Il momento peggiore della mia permanenza al Briarcliff Manor Sanitarium fu certamente quando suor Jude ebbe la bella idea di eseguire l'elettroshock sui pazienti che a lei non piacevano, ovvero quasi tutti i pazienti, senza una consultazione medica.
A chiunque non avesse rispettato le regole, sarebbe spettata quella tortura progettata per la rimozione della memoria. In realtà, la memoria tornava entro qualche giorno, ma il dolore era tremendo a tal punto da dover, secondo chi ci credeva, rimuovere i pensieri impuri. In un certo senso, fui contento quando fu suor Jude a subire un elettroshock da parte di suor Mary Eunice. Eppure, sapendo ciò che avevo passato io, provavo anche una certa compassione nei confronti della donna che mi aveva fatto penare tanto. Ma comunque, questa parte della storia riguarda un periodo successivo ai fatti che stavo raccontando.
Tutto ebbe inizio a fine settembre, durante la visita di routine ai pazienti di suor Jude: due volte ogni mese, passava nelle camere dei pazienti in semi-libertà e parlava (beh, più che altro litigava) con loro.
In quel periodo, Harry era a New York per un convegno sulla psichiatria da qualche giorno, e le mie condizioni erano peggiorate. Mi rinchiusero in una camera d'isolamento dopo aver tentato di uccidere il dottor Arden mentre mi visitava. Provarono a mandarmi dal dottor Thredson, ma non funzionò. Avevo bisogno delle cure di Harry per guarire.
Nonostante fossi passato da "paziente in semi-libertà" a "paziente pericoloso", anche se provvisoriamente finché non fosse tornato Harry, suor Jude decise comunque di venirmi a trovare.
Fu probabilmente qualcosa che rimpianse per il resto della sua vita.
Erano circa le nove di mattina e io ero sveglio, cercando di scacciare via per l'ennesima volta le Voci che continuavano a ronzarmi in testa da due giorni senza interruzione.
Mi agitavo nel letto e continuavo ad urlare, cercando di pensare a qualcos'altro.
La testa mi scoppiava dal dolore, e sentivo che sarei potuto impazzire da un momento all'altro. Intendo, impazzire relativamente, dato che ero già pazzo.
Sentivo suor Jude parlare dal corridoio, ma non capivo cosa stesse dicendo, come se stesse parlando in un'altra lingua. Stava discutendo con un infermiere, o almeno, così credo.
Poi, sentii il rumore di una chiave entrare nella serratura della porta e girare. La porta si aprì, e una luce molto forte irruppe nella stanza. In contrasto con essa, la figura scura di suor Jude si stagliava sul ciglio della porta. Rimase lì per qualche secondo, poi entrò a passo spedito. Lo sguardo che mi rivolse era un misto fra rabbia, ribrezzo e odio. Non notai un misero accenno di compassione, né di conforto. Niente, se non un immenso odio nero nei miei confronti. C'era da ammetterlo, era bella. Quel tipo di bellezza che si ha da giovani, e che col passare del tempo non svanisce del tutto, ma lascia sempre qualche segno evidente.
Mi fece un sorrisetto forzato, poi si tolse gli occhiali e li pulì alla veste.
«Bene...», disse, riportandosi gli occhiali sul naso. «A quanto pare, ultimamente stai dando dei problemi ai nostri ragazzi, eh?», fece.
Sentii a malapena la sua voce, sovrastata da quelle che avevo in testa.
La guardai con gli occhi lucidi, cercando di farle capire che non era colpa mia.
«Peccato. Sembravi un così bravo ragazzo, in questi giorni. Mi sarò sbagliata...»
Sentii qualcosa fremere nel mio cervello.
Non avrebbe dovuto dirlo, soprattutto in quel momento.
Louis.
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Demons in my head.||Larry Stylinson
FanfictionAU Larry (One Direction/American Horror Story - Asylum) Massachusetts, 1964. Louis Tomlinson è un assassino che viene proclamato pazzo dalla corte e assegnato alle cure dell'istituto psichiatrico Briarcliff Manor Sanitarium, un manicomio pieno di se...