Capitolo 4

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Quel lunedì mattina era una giornata stupenda.

Lauren chiamò Angie per avvisarla che non sarebbe andata in ufficio."Andrò a pescare. Ti telefonerò più tardi per sapere se ci sono novità."

"Pescare?", ripetè Angie.

"Perché no?"

"Mi scusi." Angie si schiarì la voce. "Solo che non pensavo le piacesse pescare."

"Beh, lo scoprirò stamattina. Buona giornata."

"Anche a lei."

Non aveva dei jeans vecchi, così ne indossò un paio un po' scoloriti, una camicia leggera a righe colorata e scarpe da tennis, i capelli dopo tanto tempo spettinati. Camila non la aspettava fuori quando arrivò in auto, e lei esitò davanti alla porta finchè l'alfa non le gridò di entrare.

Era un po' nervosa, ma si rimproverò per quella continua sensazione di disagio che provava quando si trovava sola con lei.

"Solo un minuto", le gridò dal retro.

Doveva essere in camera da letto. "Fa' con comodo", replicò lei. Sospirò vedendo quei mobili logori e quelle pareti nude. Con un po' di vernice e un po' di amore quella casa sarebbe migliorata sensibilmente. La stanza era grande, ma poteva essere confortevole, e c'era anche un enorme caminetto di pietra che sarebbe stato un pezzo da museo, una volta ripulito. Le finestre erano alte ed eleganti, e il pavimento sarebbe stato una bellezza, se fosse stato arrotato e lucidato.

"Non troverai crepe sotto il tappeto, se è quello che stai cercando", la prese in giro Camila.

Lei si volse, ma dovette costringersi a distogliere di nuovo lo sguardo.

Ovviamente era appena uscita dalla doccia. Era completamente vestita, tranne che per la camicia marrone, appena infilata, dello stesso colore dei suoi occhi. Quei muscoli abbronzati, quella piccola voglia che aveva sul torace la eccitavano, il cuore prese a batterle più forte.

"Sei elegante anche coi jeans", mormorò lei. "Non avevi qualcosa di più vecchio?"

"No." Si volse, trovandosela più vicina di quel che si era aspettata.

Sospirò e aspirò il profumo dell'alfa.

"Profumi", disse senza pensare.

"Io?", rise lei piano.

Le sue mani si erano fermate sui primi bottoni della camicia e la guardò in modo pericoloso ed eccitante allo stesso tempo. Le sorrise in modo sensuale e i suoi occhi marroni la studiarono.

"Perché sei così nervosa?", chiese sollevando il capo.

"Sei già rimasta altre volte sola con me."

"Eri sempre vestita."

"Oh, è per questo?" Cominciò deliberatamente a slacciare i bottoni della camicia che aveva già allacciato.

"È questo che ti preoccupa?", chiese con voce profonda, aprendo la camicia in modo da mettere in mostra il seno.

Lauren trattenne il respiro.

L'alfa le prese le mani con un gesto lento e le posò sulla sua pelle, lasciandole sentire la durezza dell'addome.

"Non sei molle", rise nervosamente, cercando di fare la spiritosa, ma sentiva le gambe tremare.

"Nemmeno un po' ", fu d'accordo lei. "Lavoro troppo." Premette le sue dita contro la pelle e le mosse lentamente, in una carezza sensuale. "Non hai portato la canna da pesca, vero?"

"Non... ne ho una", replicò lei. Era incredibile che riuscissero a fare una conversazione così impersonale mentre quello che stavano facendo aumentava pericolosamente la loro intimità.

Così Come Sei (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora