
<menomale che semo scappati allora ahaha.> dice Gaia. E porta molti ad una risata.
<voi che avete fatto con lo scheletro alla fine?> chiede Federica.
<allora, o scheletro è rimasto seduto sulla poltrona. Noi semo andati a magna i pomodori.> e stavolta a ridere siamo tutti. Proprio il suo modo di raccontare le cose, gesticolando e tirando fuori il suo accento romano riesce sempre a tirare fuori una risata o almeno un sorriso.
<e non mi hai portato neanche un pomodoro?> prendo in giro Alessandro, mentre gli altri stanno parlando di qualcos'altro.
<perché a te piacciono i pomodorini?> chiede lui sorridendo furbo.
<ovvio, a chi non piacciono?!> mi fingo offesa io e lui mi prende il viso con la mano, facendomi "avvicinare" le labbra.
<la prossima volta te li porto allora.> e mi lascia un bacio a stampo, per poi concentrarsi alle parole degli altri.

Finite le lezioni andiamo a pranzo. Matilde ancora sta studiando le parti del corpo umano in inglese, e Simone sta raccontando da due ore che il"pelato", come lo chiama lui, non ha capito niente se pensa che lui se ne vada da solo. E, una volta aver finito, riandiamo in classe per eleggere i rappresentati di classe.

<per favore, state seduti!> Maria Sofia sta urlando da non so quanto per far stare zitti gli altri e la mia emicrania sembra essere improvvisamente tornata. Così, non facendocela più mi alzo e faccio per andare in bagno. 
<Arianna dove vai?> chiede Vincenzo.
<in bagno.>
<aspetta, stiamo facendo le votazione ora.> mi ferma Maria Sofia.
<ma devo andare in bagno.> rispondo io guardandola.<okok, dimmi solo chi vorresti votare.>
<ehm...> faccio per guardare tutti e quattro i candidati e dico
<Maria Sofia e boh, Sara. Scusa Lollo.> dico io
<tranquilla.> mi dice il biondo. Così, posso finalmente andare in bagno.
Torno in classe e vedo che i rappresentati sono stati scelti e sulla lavagna sono scritti in lettere cubitali i nomi di Maria Sofia e Lorenzo.
<ei Ari, so stati eletti.> mi dice Anastasia quando mi siedo accanto a lei.
<sisi ho visto.> rispondo io sorridendole.

Poi torniamo in camerata e ci viene detto che entro pochi minuti le ragazze che non hanno saltato la lezione di inglese potranno effettuare le telefonate ai parenti. Così, veniamo chiamate una ad una.
Quando Sara ed Anastasia tornano sentiamo di continuo Rebecca e Matilde fare le offese, dicendo cattiverie varie.
<ma scusate, potevate pensarci prima a comportarvi meglio e a fare la telefonata.> a una certa sbrocco io, urlando queste cose da un letto all'altro.
<ma scusa, stiamo parlando di te?> mi chiede Rebecca.
<no, perché non ci pare.> conclude Matilde.
<state parlando di noi, è diversa la cosa.> mi si avvicina Anastasia.
<ma si, continuate a fare le vittime e far passare noi per le stronze. Così si fa.> dice Matilde.
<ma cosa c'entra ora?> le dico io, non capendo veramente dove vuole andare a parare.
<incredibile che vogliate sempre state al centro dell'attenzione. C'è a te non basta solo esse il giochino di Alessandro per avere un po' di attenzione. Devi anche iniziare conversazioni inutili.> continua Rebecca.
<ma ti rendi conto di cosa dici? Teso datti una regolata, perché così non arriverai molto lontano.> e detto questo me ne vado per andare a fare la mia telefonata.

Non si sbaglia in amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora