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Dopo aver consumato il loro pasto che era consistito in un hamburger al formaggio con patatine, Joshua fece scivolare un plico sul tavolo davanti a Peter, il quale lo fissò per alcuni attimi e poi riportò lo sguardo sul ragazzo seduto di fronte a lui.
"Questi sono i permessi che serviranno se il tuo amico deciderà di esporre le sue opere".
Peter aprì la cartellina e fece scorrere lo sguardo sul lungo elenco che c'era nel primo foglio.
"Tutti questi?" chiese leggermente allarmato e l'altro annuì.
"Ogni volta che c'è una mostra?"
"Molto dipende dal tipo di esposizioni, comunque sì, ogni volta".
"Bene" sussurrò senza alcuna intonazione.
Era decisamente preoccupato, sarebbe riuscito davvero a fare tutto in tempo e a farlo bene, forse accettare la sfida di suo padre non era stata la scelta più saggia.
Joshua allungò una mano e la poggiò su quella di Peter "Sono qui per aiutarti" lo tranquillizzò.
Peter provò una strana sensazione ad avere la mano dell'altro sulla propria, i loro occhi si incrociarono in un lungo e profondo silenzio.
Peter deglutì "Va-vado un attimo in bagno" sfilò la mano e si allontanò quasi correndo.
Era andato a quell'incontro con l'intento di mettere in imbarazzo Joshua e si era ritrovato ad esserlo egli stesso.
Si fermò di fronte al lavabo e si guardò allo specchio; il suo volto, quasi sempre pallido, era colorato di un leggero rosso sulle guance e gli occhi, spenti e tristi da qualche tempo, erano vispi e lucidi.
Il suo corpo non aveva smesso di essere eccitato sin dal primo istante che il suo sguardo si era posato su Joshua.
Aveva sempre trovato quel ragazzo insignificante e noioso e ora tutte le sue convinzioni erano andate a farsi benedire.
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro poi aprì l'acqua e si sciacquò il viso.
Quando rialzò la testa sussultò intravedendo, dietro gli occhi bagnati, il riflesso di Joshua alle sue spalle.
"Stai bene?" chiese quest'ultimo accarezzandogli le spalle.
"Starei meglio se mi scopassi" ammise senza giri di parole lasciando interdetto l'altro.
"Forse ho capito male" sussurrò e allora Peter si voltò, lo spinse in un cubicolo vuoto, con un piede chiuse la porta mentre le labbra si avventavano su quelle di Joshua.
Peter gli infilò la lingua in bocca, con prepotenza, prendendosi ciò che desiderava da tutto il giorno.
"Pensi ancora di aver capito male?" chiese spingendo i fianchi verso il corpo dell'altro e facendogli sentire quanto fosse duro  ed eccitato.
Joshua sorrise, era un sorriso furbo, di quelli che ti dicono lo sapevo sarebbe andata a finire così.
Quello stronzo aveva previsto ogni cosa, ma Peter se ne fregava, ora l'unica cosa a cui aspirava era il piacere e sperava gliene avrebbe fatto provare tanto.
Prima però, doveva mettere in chiaro le cose.
"Sto morendo dalla voglia di fare sesso con te ma sia chiaro non ci sarà altro oltre a questo, sé ti sta bene, per favore abbassati quei cazzo di pantaloni e fammi godere".
Joshua si leccò le labbra e con la bocca umida di saliva la incollò a quella dell'altro mentre una mano si infilava nei pantaloni e lo masturbava dando un po' di sollievo a un membro allo stremo del desiderio.
Peter sospirò sulle labbra di Joshua rispondendo al bacio e insinuando nuovamente la lingua.
Le labbra di Joshua lasciarono quelle del suo amante per depositarsi sul collo mentre la mano imperterrita continuava a dargli piacere.
"Dio sto impazzendo" mormorò chiudendo gli occhi e poggiando la testa alle mattonelle fredde del bagno.
Joshua lentamente scese verso il basso fino a ritrovarsi inginocchiato di fronte a Peter.
Quel membro sempre più duro e caldo che stringeva nella mano non vedeva l'ora di leccarlo per sentirne il sapore.
Sbottonò il pantalone di Peter e lo abbassò fin sotto le ginocchia insieme all'intimo e lo osservò scivolare nella sua mano.
Peter era grande, duro ed eccitato e tutto per merito suo.
Poggiò le labbra sull'asta bollente e le fece scorrere per tutta la lunghezza, fino alla base per poi risalire facendo sentire all'altro la sua lingua ruvida e calda.
Peter sospirò infilando le mani tra i capelli di Joshua ma senza spingerlo o forzarlo.
Joshua leccò la punta umida facendo sue alcune gocce di precoito che la imperlavano e sentì il sapore pungente arrivargli in gola.
Peter era bellissimo e  il suo sapore era anche meglio della sua bellezza, prese la punta del membro tra le labbra e la succhiò facendo gemere l'altro che con le mani tirava con forza i suoi capelli.
Rilassò la mascella e accolse, centimetro dopo centimetro, il membro di Peter facendolo scivolare fin giù a sfiorargli la gola, chiuse le labbra e lo succhiò facendolo quasi urlare.
Rimase così per qualche secondo poi lo fece scivolare fuori facendogli sentire i denti, si fermò senza far uscire la punta e la succhiò di nuovo, poi nuovamente giù fino in fondo.
E ancora, e ancora, senza tregua, trattenendo il respiro.
Peter si stava godendo quell'esplosione di sensazioni e piacere ad occhi chiusi, senza proferire parola.
I grugniti e i gemiti erano gli unici suoni che si sentivano venir fuori dalle sue labbra.
Quelle mani sempre strette tra i capelli dell'altro che tiravano un po' di più quando la voglia di esplodere si faceva quasi dolorosa.
Ed era in quel momento che Joshua si fermava e poi ricominciava tutto da capo per prolungare quel piacere all'infinito.
Aveva deciso di farlo impazzire, di farlo diventare dipendente dalle sue labbra e sperava di riuscirci.
Nonostante la premessa di Peter aspirava a qualcosa di diverso che del semplice sesso con lui; sin da quando lo aveva visto la prima volta lo aveva trovato così affascinante e irraggiungibile e ora che aveva la possibilità di passare del tempo con lui, avrebbe sfruttato ogni singolo istante.
Sapeva perfettamente che c'era il rischio che si facesse male, ma era disposto a tutto pur di giocarsi ogni singola possibilità che si sarebbe presentata.
Spinse di nuovo le labbra verso il pube di Peter, facendo scivolare il suo membro ancora una volta giù per la gola.
Peter era al limite, non avrebbe resistito ancora per molto, tirò i capelli per attirare la sua attenzione.
L'altro sollevò lo sguardo lucido e si guardarono per un breve istante, giusto il tempo di dare il permesso a Peter di lasciarsi andare.
Peter afferrò con più forza i capelli di Joshua e si spinse in quell'antro caldo e umido che lo accoglieva senza difficoltà, una, due, tre volte, finché con un urlo liberatorio si lasciò andare in un orgasmo senza precedenti.
Joshua mandò giù ogni singola goccia di quel nettare dal sapore forte e pungente, senza lasciarne andare nemmeno un po'.
Una volta che Peter si svuotò completamente, lo lasciò andare con uno schiocco e ripulendosi le labbra con la lingua si sollevòdal pavimento.
Si avvicinò a lui e guardandolo negli occhi sussurrò "Se hai ancora voglia di farti scopare seguimi a casa mia" lo baciò a stampo, aprì la porta e si allontanò lasciandolo solo.

Peter WigmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora