36

590 52 13
                                    

Peter e Joshua erano tornati  a casa da diverse ore.
Joshua si era addormentato perché esausto a causa della terapia e Peter si era costretto ad alzarsi dal letto.
L'immagine del suo ragazzo con gli occhi tristi al pensiero di suo fratello lo stava tormentando.
Si stava convincendo sempre di più che la scelta di cercarlo ancora era la cosa giusta da fare.
Incontrare Michael Sinclair ancora, parlargli di Joshua, delle sue condizioni di salute,  forse avrebbe spinto il maggiore dei Sinclair a lasciare aperto uno spiraglio.
O almeno era ciò che Peter sperava con tutto sé stesso.
Non sapeva come fosse avere un fratello o una sorella, perché lui era figlio unico, ma se ripensava a quell'abbraccio tra i due figli di Pauline, poteva scommettere che fosse qualcosa di fantastico.
Decise che impegnare la mente in qualcosa di utile lo avrebbe distratto da quei pensieri che stavano diventando ossessivi.
Prese in mano lo schema della sua tesi di laurea e decise che quello era il modo migliore per distrarre la mente.
Anche se gli mancavano ancora due esami, sui quali si sentiva molto preparato,  la tesi era il prossimo passo.
Laurearsi per la fine del semestre era il suo obiettivo,  anche e soprattutto perché era stato Joshua a chiederglielo.
Un giorno gli aveva confessato che sé, per seguirlo nelle cure, non si fosse laureato in tempo, il più grande si sarebbe sentito terribilmente in colpa.
Aprì la cartellina che conteneva la scaletta degli argomenti che avrebbe trattato e lesse il primo: Ritratto dal vero.
Non fece nemmeno in tempo a prendere il testo che, il telefono che aveva poggiato sul tavolo di fianco a sé, prese a squillare.
Guardò il display e sorrise.
Due chiacchiere con il suo amico Johnny non potevano che fargli bene.
Aveva già pensato di consultarlo, di chiedere ancora una volta il suo parere e Johnny, come sempre,  appariva nei momenti giusti.
Rispose mostrando tutta la felicità che aveva di sentirlo in quel momento ma non ricevette la stessa risposta.
Il suo amico sembrava teso, nervoso,  come se dovesse dirgli qualcosa e non sapesse come farlo.
"Che succede?" chiese preoccupato "Melany sta bene?" il primo pensiero andò proprio a quella piccola creatura.
In quello stato la aveva visto solo quando la piccola si era ammalata, ma sperava con tutto sé stesso che non fosse quello e soprattutto che non fosse nulla di preoccupante.
"Ecco....io....io.... non so come dirtelo" borbottò agitandolo sempre di più.
"Cazzo Jo parla" lo spronò,  se non gli avesse detto cosa steva succedendo immediatamente avrebbe iniziato ad urlare.
"Non ti arrabbiare ok?"
Se partiva così andava già male, cosa avrebbe potuto dirgli tanto da farlo arrabbiare?
"Johnny dimmelo e basta,  cazzo!"
L'amico dall'altro capo del telefono sospirò,  poi Peter sentì la voce di Lauree che incoraggiava il marito a parlare.
Doveva essere qualcosa di davvero serio se Johnny aveva bisogno del supporto del marito.
Cosa diavolo stava succedendo?
Perché sentiva lo stomaco contorcersi?
Forse il dottor Davenport aveva detto qualcosa a Lauree sulla salute di Joshua?
No! No! No e poi no!
Non voleva nemmeno pensare ad una eventualità del genere.
"Forse dovremmo parlarne di persona.  Pensi....ecco, pensi che ora sia possibile?"
"Johnny io sono da Joshua" non finì nemmeno la frase che l'altro lo interruppe.
"Riguarda anche lui" e quella semplice frase aprì una voragine.
Le gambe di Peter iniziarono a tremare, la salivazione si azzerò, il respiro divenne irregolare e il cuore prese a battere all'impazzata.
Possibile che non poteva avere un timore che questo si concretizzava?
Certo Johnny non aveva detto ancora nulla ma cosa poteva riguardare entrambi e rendere l'amico così nervoso?
Peter stai calmo, non pensare al peggio,  aspetta di sentire cosa ha da dirti Johnny.
Peter stava facendo un'opera di convincimento verso sé stesso ma non stava sortendo alcun effetto.
Si sentiva sempre più nervoso.
"Cosa succede?" riuscì solo a chiedere con un filo di voce.
E solo in quel momento Johnny si rese conto che le sue parole potessero agitare l'amico vista già il momento difficile che stava attraversando, mettici anche che il dottore di Joshua era un carissimo amico di suo marito e la frittata era fatta.
Si affrettò a dire "Non riguarda la salute di Joshua".
L'altro, come se non ci credesse, domandò "Ne sei sicuro?"
"Sono sicuro Peter.  Allora possiamo incontrarci?"
"Se non riguarda la salute di Josh perché hai bisogno di parlarmene di persona?"
Peter sentì Lauree in sottofondo ma non capì cosa stesse dicendo,  poi sentì il suo amico rispondere "Voglio essere io a dirglielo" e ancora la voce del marito replicare,  stavolta con tono più alto.
Ne afferrò ogni singola parola.
"Se non hai il coraggio di dirgli che il fratello di Josh sta per morire non è colpa mia".
"Il fratello di Josh sta per morire?"
Forse quella, dopo la possibilità che le condizioni di salute del compagno si potessero essere aggravate, era la notizia peggiore che potesse ricevere.
Come lo avrebbe detto a Josh?
Come l'avrebbe presa? Che domanda stupida   l'avrebbe presa malissimo.
E poi perché stava per morire?
Lo aveva visto qualche settimana prima e non sembrava essere in condizione di salute così gravi.
Forse aveva avuto un incidente?
E poi loro come diavolo facevano a sapere del fratello di Josh?
"Hai visto che hai combinato?" sentì il suo amico redarguire in modo aspro il marito.
"Scusa, non volevo dirtelo così" e grugnì a denti stretti.
Peter era perfettamente cosciente che l'amico non avrebbe lasciato correre e avrebbe fatto pagare, e anche caramente, al marito quel suo errore.
"Ma, ecco, voi.....voi come lo avete saputo?"
Johnny non rispose immediatamente,  sapeva che quella era la parte in cui l'amico avrebbe potuto perdere la calma.
"So che non erano fatti nostri,  che non dovevamo intrometterci, che doveva essere una tua scelta, che" e all'ennesimo che Peter lo aggredì.
"MI VUOI DIRE COSA CAZZO C'ENTRI TU CON IL FRATELLO DI JOSHUA?" stava perdendo la pazienza.
Già era preoccupato per le condizioni del compagno, che a breve avrebbe dovuto fare gli esami di controllo per vedere come stessero procedendo le cure, poi c'era la laurea che incombeva e ora anche questa cosa del fratello di Joshua.
"Noi.....noi volevamo solo aiutarti" sussurrò intimidito dalle urla di Peter.
Sapeva di essere andato oltre, di aver superato una linea che non doveva, ma pensava solo che cercare il fratello di Joshua avrebbe aiutato ad allentare un po' la tensione sull'amico,  perché temeva sarebbe potuto crollare da un momento all'altro.
Johnny era in difficoltà,  non sapeva come confessare quella sua intromissione e le successive scoperte che ne erano conseguite.
Lauree allora decise di prendere in mano la situazione,  tolse il telefono al marito e parlò egli stesso con Peter.
Gli raccontò ogni cosa, di quanto gli amici di Peter fossero preoccupati per lui, per la situazione difficile che doveva sostenere tutto da solo, del fatto che usasse la notte per studiare e di quanto avessero paura potesse scegliere di mollare abbandonando anche l'Università.
Peter si sorprese di quanto preoccupati fossero i suoi amici e si sorprese ancora di più che avessero deciso di cercare Michael Sinclair nella speranza  che questi potesse appianare le divergenze con il fratello e aiutare il loro amico nel gestire quella situazione difficile.
"Cos'ha? Intendo Michael".
"Ecco, lui ha la cirrosi epatica in fase terminale, aggravata dal fatto che non si è mai curato. L'ho affidato alle cure di Davenport ma ci ha detto che c'è poco da fare. L'unica possibilità potrebbe essere un trapianto di fegato ma anche in quel caso il rischio di rigetto è molto alto".
Di Lauree O'Brian tutto si poteva dire tranne che non fosse estremamente diretto.
Peter si passò le mani sul viso disperato "E ora come cazzo lo dico a Joshua?"
"Cosa devi dirmi" quella voce che tanto amava ebbe la capacità di gelargli il sangue nelle vene.

Peter WigmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora