8.

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Io ed Harry tornammo dagli altri nostri compagni, sorreggendoci l'uno all'altro, abbracciati. Avevo un braccio di Harry che mi circondava completamente le spalle e mi stringea forte a sè. In quel momento stavo rimpiangendo silenziosamente tutti quegli istanti in cui avevo preferito rimanere gli alla larga e a non volerlo come ragazzo, ma solo come migliore amico, oppure, ancora prima, a vederlo come un fastidiosissimo presuntuoso.

Sono stata un'idiota. Una grandissima cogliona.

Ridacchiai dei miei stessi pensieri e Harry sembrò notare la risatina che cercai di nascondergli ma che mi feci comunque scappare. Mi chiese il motivo della mia risata, sempre che esistesse, e così avvampai per la prima volta in tutta la mia vita da quando mi avessero fatto una domanda così innocua. Non mi era mai capitato da quando avevo sei anni di cambiare colore per una sciocchezza, nè tanto meno me lo ero permesso dopo essere venuta a Londra. Era una sensazione così strana, mi sembrava di tornare indietro nel tempo, di tornare ad essere quella docile e timida bambinetta che indossava dei vestitini rosa confetto e che legava i capelli con dei nastri a pois.

Credo sia "l'effetto Harry" questo.
Dannato Harry.

-" Non te lo dico." gli risposi infine, nonostante lui aspettava speranzoso una mia risposta.

-" Eddaii!" mi supplicò "Anche se è qualcosa di assolutamente ridicolo, non ti prendo in giro." mi tese il mignolo per fare una specie di giuramento.

In tutta risposta gli scoppiai a ridere in faccia e dopo aver scosso più volte la testa, cercando sempre di nascondere dei sorrisi, mi staccai da lui, aumentando il passo e lasciandolo solo in mezzo alla strada. Sentivo Harry che mi stava dietro perfettamente e chissà cosa gli
passava per la testa in quel momento: forse pensava fossi una bipolare del cazzo, oppure che evidentemente aveva fatto qualcosa di sbagliato, o forse, ancora, pensava mi fossero tornati alla mente brutti ricordi.
Non volevo farlo soffrire ad ogni modo, quindi, di scatto mi voltai indietro e senza perdere un colpo gli lasciai un casto bacio a fior di labbra, che scatenò in lui un'azione per niente inaspettata. Harry diventò, come dire, eccitato tutto d'un tratto, forse perché non si aspettava un gesto simile, per lo meno non da parte mia, oppure fino a qual momento si era solo immaginato un mio possibile bacio; non che non ci fossimo mai baciati o semplicemente sfiorati i volti, solo era diverso. Non era qualcosa di urgente questa volta. Quando eravamo a New York ad esempio, io lo avevo baciato perché me ne stavo andando di nascosto e sarebbe dovuta essere l'ultima volta quella, la nostra ultima volta.

Già, sarebbe.

Quando invece ci eravamo baciati per la prima volta...beh lì era stato più che altro per me stessa: ero in uno stato così confusionale che non capivo nemmeno più i miei sentimenti o semplicemente ciò che mi stesse passando
per la testa, l'ho fatto per schiarirmi le idee, per capire cosa avrei voluto in futuro.
Stavolta però era stato diverso: non c'era nessuna esigenza in particolare, se non quella di sentire le sue labbra premere con forza sulle mie, per essere sicura del fatto che lui fosse lì con me per proteggermi e per darmi la forza di andare avanti, soprattutto l'ultima.

-" E questo?" mi chiese, sorridendo soddisfatto e avvolgendo le braccia attorno ai miei fianchi.

Sorrisi beffarda alle sue parole, ignorai completamente la sua provocazione e continuai dritta per la mia strada. Non gli avrei dato la soddisfazione di dirgli ciò che voleva anzi, avrei fatto il possibile per evitare di sentirmi un'altra volta così tanto in imbarazzo. Infatti nonostante quella fosse stata una sensazione così piacevole, allo stesso tempo era stato anche qualcosa di
imbarazzante, dato che mi sentivo dannatamente vulnerabile ed esposta; era come se tutti i muri che mi ero costruita attorno, richiedendo addirittura anni di lavoro, stessero iniziando, dapprima, a sgretolarsi semplicemente e poi, man mano, iniziavano a cadere direttamente a pezzi sempre più grandi, fino a diventare blocchi, esponendomi così a qualsiasi pericolo o minaccia.

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