Finale

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Camila sbatté le palpebre, come se credesse di sognare. "Lau?", chiamò piano.

La omega si riprese un po'. Era stato un colpo vederla nuda: era perfetta. Riuscì a stento a distogliere gli occhi e a fissarli su quel volto stupito.

"Posso entrare?"

L'alfa si fece da parte, passandosi una mano tra i capelli spettinati. Il cuore le batteva all'impazzata quando entrò nel salotto. Era tutto diverso.

L'arredamento era stato completamente rinnovato; c'erano dei mobili in legno di quercia, divani con rivestimento di broccato color crema e cioccolato. Il tappeto marrone era folto, le tendine dello stesso colore dell'imbottitura del divano. Anche il caminetto era nuovo, un vero pezzo da esposizione, proprio quello che lei avrebbe scelto.

"È carino qui", commentò trattenendo il fiato e costringendosi a guardarla in volto.

"Cosa ci fai qui a quest'ora di notte?"

Lauren abbassò gli occhi e arrossì. "Prendo lezioni di anatomia." Anche Camila abbassò gli occhi e sorrise. "Beh, avresti dovuto telefonare prima."

"Penso di sì."

"Vuoi che mi metta i boxer o hai superato lo shock?"

La omega cercò esitante quegli occhi verdi. Le era sembrato così facile quando ci aveva pensato! E ora diventava sempre più difficile. Più aspettava e più diventava debole. L'alfa aveva un'ombra di peluria, ma era fortemente virile, e aveva voglia di toccare quella pelle perfetta.

Si avvicinò osservandola.

"Io... ti voglio", balbettò.

"Ti ho già detto oggi pomeriggio cosa ne penso."

"Sì, lo so." Allungò la mano per toccarla e la vide irrigidirsi; cercò di afferrarle la mano, ma fece scendere lentamente le dita lungo il suo corpo e sentì la stretta dell'alfa allentarsi. Sussultò e rabbrividì.

"No", disse l'alfa con voce roca. Il suo odore alfa che riempiva la stanza era semplicemente delizioso.

Inebriata si strinse a lei e allungò una mano verso il suo viso.

"Baciami", sussurrò. Avvicinò la bocca a quella di lei e la baciò teneramente. Amò l'immediata risposta dell'alfa, sapeva di whisky. Quel sapore così amaro la disturbò un po' all'inizio, ma poi le piacque.

"Laur, non possiamo..." Camila respirava a fatica. "Sei vergine, posso farti male."

"Sì, e tu sarai la mia prima alfa", sussurrò. "La prima in assoluto" Le tremavano le mani e si alzò in punta di piedi, stringendosi a lei.

L'alfa sospirò e gemette.

"Sarà così bello...", disse. "La notte più bella..." Si allontanò dalla cubana il tempo necessario per chiudere la porta. Poi tornò ed era ancora lì ad aspettarla.

"Vuoi prendermi in braccio?", le sussurrò.

Camila si chinò come in trance e la sollevò dolcemente. Lauren si accoccolò contro di lei, sentendo il forte battito del suo cuore; la portò nella camera da letto buia e la distese sul letto disfatto.
"Omega...", cominciò con voce soffocata.

"Qui", disse lei mettendole le mani sui bottoni della camicia.

L'alfa mormorò qualcosa, le dita le tremavano mentre cercava goffamente di slacciare i bottoni. Lauren si mise a sedere, facendo scivolare la camicia e i pantaloni per terra. Si distese di nuovo, il corpo pallido illuminato dalla luce della luna che filtrava dalla finestra. Le tese le braccia.

"Vieni, alfa", sussurrò. Non aveva paura. La desiderava. Voleva fare sesso con lei, fare un figlio con lei. E quella sera l'avrebbe avuto. Se fosse finita tra loro, aveva almeno la speranza, la tenue speranza, di possedere una parte del suo alfa.

Così Come Sei (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora