Capitolo 3

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Se all'inizio le era sembrata una cosa facile aiutare Camila a comprare dei vestiti, Lauren dovette presto ricredersi.

"Non puoi dire sul serio", le disse l'alfa, guardandola mentre l'omega cercava di convincerla che una camicia bordeaux era molto elegante. "Le ragazze riderebbero di me."

Lauren sospirò. "Camila, nessuno deve andare in giro con la camicia, a meno che non lo voglia."

"Che genere di cravatta dovrei portare con quella... cosa?", chiese, mentre il commesso beta si avvicinava.

"Di un solo colore, o di una fantasia molto delicata."

"Dio ci salvi!", sbottò Camila.

"E con una camicia a tinta unita, direi rosa, ci vedo una cravatta scura."

"Non porterò mai camicie rosa", ribatté lei. "Sono un alfa!"

"Un alfa delle caverne", ribatté lei. "Se non vuoi i miei consigli, vado a comprarmi qualcosa."

"Aspetta", la richiamò. "D'accordo, la prendo."

Lauren non sorrise, ma respirò di sollievo. La guardò. Indossava una giacca di velluto beige a coste con una camicia bianca e pantaloni marroni. Si era curata il viso e tagliata i capelli e già sembrava diversa. Con gli abiti adatti, sarà proprio affascinante, pensò.

Dopo qualche minuto era riuscita a convincerla che le camicie colorate non erano da omega e ne aveva comprate in diversi colori con cravatte intonate. Poi cominciarono a guardare i completi.

Il commesso portò Camila nei camerini di prova e quando questa ne uscì pochi minuti dopo con un abito nero e una camicia nera leggermente slacciata, l'omega quasi cadde dalla sedia su cui era seduto. Non sembrava più Camila, tranne che per i lineamenti fini e gli occhi marroni.

"Oh, Dio...", mormorò piano fissandola.

L'espressione dell'alfa si addolcì un poco. "Sto bene?", chiese.

"Sei perfetta", sorrise lei. "Omega, state in guardia!"

Anche lei sorrise.

"Okay, di cos'altro ho bisogno?"

"Che ne dici di qualcosa in marrone? Uno di quegli abiti lì, per esempio." L'alfa ne provò uno con lo stesso risultato. Aveva proprio un fisico prestante, quegli abiti gli stavano alla perfezione. Infine comprarono due paia di stivali e, come tocco finale, uno Stetson grigio e uno marrone.

Poco prima che lasciassero il negozio, Lauren rammentò che avevano dimenticato qualcosa.

"Che c'è che non va?"

"Abbiamo dimenticato qualcosa", disse lei esitante.

"Non porto il pigiama."

"E quello che si mette sotto il pigiama?", chiese lei alla fine distogliendo gli occhi.

"Mio Dio, come sei impacciata!", rise l'alfa stupita.

"E allora?", ribatté lei. "Non sono mai andata a far spese con una alfa prima. E i calzini?"

"Forse è meglio tornare indietro." Mise il pacco in macchina, aprì la portiera e aiutò Lauen a salire.

"Mi aspetti qui, finché torno?"

"Certo."

"Farò in un attimo."

La vide allontanarsi e sorrise. Cambiarla stava diventando divertente, anche se c'erano dei momenti difficili.

Cominciò ad esplorare l'interno dell'auto. Era pulitissima, forse erano stati i ragazzi. Allungò una mano per toccare la punta di una freccia d'argento che pendeva dallo specchietto retrovisore e aggrottò leggermente le sopracciglia. C'era attaccato un nastro di velluto azzurro. Ricordava di averlo perduto diversi anni prima, un giorno in cui Camila era venuta a trovare lo zio Dan; poi non lo aveva più trovato. Era strano che un' alfa così poco sensibile avesse conservato una cosa del genere. Forse le piace il colore, pensò, e si volse a guardare l'uscita del magazzino. Faceva caldo e non c'era ombra lì vicino. Si fece vento con la mano.

Così Come Sei (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora